Attraverso la clinica "Nova Salus" i boss uscivano dal carcere

clinicanovasalusdi Angela Panzera - «La clinica "Nova Salus" è lo strumento di cui si serve la cosca per assicurare i propri interessi al bisogno e per consentire del pari di Francesco Cellini di "procurarsi i favori" dal gruppo illecito con cui si rapporta e riceve "vantaggi", risultando pertanto assolutamente necessario sequestrare il bene al fine anzitutto di interrompere questo legame indebito generatore di reciproche cointeressenza illecita». È con questa motivazione che il gip distrettuale Antonino Laganà ordina ai Carabinieri del comando provinciale di sequestrare la clinica "Nova Salus", ubicata a Cannitello di Villa San Govanni. In buona sostanza, per il gip Laganà non ci sono gli estremi giuridici per arrestare il medico Francesco Cellini, responsabile della struttura (indagato dalla Dda per concorso esterno in associazione mafiosa ndr), ma è assolutamente necessario apporre sigilli alla clinica che sarebbe, a detta di giudice e pm, lo strumento con cui le cosche pianificavano l'uscita dal carcere per i propri affiliati e boss. In quella clinica a Cannitello si sarebbe "curata" mezza 'ndrangheta: Giacomo Latella, Mario Palaia e Rocco Palaia, Pasquale Libri, Pasquale Pititto, Paolo Meduri, Domenico Grasso, Gennaro Ditto, Pasquale De Maio, Pasquale Bilardi, Francesco Pangallo e Giuseppe Mazzagatti. Questo perché quella clinica, la "Nova Salus," sarebbe stata, sostanzialmente, a disposizione della cosca Bertuca, per il tramite del direttore. Da ieri la struttura di Cannitello si trova sotto amministrazione giudiziaria.

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La posizione del medico comunque appare "grave" non tanto da consentire alla Dda di arrestarlo, ma il gip Laganà nell'ordinanza che ha portato i Carabinieri a eseguire l'operazione "Sansone 2", lo scrive a chiare lettere. Favori alla cosca in cambio di regali e servizi, ma questo non basta per arrestare il medico Francesco Cellini,medico responsabile e legale rappresentante della "Anphora" la cooperativa sociale che gestiva la clinica "Nova Salus". Per Cellini la Dda reggina aveva chiesto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per il gip distrettuale però non ci sono gli estremi giuridici affinché l'indagato venga arrestato. Il sequestro però della struttura è assolutamente necessario. «La condotta di Cellini- scrive il gip nell'ordinanza- si presenta reiterata e di consistenza tale da meritare l'attivazione dell'apposito procedimento di prevenzione personale e reale, ma non di tale gravità da integrare il delitto contestato di concorso esterno in associazione mafiosa. Per quanto emerge dagli atti, non è qui messa in discussione l'esistenza di un "sinallagma" tra i "servizi" resi al gruppo e i correlativi vantaggi dallo stesso ottenuti, ma non si apprezza "l'entità" del contributo operato dalla condotta dell'indagato ai fini di consolidamento e sviluppo della cosca Bertuca tale da integrare l'ipotesi concorsuale». Il gip però non si risparmia e stigmatizza il comportamento tenuto dal medico che per molto tempo, secondo i pm Frustaci e Lombardo, avrebbe aiutato alcuni esponenti delle cosche reggine e di Rosarno, nonché avrebbe visitato i latitanti Giovanni e Pasquale Tegano, ad uscire dal carcere attraverso il ricovero presso la sua clinica. «Non pare esservi dubbio dell'assoluta consapevolezza dell'indagato- chiosa il gip- di rapportarsi e favorire la cosa Bertuca ( e gli altri interessati che a questa si rifanno per gli stessi fini) sia alla luce dell'affermazione indicata per cui sono primariamente interessati a recarsi presso la clinica gestita dall'indagato solo i soggetti detenuti in carcere ( e non certamente chi à già ai domiciliari) senza contare che Cellini si rapporta non solo con i fratelli Bertuca, ma anche con altri "sodali del gruppo" (Liotta per esempio) a cui chiede all'occorrenza "favori" quale univoco segno della consapevolezza dell'indagato di agire con compartecipi del gruppo Bertuca-Zito(..)La cosa "ancora più grave"- che legittima l'urgente attivazione della procedura di prevenzione, sono poi i "favori ( di natura non meglio specificata) che il Cellini richiede ai Bertuca (e ai sodali della cosca) laddove Liotta "riprende" il medico "ricordandogli" che non si possono assumere due atteggiamenti diversi quando si "chiede" e quando di contro "si dà" ( Liotta: oggi si ricorda e domani si dimentica?). E ancora si devono sottolineare gli "omaggi" che in occasione delle festività Cellini è solito ricevere dal vertice "in persona" della cosca». Comportamenti gravi quindi, ma che per il gip non sono sufficienti a spedirlo in galera.