di Angela Panzera - "Ho avuto una relazione sessuale con la madre, non con la ragazza". Carcere di Reggio-Arghillà, 3 settembre scorso. Giovanni Iamonte, accusato di aver violentato per quasi due anni una giovane minorenne di Melito Porto in concorso con altri otto indagati, fornisce la sua versione dei fatti al gip distrettuale Barbara Bennato e al Procuratore aggiunto, Gaetano Paci, durante l'interrogatorio di garanzia. Assistito dagli avvocati Maurizio Punturieri e Lorisi Nisi, il figlio del boss Remingo Iamonte, attualmente al 41 bis, rigetta ogni accusa, ma non convince per nulla gli inquirenti che hanno ordinato il suo arresto, compiuto all'inizio di settembre dai Carabinieri reggini e da quelli di Melito Porto Salvo guidati dal capitano Gianluca Piccione.
Iamonte sostiene di non aver mai avuto alcun tipo di rapporto con la ragazza, ma "ci sono stati due rapporti, poi basta", con sua madre. E alla domanda del gip Bennato se eventualmente può sapere che la minore "ha dei sentimenti di rancore, di risentimento, nei suoi confronti, se la odia, se la vuole rovinare? Lo può immaginare?", Iamonte risponde così:
Iamonte – Penso di sì.
Pm – Per quale motivo.
Giudice – Eh, mi spiega perché?
Iamonte- Il motivo del padre, il motivo della madre, ho avuto dei rapporti con la madre.
Giudice – Perché, Omissis lo sa?
Iamonte – A 'sto punto, voglio dire, penso di sì.
Sul perché la ragazza abbia riferito ai magistrati di essere stata abusata dal branco per anni, di essere stata trattata come un oggetto alla mercé di un "gruppo di balordi", per come sono stati definiti dal gip nell'ordinanza di custodia cautelare, Iamonte afferma che "da quello che dice sicuramente è pazza". Non l'ha mai frequentata, non sapeva che era fidanzata con Davide Schimizzi- con cui comunque aveva "una semplice amicizia, e non ci siamo mai frequentati" se no per allestire una bancarella di panini durante una festa di paese, non è mai andata a casa sua, solo una volta insieme alla madre tanto tempo fa per una questione legata ad un cagnolino. Al massimo "La vedevo in giro, sì, Ciao e passa, così ha detto al gip.
Giudice – Un'altra cosa volevo chiederle. Quindi, la domanda che le volevo fare è questa. Lei non ha mai avuto una relazione, o anche non relazione, ma dei rapporti
sessuali con Omissis?
Iamonte – No.
Giudice – Quindi, solo la mamma?
Iamonte – Sì.
Pm– Ha mai scambiato foto della ragazza, che la ritraevano in parti intime, anche con altre persone?
Iamonte – No.
Eppure Maddalena (nome di fantasia, ndr) nei verbali stesi durante l'interrogatorio ha raccontato di essere stata abusata più volte proprio dal figlio del boss e ha descritto con esattezza la casa, a suo dire nella disponibilità di Iamonte, teatro degli abusi. Ha riferito di luoghi, orari, parole rivoltegli, di tutte le volte che Iamonte sarebbe andata a prenderla, insieme a Schimizzi, per costringerla a consumare rapporti sessuali, ma il trentenne sostiene che a causa di alcuni problemi di salute dovuti ad uno stato di ansia:
"Iamonte – Io non guidavo... nel 2014 non guidavo nemmeno da solo. Non giravo mai in macchina.
Giudice – Infatti si faceva accompagnare da Davide Schimizzi.
Iamonte – Avevo la mia fidanzata che guidava lei, mia madre.
GIUDICE – Sa questo, diciamo...
Iamonte – Avevo paura anche di guidare.
AVV. Nisi– Perfetto.
Giudice – È vero.
Iamonte – Avevo paura anche di guidare".
Non sarebbe stato quindi il figlio del boss, e nipote del mammasantissima Don Natale, di cui tutti avevano paura, come si evince dalla prospettazione accusatoria, ma un ragazzo che addirittura soffriva di continui stati di ansia, che era in cura da un medico per questa patologie. Nessun rapporto con Maddalena, né relazionale né sessuale, ma solo due "appuntamenti con la madre" di quest'ultima.
Giudice – Ma la madre ha lavorato da suo padre?
