Dimitri De Stefano: “E’ da una vita che mantengo distacco con la famiglia”

destefanodimitri 500di Angela Panzera - "Ma io non mi posso trovare qui, dottore, così. Io capisco lei, capisco gli inquirenti, io perché mi chiamo De Stefano mi trovo in questa situazione? No. Io ho fatto di tutto nella mia vita per non trovarmi in questa situazione e poi mi ci ritrovo non per me, ma per uno che fa il mio nome o per un altro che dice che io cerco casa e poi porto imbasciate. Dottore, io sono qua per chiarire la mia posizione". Dimitri De Stefano non ci sta. Non ci sta ad essere accusato di essere un'appartenente all'omonima famiglia mafiosa. Il padre, Paolo, è stato uno dei "capi" della città, il fratello Peppe è finito in galera molti anni fa in quanto accusato di gravi reati nonché di essere il "Capo Crimine" della 'ndrangheta e quindi l'esponente più influente del mandamento reggino. Per molti anni è stato ritenuto dai più il "volto pulito" della famiglia. Colui il quale si è sempre tenuto alla larga dai giri criminali e ha frequentato le serate della movida reggina come un "semplice" ragazzo. Tutto questo fino a quando non è scattato il blitz dell'operazione ella Squadra mobile denominata "Sistema Reggio".

All'indagato, la magistratura contesta la vicinanza alla famiglia di appartenenza. Vicinanza criminale, ovviamente. Ma Dimitri De Stefano non ci sta, e rivendica il distacco instaurato con la famiglia: "E' una vita che lo mantengo" dice.

Secondo i pm Rosario Ferracane e Roberto di Palma, Dimitri De Stefano con la 'ndrangheta ci aveva a che fare eccome. Nelle intense settimane che precedono l'inaugurazione del "Ritrovo Libertà", acquisito da Carmelo Giuseppe Nucera, dopo varie intimidazioni subite dai precedenti proprietari, i Nicolò di Villa Arangea, a essere interpellato, per evitare nuovi guai all'immobile, sarebbe stato anche Dimitri, l'unico tra i figli di don Paolino a essere in libertà. A raccontare l'accaduto, nelle conversazioni captate dalla Squadra Mobile, è Roberto Franco, reggente dei clan De Stefano e Tegano per metà del rione Santa Caterina. Non uno qualunque, quindi. Con un'affermazione dal carattere pienamente etero-accusatorio, Franco riferirà all'attivissimo Nucera di avere interessato della questione direttamente Dimitri De Stefano: "Lo sai cosa mi ha detto Dimitri? <Tranquillo>". E, cosa ancor più significativa sul piano indiziario ed a carico di quest'ultimo, di averne ricevuto le più ampie rassicurazioni unitamente all'indicazione di risolvere ("chiarire") il contrasto con gli Stillittano. Questi, infatti, sarebbero i rappresentanti rionali dell'area del clan Condello e avrebbero già ricacciato via i Nicolò, precedenti proprietari dell'immobile appartenuto ai Malavenda, con diverse intimidazioni: "Dice <per noi sì> dice... <però il problema là> ... il problema ce l'ho io, gli ho detto io, va e se lo chiarisce!". E per gli inquirenti, il fatto stesso che il referente dei De Stefano-Tegano su Santa Caterina si sia rivolto a Dimitri De Stefano è la prova più forte dell'inserimento dello stesso nelle dinamiche criminali: "Tranquillo" avrebbe infine risposto il figlio di don Paolino De Stefano. Accusa questa che Dimitri De Stefano ha respinto fin dal primo momento ossia dall'interrogatorio di garanzia quando è comparso, assistito dagli avvocati Marcello Manna e Vera Emilia Giurato, dinnanzi al gip Massimo Minniti.

De Stefano: "non ne ho idea, si può avere un confronto con questo signore? Se si può sentire"

Gip: "Adesso in questa sede no".

De Stefano: "un'intercettazione, perché io non ho idea perché questo signore fa il mio nome. Secondo me è un nome storpiato questo, da Demetriu, perché c'è un'altra cosa, dottore: Demetriu, in dialetto, si chiama Dimitri a Reggio Calabria, si deve sentire bene questa intercettazione. Io non conosco questo soggetto (...)Io non lo conosco, se mi può far fare un confronto... Possiamo parlare con questo signore perché ha fatto il mio nome. Io sono qui a disposizione per chiarire la mia posizione perché è una vita che cerco di stare lontano da questi posti ed è una vita che mi ci portate in questi posti. Io non voglio conoscere le persone e poi mi ritrovo a giustificare dicendo: "Tu conosci questa persona perché l'ho conosciuta in questo posto". Fuori conosco tutti, tranne che certe persone. È da una vita che lavoro, dottore".

