“I politici passano, ma i dirigenti restano… E io vi spacco il culo”

cammeramarcellogiovane 500di Claudio Cordova - Potente e intoccabile per diversi lustri. Poi oggetto di attacchi mediatici e politici, riuscirà, anche attraverso i contatti con la stampa procuratigli da Paolo Romeo, a superare diverse stagioni. Immarcescibile, Marcello Cammera, il dirigente dei Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria fermato nell'ambito dell'inchiesta "Reghion", curata dai Carabinieri.

Due dipendenti del Comune, Antonio Greco e Giovanni Festa, commentano l'assunzione del fratello di Marcello Cammera, Toni Cammera, nella società spagnola che gestirà le fognature a Reggio Calabria:

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FESTA

Questa qua, ...la prende e gliela da a quelli del servizio idrico integrato e alle fognature, se no è, ...vengono, fanno il sopralluogo, se non è competenza loro scrivono ai vigili urbani e gli dicono, vedete che hanno fatto un allaccio sulla nostra rete idrica e sulla nostra rete fognatura da parte di privati che non sono stati autorizzati, di voler provvedere a identificarli, perché gliela devo fare io?

GRECO

Però scusa che mi permetto di dirtelo ingegnere...

FESTA

Non gli scrivo io al servizio idrico, se la fotte il dirigente capito?

GRECO

Va bene ..io intanto

FESTA

Perché al fratello del dirigente è stato assunto nella nuova società che gestirà

GRECO

Eh

FESTA

Le fognature , quelle dei settanta milioni di euro

GRECO

Mannaggia la madosca mannaggia! ...e mio figlio è a casa!

FESTA

Li sai tu queste cose?

GRECO

Eh! ...mannaggia a dilli mannaggia!

FESTA

Li sai tu queste cose?

GRECO

No, no

FESTA

Me l'hanno detto ieri

GRECO

Appunto ha lottato per suo fratello poi ...mannaggia a dilli e i miei figli sono a casa

FESTA

Hai visto?

GRECO

Mannaggia la madosca

FESTA

Ti ho detto che vanno a fare

GRECO

Eh!

FESTA

Le fognature e le carica a noi ...ah?

GRECO

AHHHHH! ...la è tutto ...inc... mannaggia la morte mannaggia, poi uno dice che si deve mettere, ...mannaggia la morte mannaggia

FESTA

...inc... cioè ieri per caso mi trovavo, mi ha detto Giovanni allora? il dirigente? mi ha detto lo sai al signore, mi ha detto l'architetto l'ha sistemato

GRECO

Mannaggia la morte, mannaggia!

FESTA

Infatti sapevo ...inc... lui faceva il rappresentante della ...inc... lo ha fatto ritirare per pararsi il culo lui e lo ha inserito dentro la società spagnola che gestiva i servizi delle cose ...COMPARE!

GRECO

No il delinquente devo fare, il delinquente! ...il delinquente uno deve fare, non c'è niente da fare

FESTA

...hai capito? Antonio hai voglia che scriviamo

GRECO

Ha sempre da imparare

FESTA

Via BLIGNY

GRECO

Ha sempre da imparare, si via BLIGNY

FESTA

Ti è chiuso il cerchio?

GRECO

Certo, certo...

Tuttavia, nonostante quest'aurea di onnipotenza che lasciava sgomenti e pavidi i dipendenti, pur a conoscenza di gravi illegalità perpetrate da Cammera, gli attacchi provenienti dapprima dalla Commissione Parlamentare Antimafia e, poi, soprattutto, dall'assessore ai lavori pubblici Angela Marcianò avevano incominciato ad incrinare l'immagine autoritaria che il dirigente comunale imponeva all'interno dell'Ufficio. E mentre questa percezione andava montando in Marcello Cammera la sua reazione svelava il metodo allusivo e mafioso con cui la sua autorità all'interno dell'Ufficio Tecnico ed il silenzio pavido dei relativi dipendenti, erano stati conquistati. I Carabinieri, infatti, sottolineano l'atteggiamento arrogante e minaccioso nei confronti dei suoi collaboratori è quella intercorsail 12.05.2015 con Giuseppe Quartuccio, conversazione nella quale traspaiono i toni minacciosi usati da Cammera. Questi, infatti, dice a Quartuccio di aver riferito a suoi responsabili, durante una riunione, di non farsi prendere la mano dai nuovi amministratori (del comune di Reggio Calabria) che, a suo dire, peccano d'esperienza "non vi fate prendere dal vortice della situazione di questi giovani amministratori che sono inesperti e la loro inesperienza spesso li induce a voler fare, a voler strafare". Aggiunge di aver detto loro "non vi fate prendere dal vortice, vi prego perché poi voglio evitare le spiacevoli conseguenze. Tra l'altro per voi sarebbe più semplice – morto il re, viva il re – ma vedete che io godo di ottima salute e vi vorrei ricordare che gli assessori, i Sindaci, i consiglieri comunali vanno e vengono ma i dirigenti restano ed io gioco forza devo stare qui altri 8-9 anni. E pure se ruoto, sarò sempre il vostro dirigente". Ancora, evidenziando palesemente i toni minacciosi, dice sarcasticamente "io li guardavo a tutti quanti, a MACRI, a Postorino a tutti quanti. Gli ho voluto dire – state attenti perché...la ruota gira...e se oggi vado alla Cultura domani posso tornare ai Lavori Pubblici, all'Urbanistica...e vi spacco il culo lo stesso".

