Gli uffici del Comune di Reggio Calabria al servizio di Paolo Romeo

reggiopalazzosangiorgio15aprdi Claudio Cordova e Angela Panzera - Anche durante la gestione commissariale del Comune di Reggio Calabria Paolo Romeo sarebbe riuscito a intrecciare relazioni ed esercitato la propria interferenza, che scaturirebbe sia dal passato mafioso, sia dall'appartenenza a una potente associazione segreta, su dirigenti e funzionari dell'ente locale. Numerosi i contatti tra l'avvocato Romeo e gli architetti Marcello Cammera (dirigente del settore Lavori Pubblici), Domenico Macrì, Giovanni Borrello, nonché il dottor Giuseppe Quartuccio, responsabile dell'Ufficio relazioni con il pubblico di Palazzo San Giorgio.

L'intervento di tali soggetti sarebbe stato ripetutamente sollecitato dall'avvocato Romeo, per la risoluzione delle più disparate problematiche: dal mercato ortofrutticolo ai lavori di rifacimento del lungomare di Gallico fino alle concessioni demaniali per gli operatori locali. Pressioni, anzi, "ordini", come scrive la Guardia di Finanza nel proprio rapporto alla Dda. L'obiettivo: definire pratiche urbanistiche, accelerare il rilascio di concessioni o variare, in corso d'opera, la realizzazione di lavori pubblici ricadenti sul territorio, soprattutto con riferimento a Gallico, periferia nord della città e feudo dell'avvocato Romeo.

Insomma, in una affermazione: tutto per ingerire nella vita pubblica di Palazzo San Giorgio.

"Marcello, ma che cazzo combini, figlio?" direbbe in un'intercettazione Romeo all'architetto Marcello Cammera, influente dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria. L'avvocato lamenta l'inizio dei lavori sul Lungomare di Gallico, prima che siano stati ultimati quelli relativi ai parcheggi. Un rapporto quasi di sottomissione quello di dirigenti e funzionari. In una occasione, dimostrando di aver accusato i rimproveri mossi da Romeo, è Cammera a richiamare l'Avvocato, a suo dire, reo di non avergli regalato il pescato della sera precedente, lo fa, tuttavia, con un tono sarcastico a conferma di un evidente atteggiamento riverente nei confronti dello stesso Romeo "•••è successo che tu ci convochi, ci chiami, ci rimproveri, ci cazii, però io ieri sera son dovuto andare al supermercato a comprare le orate mentre tu hai preso, dicono ... venti chili ... [risata di Romeo].

L'architetto Borrello sarebbe stato invece interessato da Romeo, su esplicita richiesta del commercialista Natale Saraceno (tra gli arrestati), al fine di risolvere le problematiche burocratiche relative al rilascio delle autorizzazioni necessarie all'apertura di una nuova attività commerciale in seno alla ditta Teddy Market. I soci, infatti, erano in attesa di una licenza di esercizio alla vendita e alla distribuzione di pane presso un immobile commerciale, quando la presenza di alcune irregolarità impediva la concessione della relativa licenza di esercizio. Romeo chiede quindi di accelerarne il procedimento burocratico, ricevendo le rassicurazioni da parte di Borrello, il quale si offre di andare personalmente martedì a sollecitare il tutto. La questione verrà, quindi, risolta da Borrello dopo un 'intensa e articolata 'serie di condotte che, a risultato ottenuto, lo porterà ad esprimere tutta la sua soddisfazione allo stesso Romeo durante un colloquio telefonico in cui risulterà emblematica l'espressione "Abbiamo vinto! Abbiamo vinto".

Quartuccio invece risulta essere intervenuto anche in merito alla questione di "Gallico Mare", relativa al rilascio della concessione demaniale dell 'arenile di Gallico nei confronti di alcuni operatori commerciali del lungomare, al momento bloccata per l'esistenza di alcune denunce, relative all'anno precedente, nei confronti degli stessi richiedenti. Quartuccio si rende portavoce dell'idea dell'avvocato che, per aggirare l'ostacolo, individua la soluzione nel far presentare richiesta di concessione a soggetti diversi da quelli denunciati "...per cui, dinanzi a questa obiezione, quello che si può rispondere: nessuno dei denunciati sarà richiedente quest'anno!".

Questo il commento finale del Gip Barbara Bennato: "Orbene, anche a commento di tali emergenze,non può che evidenziarsi la straordinaria rete di relazioni e la capacità delle singole associazioni (volano, come visto, degli occulti interessi dell'associazione segreta) di interloquire, in un rapporto di ingiustificata quanto reale parità, con gli organi istituzionali, possibilità garantita dalla pletora di stabili sodali collocati in posizioni strategiche all'interno dei singoli organi od enti sopra citati. E come già evidenziato, tali rapporti non rinvengono la loro eziologia esclusivamente nell'estroversione caratteriale del Romeo, nella sua inclinazione alla socializzazione,ma si innestano, in una sorta di fitta ragnatela, nei contatti, collettivi e corali, portati anche dagli altri associati. Certamente straordinaria è, nella comune tensione degli associati, la capacità di piegare l' imponente rete relazionale alla preminente esigenza di garantire a Romeo (ed in parte anche al Marra) di restare baricentrico nei sistemi di potere sociali dominanti la scena pubblica reggina e così, agevolare, gli esponenti della 'ndrangheta con cui egli (ed il Marra) intrattiene stabili e sinallagmatici rapporti".