Iamonte – La madre ha lavorato da mio padre sì.
Giudice– Presso un'assicurazione forse?
Iamonte – No, era una tipografia.
Giudice – Presso una tipografia, sì. Quindi, quando Omissis era
piccola Lei la conosceva?
Iamonte - (inc.) non era piccola, sì, l'ho vista, la vedevo là, però non la conoscevo di... cioè, la vedevo, la salutavo, perché abitano in una traversa dentro. Li salutavo, però non è che mi fermavo a parlarci(...)
Avv. Punturieri – A proposito della mamma della ragazza, Lei
sa se la mamma della ragazza intratteneva una relazione
con suo padre?
Iamonte – Ho sentito, che c'era scritto nelle carte, non sapevo, sì, però l'ho letto.
Avv. Punturieri – Sa se a causa di questa relazione il matrimonio della signora è andato in frantumi?
Iamonte – Sì.
Avv. Punturieri – Dove l'ha letto, in quali carte l'ha letto?
Iamonte – Nel processo prima.
La mamma quindi della giovane non solo avrebbe avuto una mini-relazione sessuale con lui, ma anche con suo padre il boss Remingo. Un quadro totalmente opposto rispetto a quello ipotizzato dalla Procura, sebbene gli inquirenti fossero già a conoscenza del pregresso rapporto della madre con il boss Iamonte.
Le spiegazioni fornite però dal giovane Iamonte non sono apparse per nulla veritiere sia al gip Bennato che al Procuratore Paci soprattutto in riferimento al presunto pestaggio che Iamonte avrebbe organizzato nei confronti del fidanzatino della ragazza "reo" di aver intrattenuto una relazione sentimentale con lei e quindi di averla "sottratta" agli appetititi del branco per un periodo. Secondo anche quando riferito dal giovane di Condofuri, che comunque si guarderà bene dall'indicare Iamonte coinvolto nella vicenda, Schimizzi e altri due ragazzi un pomeriggio l'avrebbero preso a calci a pugni in una traversa di Via Garibaldi. Un pestaggio in piena regola che lo costringe anche a recarsi all'ospedale di Melito dove non dirà però, il reale motivo di quelle ferite. Un pestaggio di cui il giovane si renderà subito conto del movente e che lo porterà spontaneamente a recarsi da Giovanni Iamonte a cui "chiederà protezione". Iamonte però questo ragazzo non lo conosce e comunque non ricorda niente. E con gli altri indagati? Conoscenze superficiali e in un caso ha dichiarato persino di averne conosciuto uno direttamente in caserma il giorno degli arresti.
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Giudice– Conosce altre persone, del tipo, Verduci Antonio?
Iamonte – Sì.
Giudice – Che tipo di rapporti ha con lui?
Iamonte – Normali, amicizia, (inc.).
Giudice – Amicizia. Principato Pasquale?
Iamonte – Sì.
Giudice – Lorenzo Tripodi?
Iamonte – Sì.
Giudice – Daniele Benedetto?
Iamonte – Sì.
Giudice – Daniele Benedetto vi chiamate cugini?
Iamonte – Non siamo cugini.
Giudice – No, lo so che non siete cugini.
Iamonte – No, ci chiamiamo Daniele... io lo chiamo Tello e lui mi chiama Giovanni.
Giudice – Dico, ma cugini nel senso...
Iamonte – No, no...
Giudice – Di un qualcosa, di un'amicizia stretta?
Iamonte – No... sì, ci conosciamo da tanto tempo, però cugini no, non ci chiamiamo cugini.
GIUDICE – Ma con Daniele che tipo di rapporti avete, cioè, vi conoscete da tanto tempo, ma vi frequentate molto,
insomma?
Iamonte – No, io lavoro, lui lavora, ha sempre lavorato lui, ci frequentiamo...
Giudice – Ma senta, signor Iamonte, guardi che lavoriamo tutti
qui...
Iamonte – Sì, lo so, lo so.
Giudice – E tutti abbiamo dei rapporti di amicizia, di frequentazione, ci divertiamo, usciamo, andiamo a fare delle compere, non so, cioè, non è che lavorare impedisce
di vivere, o no?
Iamonte – Sì, okay, sì, però siccome abbiamo, magari,
orari diversi, anche.
Giudice – Michele Nucera?
