di Claudio Cordova - Insieme a Paolo Martino, Vittorio Canale è considerato dagli inquirenti la testa di ponte della famiglia De Stefano nel milanese. Martino e Canale, personaggi ritornati sulle prime pagine dei giornali dopo l'indagine "Breakfast", sulle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta negli affari della Lega Nord. La figura di Canale, in particolare, si sfiora, senza che vi siano prove di un possibile intreccio, anche con quella del giudice Giancarlo Giusti, condannato in primo grado per corruzione aggravata dalle modalità mafiose nell'ambito di uno stralcio dei procedimenti riguardanti la famiglia calabro-milanese dei Lampada.
Nelle carte d'indagine del procedimento "Reggio Sud", che vede alla sbarra alcuni tra i principali esponenti delle famiglie Ficara e Latella c'è un intero capitolo dedicato al "tentativo da parte della famiglia Canale di avvicinare i giudici Giusti e Laganà". Episodi che i Carabinieri che hanno redatto l'informativa inquadrano nel primo semestre del 2008, allorquando Vittorio Canale, con il figlio Amedeo e il fratello Franco si sarebbe accordato nel tentativo, tra l'altro non riuscito, di interferire nel processo "avvicinando" i giudici che avrebbero dovuto trattare le sue pratiche, Salvatore Laganà e Giancarlo Giusti, rispettivamente in servizio presso il Tribunale di Reggio Calabria Sezione M.P. e l'ufficio Esecuzioni Immobiliari.
Il 18 Settembre 2007, infatti, Vittorio Canale presenta un'istanza volta ad ottenere la revoca della sorveglianza speciale, inflittagli dalla Corte d'Appello il 14 Novembre 1997. Nel frattempo si concretizzarono, però, il sequestro dell'abitazione di proprietà della moglie e della figlia, nonché lo svolgimento di ulteriori indagini. Eventi che Canale ricondusse alla misura di prevenzione e finalizzati ad un aggravamento della stessa, motivo per il quale attraverso la mediazione del fratello Francesco e con l'utilizzo del solito linguaggio criptico riferito a vicende mediche, aveva tentato di assicurarsi una sentenza a lui favorevole. Così non fu, in quanto i procedimenti erano tra loro ben distinti e separati e la richiesta di Canale venne rigettata proprio in virtù della sua pericolosità sociale, vista l'appartenenza alla potentissima cosca dei De Stefano. Inoltre, come precisato nell'informativa dei Carabinieri, tutte le manovre orchestrate dai Canale non ebbero alcun esito come dimostrato dal fatto che non venne registrato alcun contatto con i magistrati Giusti e Laganà.
Già nel febbraio 2008, Vittorio Canale, intercalando frasi in francese maccheronico (ha trascorso molti anni da latitante in Francia) parla col fratello Franco della possibilità di sistemare la vicenda:
FRANCO: ...vediamo ...vediamo di risolverla se possiamo. Speriamo a Dio di risolverla...
VITTORIO: Ma... speriamo a Dio, veramente... e al "Maestro" e via... voilà...
Il nome del giudice Giusti appare, per la prima volta, nell'aprile 2008 nelle telefonate tra Franco Canale e il nipote Amedeo (figlio di Vittorio) e tra i due fratelli Franco e Vittorio Canale. In particolare, in una telefonata del 4 aprile, di buon mattino (non sono neanche le otto e mezza) si fa specifico riferimento a Giusti indicato come colui il quale doveva decidere.
FRANCO: Pronto?
AMEDEO: Zio?
FRANCO: Buongiorno
AMEDEO: Come stai?
FRANCO: Bene. Tu come stai, al letto? risata
AMEDEO: Al letto! ...disteso
FRANCO: ...disteso! risata ...hai fatto niente, poi, con l'avvocato?
AMEDEO: Si... mi sono sentito, lui ne sa uno solo... quello principale... guarda che è il dottore Giusti
FRANCO: Ah si?
AMEDEO: Mh!
FRANCO: E' lui che decide, evidentemente?
AMEDEO: Si
FRANCO: Ho capito... va bene, andiamo da... incomprensibile
AMEDEO: Capito?
FRANCO: Okkey!
AMEDEO: Tutto a posto; hai bisogno di qualcosa?
FRANCO: No! Avevo bisogno questa notizia, perché... mi chiamerà e andrò a trovarlo, capisci?
AMEDEO: Okkey
FRANCO: Okkey, ciao
Una notizia che manda in visibilio Franco Canale, che chiama immediatamente (due minuti dopo) il fratello Vittorio per annunciargli la novità:
VITTORIO: E allora?
FRANCO: Allora, missione compiuta. Missione compiuta da parte mia
VITTORIO: ...mh?
FRANCO: eh!
VITTORIO: ...che vuol dire?
FRANCO: eh!
VITTORIO: ...mh
FRANCO: Con sicuro interessamento...
VITTORIO: "Ah!
FRANCO: ...hai capito?
VITTORIO: Come?
FRANCO: Con sicuro interessamento
VITTORIO: Si...si... mah! Speriamo...
FRANCO: Abbiamo avuto un colloquio di un ora...