Per coltivare la sua autorità ed il determinismo nelle vicende connesse alla gestione dei lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria, Marcello Cammera soleva adottare un metodo che con arguta, quanto efficace metafora, è definito nell'informativa dei Carabinieri dell'inarrestabile "treno in corsa". In sostanza, egli tendeva a gestire gli appalti ed le altre forme di aggiudicazione dei lavori, orientandone capziosamente gli esiti, secondo un piano strategico più consono agli interessi che egli intendeva tutelare. Quindi, così avviato il procedimento amministrativo, questo era gestito sempre alla scadenza dei relativi finanziamenti; così, non era più possibile rivedere talune scelte che ne avevano decisamente orientato gli esiti, pena la perdita di tali finanziamenti. In sostanza, l'amministrazione comunale era posta nel dilemma se perdere la possibilità di realizzare una certa opera ovvero eseguirla, assecondando gli scellerati piani strategici e la relativa tutela di sottostanti inconfessabili interessi di cui Cammera era protagonista e tutore. Ed è evidente come la politica non potesse che assecondare il "treno in corsa" lanciato da Cammera ed accettare l'esito che egli aveva strategicamente preordinato.

Un paradigmatico esempio del metodo adottato è quello relativo alla riqualificazione del Corso Garibaldi. Ed infatti, la strada di sostituire il basolato storico esistente con un nuovo, è frutto dell'originaria falsa indicazione, in sede di saggi tecnici, dell'inutilizzabilità della vecchia pavimentazione. Così tutto l'appalto era gestito in funzione della nuova pavimentazione e quando la Soprintendenza scopriva l'inganno, ecco che il Comune di Reggio Calabria si è trovato innanzi al predetto dilemma.

Ed ancora, mutatis mutandis, medesimo metodo è ravvisabile nella vicenda riqualificazione del Lido Comunale: "È dimostrato che Cammera, sotto la magistrale regia di Paolo Romeo riesce ad incanalare le scelte dell'amministrazione attraverso un percorso obbligato precostituito, paventando poi, in caso di ostacolo alla procedura prefigurata dai sodali, la perdita dei finanziamenti pubblici per scadenza dei termini. Le situazioni in questione hanno tutte un denominatore comune, sul quale Cammera fa leva all'occorrenza, ovvero la prospettazione all'ente da parte del dirigente, in caso di ritardi nelle procedure, della perdita dei finanziamenti pubblici. Cammera, infatti, sa bene che il mancato impiego dei finanziamenti nei termini previsti porrebbe l'amministrazione comunale in evidente difficoltà. Di conseguenza l'ente nulla può fare se non appiattirsi alla soluzione preordinata dal Cammera" è scritto nelle carte d'indagine.

L'operato di Cammera emerge sul rischio di dispersione dei fondi comunitari, per i quali lo stesso, prospettando alla sua amministrazione ed agli occhi dell'intera collettività dello Stretto mira a delegittimare il ruolo della Soprintendenza, ritenendola responsabile di rallentare l'iter burocratico per l'assegnazione definitiva dell'appalto, palesando l'effettivo rischio della perdita dei relativi fondi stanziati. La conversazione sopra indicata fa infatti emergere l'artificioso programma; Cammera infatti riferisce al suo interlocutore che non sussiste alcun pericolo tale che i finanziamenti possano andare perduti ma, nell'ottica del piano ingannevole, è sua intenzione far credere l'opposto "I finanziamenti noi c'abbiamo ancora la possibilità di recuperarli perché non erano stati ancora affidati...nel senso che era un ...inc... che rientrava nei residui...cioè Barreca sa più di me, il tempo c'è ancora per recuperarli....però noi stiamo dicendo che si perdono".

Inquietante un ulteriore dialogo con l'onnipresente Paolo Romeo. Questi tranquillizza il suo interlocutore e al tempo stesso ci tiene a sottolineare che, l'esistenza di un procedimento penale non definito non costituisce necessariamente una questione pregiudizievole al rilascio di un titolo autorizzativo: "intanto, voglio dire, anche la procedura penale in corso non è che è un pregiudizio automatico". Marcello Cammera fornisce una risposta che certifica il suo inserimento in un sistema criminale con il quale agisce in perfetta sintonia, infatti, in tono beffardo, come a volersi dissociare dai doveri derivanti dal suo ruolo di dirigente pubblico, ribadisce che per i Commissari rappresenta comunque un pregiudizio e che loro sono lo Stato: "per loro lo è un pregiudizio, capisci? Perché dice – noi non possiamo andare a dare oggi a persone che risultano indagate o denunciate, un rinnovo di questa concessione – c'è un procedimento comunque, non è che non c'è il procedimento, perché la loro preoccupazione è sempre questa, ricordati che loro sono lo Stato, sono la Prefettura quindi si preoccupano della legittimità e della legalità".

"Ed effettivamente è inquietante l'attribuzione del "loro" custodi della legalità riferito ai Commissari Prefettizi che rappresenta una schietta dissociazione del Cammera da siffatti punti di riferimento e parametri di comportamento che dovrebbero essere propri di ogni dipendente pubblico, specie di coloro chiamati a dirigere Uffici della rilevanza di quello demandato alle cure del prefato dirigente. Ed ancora più inquietante è constatare come al "loro" paladini della legalità, il Cammera contrappone implicitamente un "noi" in cui include egli stesso ed il suo interlocutore: Paolo Romeo. Da una parte lo Stato, dall'altra la ndrangheta. Cammera dichiara così da che parte egli intende collocarsi" scrivono gli inquirenti.