Iamonte – Sì.
Giudice – E Pitasi Domenico Mario?
Iamonte – L'ho visto per la prima volta in Caserma.
Giudice – L'ha visto per la prima volta in Caserma. Senta, invece, un'altra cosa interessante, visto che, a questo punto, devo dedurre, rispetto, diciamo, a Omissis che tutto quello che è stato ricostruito, eccetera, sia proprio una bolla di sapone? Mhm? È così, quindi, c'è non è proprio niente, è proprio, come dire, realtà virtuale, cioè, non è mai accaduto.
Iamonte – Da parte mia sicuramente.
Giudice – Perfetto. E allora, però, mi deve spiegare, se questo è... se tutto quello che abbiamo scritto è realtà virtuale, chi è Omissis?
Iamonte – Ecco...
Giudice – Ecco, mi spieghi un po'.
Iamonte - ...non lo so. Ho letto di questo Omissis,
ma non so chi sia.
Giudice – Ecco, perché sa che cosa c'è, che sembra di essere, per Lei sto dicendo, in un incubo, in cui Lei è entrato in questo incubo, ci sono due pazzi scatenati che...
Iamonte – Ma io ho letto due persone.
Giudice - ...diciamo, che la immettono, cioè, che la mettono,
la inseriscono in questa vicenda turpe, assurda e... va
bene, Omissis è matta. Diciamo, Omissis è matta, vogliamo
dire così, ci posso anche credere. Ma pure Omissis
è matto?
Iamonte – Ma io ho letto di questa persona, Omissis, che poi sinceramente non mi ricordo chi è, magari se lo vedo, perché non sono fisionomista, che lui dice, lei dice, o lui dice, che...
Giudice – No, lui dice.
Iamonte - ...che io ho mandato loro (inc.), perché ho letto tutte le carte, però che poi lui viene da me, e io gli dico: "Stai tranquillo. (inc.) glielo posso dire io, perché dovete litigare", ma io 'sto coso... non mi ricordo questa situazione, assolutamente, però è un po' contraddittorio a 'sto punto.
Giudice – Perché? Mi dica la contraddizione dov'è.
Iamonte – Se io mando una persona a picchiare, io non mando mai nessuno a picchiare nessuno...
Giudice – Beh, però si fa così, no, non è che si fa... cioè, si fa così, cioè, in un posto come Melito, Lei, non dico di niente, voglio dire, di misterioso se dico se Lei è il figlio di Iamonte Remingo, cioè, Iamonte Remingo è, allo stato, detenuto per 416 bis, dico una verità o dico le bugie?
Iamonte – Sì, no, no, è verità...
Giudice – Perfetto.
Pm – Anche che è il nipote di Iamonte Natale.
Giudice – Certo. E di Iamonte Natale. Però, voglio dire, è un
fatto...
Pm – Stiamo parlando di una famiglia di mafia, no? Di una famiglia di mafia stiamo parlando, non è che stiamo parlando di una famiglia normale. Eh, questo deve essere chiaro.
Giudice – Quindi, voglio dire, cioè, se uno viene menato da
Giovanni Iamonte, non è che lo va a denunciare... anzi dovrebbe denunciare, però non è che lo va a denunciare, va a chiedere: "Scusa, non lo faccio più, che mi devo preoccupare?", e Lei, giustamente, dice: "No, non ti preoccupare".
Iamonte – Io non la vedo così.
Giudice – No, e allora mi dica come la vede. Perché, sa che cosa c'è, che noi pensiamo in un modo, però c'è un altro punto di vista, sicuramente.
Iamonte – Intanto io penso... io non sono un tipo che manderebbe mai nessuno a picchiare un altro nessuno, perché...
Pm – Perché ci andrebbe Lei direttamente?
Iamonte – No, perché non sono per queste cose, assolutamente no, perché sono una persona a cui piace parlare (inc.), non mi piacciono queste cose. Dice di essere venuto da me, dopo tempo che loro l'hanno picchiato, e gli ho detto: "Va bene, ora glielo dico io", per dire: "Va bene", non lo so perché.
Giudice – E perché è venuto da Lei?
Iamonte – Non ho idea perché è venuto da me, perché forse credeva che, siccome in quel periodo ci frequentavamo, diceva, magari: "Gliel'ha detto lui, c'entra qualcosa".