VITTORIO: ...mh... mh... ...mh, mh...
FRANCO: ...sul tema
VITTORIO: E lui che ti ha detto?
FRANCO: Mi ha assicurato l'interessamento...
VITTORIO: ...con riserva di...
FRANCO: ...poi ti spiego di persona
[...]
FRANCO: Abbiamo avuto un colloquio di un ora...
VITTORIO: ...mh... mh... ...mh, mh...
FRANCO: ...sul tema
VITTORIO: E lui che ti ha detto?
FRANCO: Mi ha assicurato l'interessamento...
VITTORIO: ...con riserva di...
FRANCO: ...poi ti spiego di persona
VITTORIO: ...mh...mh
FRANCO: ...eh! Poi quando son... sono la ne parliamo, quello che abbiamo detto, quello che abbiamo fatto, eccetera, eccetera...
VITTORIO: ...mh...mh...
FRANCO: Va bene?
VITTORIO: Mah... e lui come la vede?
FRANCO: ...se ti può dare queste... E lui la vede...
VITTORIO: ...sempre con riserva ...no? Delicato...
FRANCO: No lui... come...?
VITTORIO: Sempre con riserva lui ...no?
FRANCO: Sempre con riserva: Una riserva c'è sempre... perché non è che dipende da lui personalmente ...capisci?
VITTORIO: ...mh...mh
FRANCO: Se fosse per lui ...non c'era...
VITTORIO: ...ah si!
FRANCO: ...se era una cosa sua, non c... non avevamo problemi...
VITTORIO: ...e lo so...
FRANCO: ...e dipende dagli altri ...no?
VITTORIO: ...e va bene
FRANCO: Stasera ha un invito a cena
VITTORIO: ...mh...mh ...e va bene
FRANCO: ...è stato invitato...
VITTORIO: ...mh...mh
FRANCO: ...e se è il caso... si presenta. Ne parlerà... se non si presenta...
VITTORIO: ...si...si
FRANCO: ...che non è nella serata di gala...
VITTORIO: ...mh
FRANCO: ...lo andrà a trovare. Mi ha detto:"Lo vado a trovare proprio per questo motivo..."
VITTORIO: ...mh...mh
FRANCO: ...per parlare di questo motivo, di questa cosa
VITTORIO: ...mh ...e va bene
Gli inquirenti non registreranno mai alcun contatto, né tra Giusti, né tra Laganà. Ma sono i membri della famiglia Canale che talvolta, abbandonando il consueto linguaggio criptico fatto di riferimenti soprattutto ai temi della salute e della medicina, nomineranno esplicitamente i due togati, soprattutto quando dovranno accertarsi se le cause in questione saranno trattate, effettivamente, da quei due magistrati: "che non disturbiamo medici che non ci possono guarire, non so se mi spiego" dice Vittorio Canale.
AMEDEO: Pronto?
VITTORIO: Amedeo?
AMEDEO: Chi è?
VITTORIO: Uehi, gioia!
AMEDEO: Ciao papà, dimmi? A posto!
VITTORIO: Eh... senti per caso sai se "Giusti" la macchina? ..."Giusti"?
AMEDEO: La macchina... si!
VITTORIO: C'è o non c'è? C'è!
AMEDEO: Si, si, si... si, si...
VITTORIO: Ah... "Giusti" allora la macchina...
AMEDEO: E' "Giusti"
VITTORIO: ...allora "Giusti" la macchina, e poi quando ce l'hai "GIUSTata"...
AMEDEO: Eh...?
VITTORIO: ...fammi la cortesia...
AMEDEO: Dimmi?
VITTORIO: La... la... la... il capo meccanico chi è?
AMEDEO: Non ti ricordi quello dell'officina...?
VITTORIO: Giovanni... Giovanni il marito di "biscotto"?
AMEDEO: No, no...no...
VITTORIO: Giovanni Laganà'?
AMEDEO: E' morto... Totò Laganà... si, si giusto!
VITTORIO: Ah... è morto?
AMEDEO: Totò Laganà, si!
VITTORIO: Eh...! E Giovanni è vivo, il marito di... "biscotto", la...?
AMEDEO: Si, Giovanni si, è vivo...
VITTORIO: Ah... va bene...
AMEDEO: ...con "biscotto", la sorella di "biscotto"?
VITTORIO: Si, si...si...
AMEDEO: Si, tutti e due
VITTORIO: Ah! Okkey
AMEDEO: Ciao
Contatti frenetici quelli tra Vittorio, Franco e Amedeo Canale. Contatti che si intensificheranno, ovviamente, nel giorno dell'udienza (il 18 aprile 2008), quando, comunque, Vittorio Canale apprenderà, con stupore, di non correre il rischio di un aggravamento della misura di prevenzione. Contatti che proseguiranno anche nei giorni successivi all'udienza, quando i Canale attenderanno l'esito della vicenda, apprendendo infine dall'avvocato che l'abitazione di contrada Cugliari era stata confiscata e, nonostante i tentativi posti in essere di pilotare la sentenza, l'istanza di revoca della misura di prevenzione da lui presentata era stata rigettata tra lo stupore generale della famiglia, certa di avere i giudici in pugno.