Giudice – Eh, sì, ma allora, scusi, un attimo, allora, andava
da loro, cioè, a dire: "Ma che volete da me", cioè, invece è andato da Lei, Lei non c'era quando l'hanno pestato.
Iamonte – No, no.
Giudice – Non c'era, infatti, non c'era. Però viene da Lei.
Iamonte – Io non me lo ricordo questo.
Giudice – Non se lo ricorda.
Iamonte – Questo particolare. Non mi ricordo nemmeno
lui.
Giudice – Perfetto.
Iamonte – Assolutamente, però dice, nelle carte dice...
Giudice – Però mi faccia capire, dobbiamo pensare che Omissis è matto come Omissis?
Iamonte – Io non ho detto questo. Io le sto dicendo che non mi ricordo che questo Omissis, non mi ricordo l'accaduto, assolutamente. Però quello che ho letto là, praticamente che lui è venuto da me per dirmi se io c'entravo qualcosa, gli ho detto: "No, guarda, io non c'entro niente, però posso dire a loro...
Pm – Quindi, è vero è non è vero che lui sia venuto da Lei?
Iamonte – Non mi ricordo, da quello che c'è scritto là, che dice lui, quello che dice lui. Lui dice che io gli ho detto...
Pm – E questo noi lo sappiamo pure quello che c'è scritto.
Perché l'abbiamo letto pure noi.
Iamonte – Okay, ma io non mi ricordo, non mi ricordo nulla."
Iamonte non ricorda nulla, non conosce nessuno. Non ha violentato nessuno. L'unico episodio che Iamonte conferma è quello relativo all'incontro con il padre della ragazza che un giorno lo affrontò direttamente. Ma anche in questo caso il rampollo di casa Iamonte fornisce la sua versione dei fatti.
Pm – Ha mai scambiato foto della ragazza, che la ritraevano
in parti intime, anche con altre persone?
Iamonte – No.
P.M. – Ha mai parlato con il padre della ragazza di questa
situazione?
Iamonte – Lui è venuto a chiamarmi, sì.
Pm – È venuto a chiamarla. E perché? Per quale motivo?
Iamonte – È venuto a chiamarmi per dirmi questo
discorso.
P.M. – Quale discorso?
Iamonte – Il discorso della figlia. Quel giorno lì,
che si è sentito pure male.
Pm. – Cioè, della figlia o della moglie? Visto che Lei aveva
avuto la relazione con la moglie.
Iamonte – No, della figlia, della figlia. venuto da me...
Pm. – E perché è venuto a parlare della figlia se Lei aveva avuto alcuna relazione con la figlia?
Iamonte – Il padre, gliel'aveva detto la figlia, è
venuto da me, il discorso che io conoscevo la figlia.
Pm – In che senso?
INDAGATO IAMONTE – Che io ci sono stato con la figlia. Tutto
quello che...
Pm – Cioè, aveva avuto rapporti sessuali con la figlia?
Iamonte – Sì. Quando lui è venuto da me, con i testimoni, perché io ero in ufficio, si è sentito male,
si è sentito male, stava male...
Giudice – Agitato.
Iamonte – Si era agitato. Siccome io sapevo che aveva problemi di cuore, tant'è che gli ho detto: "Siediti, tranquillizzati, poi mi dici tutto quello che devi dire". E lui mi ha minacciato.
Pm – Oh, Signore...
Iamonte – Sì.
Pm – Come l'ha minacciata? E come si è permesso, per quale
motivo l'ha minacciata? Per quale motivo l'ha minacciata?
Iamonte – All'inizio mi ha detto che prenderà provvedimenti, io all'inizio non avevo capito in che modo mi minacciasse, perché prenderà provvedimenti, che la cosa non finisce qua, tutte queste cose qua. Gli ho detto: "Guarda io sono sicuro di quello che ti dico, poi tu fai come vuoi". E lui se n'è andato. È stato proprio
davanti al mio ufficio.
Pm – E la cosa si è chiusa lì? Non c'è stato nessun altro seguito, diciamo?
Iamonte – No, no, no.
Pm - Ma scusi, Lei come se l'è spiegata, una cosa di un folle, cioè, uno che arriva, così, improvvisamente e le viene a dire queste cose.
Iamonte – Lui è venuto da me e mi ha detto queste
cose qua.
Pm – Senza motivo?
Iamonte – Senza motivo.
Pm – Così, apparentemente, inspiegabilmente?
Iamonte – No, lui è venuto (inc.) tutto questo discorso qua. Che secondo lui, sua figlia gli ha detto che ha avuto dei rapporti... ho detto, no, che non esiste questo discorso qua, che non c'è mai stato. Lui mi ha detto: "Ci saranno... prenderò provvedimenti", una
cosa del genere.
Pm – Lei ha mai scritto alla figlia: "Vai e ammazzati"?
Iamonte – No, l'ho scritto alla madre. L'ho scritto un giorno che Lei passava, io lavoravo (inc.) facevo una specie di... come si dice, (inc.) perché sto facendo un corso assistente veterinario, e le mi passava con la bicicletta davanti, le ho scritto questo messaggio, me lo ricordo, le ho scritto: "Ma ammazzati", però perché me lo faceva apposta. Ma alla madre, non alla figlia.
Pm – E questo quando?
Giudice – Che faceva apposta, scusi? Non ho capito.
Iamonte – La madre passava con la bicicletta davanti alla clinica, dove io lavoravo, facevo apprendistato.
Giudice – E perché?
Iamonte – Passava e rideva.
Pm – Ma questo prima o dopo la vostra relazione?
Iamonte – Dopo, dopo.
Pm– E quindi in che periodo siamo? Nel 2014?
Iamonte – Nel 2014 no, avevo il negozio, quindi era nel 2013.
Pm – Quindi prima della relazione, o dopo?
Iamonte – Non ricordo se era prima o dopo, non mi ricordo... non me lo ricordo.
Pm – Per quale motivo questa donna faceva così? Passava con
la bici davanti a questo...
Iamonte – Le dico, io ho pensato che mi prendesse, tipo, in giro, allora le ho scritto in quel modo, ma niente di che.
Pm – Come ha fatto Lei a ricollegare questo passaggio in
bicicletta alla sua persona, scusi?
Iamonte – Io ero fuori, (inc.) il giro, la via Roma è grandissima, lei faceva tutto quel giro davanti, rideva,
io ho collegato che lo faceva per me.
Pm – E quindi Lei per questo ha scritto: "Vai e ammazzati"?
Iamonte – Avendo avuto la relazione prima, ho detto:
"Me lo fa apposta".
Pm – Ecco, ma il padre, invece, della ragazza, sostiene avere visto un messaggio che Lei ha indirizzato alla
ragazza in cui ha scritto: "Vai e ammazzati".
Iamonte – No.
Pm – Quindi anche lui è pazzo, ha le visioni, si inventa
cose.
Iamonte – Sostiene lui, ma io non l'ho mandato mai.
Pm– E anche qui, allora, le chiedo, ma per quale motivo inventerebbe queste cose nei suoi confronti? Lei viene, tra l'altro, da una famiglia così pesante.
Iamonte – Cosa c'entra la mia famiglia?
Pm – C'entra la sua famiglia.
Iamonte – Non c'entra nulla.
Pm – Perché Lei è figlio... di chi è figlio, di chi è nipote, e in Paese è notorio che la vostra fama non è proprio una fama positiva, è una fama sinistra, una fama criminale, una fama pesante. Eh, questa è la verità, non è che la sto inventando io, esiste da che esiste la vostra famiglia.
Iamonte – Ho sempre lavorato, ho studiato, ho lavorato, non...
Pm – Quindi, il padre perché si inventa queste cose?
Iamonte – Non ho idea, comunque, le ripeto...
Pm – È pazzo. Possiamo sostenere che è pazzo? Possiamo sostenere che la ragazza è pazza?
Iamonte – Da quello che dice sicuramente sì.
Sono tutti pazzi: la minorenne, il padre di quest'ultima e il ragazzo vittima di pestaggio. Quando gli inquirenti gli contestano degli elementi lui si trincera dietro a un "non ricordo". Al momento però non ha convinto nessuno e Iamonte rimane in carcere con delle accuse pesantissime.
Per approfondire la vicenda:
http://ildispaccio.it/dossier/119894-il-figlio-del-boss-iamonte-tra-stupri-e-trans
http://ildispaccio.it/firme/120276-i-lupi-il-branco-e-le-vere-bestie
http://ildispaccio.it/firme/119935-nove-cazzi-piccoli