Il "rampollo" della famiglia di Archi quindi contesta di conoscere Franco, ma anche quando il gip gli chiederà se conosce il collaboratore Enrico De Rosa, l'indagato affermerà con forza di non averlo mai né visto né frequentato. Secondo quanto messo a verbale dal collaboratore di giustizia gravitante nell'orbita della cosca Caridi-Borghetto-Zindato operante nella zona Sud della città, Dimitri De Stefano si era recato presso l'agenzia immobiliare della stesso De Rosa e, dopo aver compilato una scheda cliente con il mero pretesto di essere interessato ad un appartamento, aveva poi svelato il reale motivo della visita, portando una "imbasciata" da parte di Giovanni De Stefano, "Il Principe", figlio del boss Giorgio De Stefano, assassinato nel 1977 a Santo Stefano in Aspromonte. Una "imbasciata" che De Rosa avrebbe dovuto riferire all'amico di sempre, Demetrio Sonsogno, "Mico Tatù", collettore delle tangenti per il clan De Stefano: "Digli a Mimmo che lo vuole Gianni" sarebbe la frase riferita da Dimitri. L'episodio, peraltro, ha trovato un puntuale riscontro di tipo oggettivo in occasione della perquisizione eseguita alla fine del 2014 presso un locale commerciale nella disponibilità di De Rosa: è stato infatti rinvenuto copioso materiale cartaceo riconducibile all'agenzia immobiliare denominata DRS Agency Immobiliare srl (di cui era titolare il collaboratore giustizia) ed è stata successivamente sequestrata dalla P.G. una "scheda-richiesta" dell'aprile 2011, con l'indicazione, oltre che della tipologia di immobile di interesse, del nome "Dimitri" e del relativo recapito telefonico. Lo stesso collaboratore ha peraltro chiarito - in occasione di un nuovo interrogatorio - la ragione sottesa alla "imbasciata" ricevuta dal Dimitri De Stefano ed indirizzata dal cugino di quest'ultimo, Giovanni De Stefano, a Demetrio Sonsogno, ricordando l'episodio e ricollegandolo direttamente ad una vicenda estorsiva allo stato però non suscettibile di più ampia discovery a causa di indagini in corso. Ecco il "metodo De Stefano". Avvicinare con buone maniere e con un pretesto, per parlare di 'ndrangheta. Le informazioni sull'immobile, infatti, non avranno alcun seguito: "Era una minchiata" dice il collaboratore De Rosa. "Poi tutti gli altri miei rapporti con Dimitri De Stefano sona stati solo ed esclusivamente tipo a bere ed a ballare nei cocktail bar in giro e lui mi portava rispetto perchè io ero con Mimmo e quindi sapeva chi ero, che ero sempre con lui e basta, dopodiché anche quando io poi ... Mimmo l'hanno arrestato si può lui ha raffreddato quelli che erano i rapporti" afferma ancora De Rosa. Il collaboratore ha riferito di un ulteriore episodio (collocato tra gli anni 2010 e 2011) relativo ancora una volta ad una "ambasciata" portatagli dallo stesso Dimitri, con la quale quest'ultimo - sempre per conto del cugino Giovanni, "Il Principe" - gli comunicava uno spostamento di orario (informazione da recapitare a Demetrio Sonsogno) in relazione ad un "incontro" di 'ndrangheta che si sarebbe dovuto tenere (e che poi in effetti si tenne) presso i locali di un B&B gestito da De Rosa ed a tal fine messo a disposizione da quest'ultimo. De Rosa ha poi evidenziato la circostanza per cui il Dimitri De Stefano godesse direttamente dei "benefici' economici legati all'appartenenza all'omonima cosca di 'ndrangheta, anche con riferimento all'attività di lavoro "ufficialmente" svolta (rappresentante della ditta di salumi Beretta): "Dimitri De Stefano, allora, quello che so io è che lui godeva dei benefici della potenza criminale della famiglia. Che cosa intendo godeva dei benefici? Perche lui entrava nei locali e non pagava, andava nelle attività commerciali e sponsorizzava le aziende che gli parevano a lui". Insomma, con Dimitri gli affari andavano bene. "Fornisce tutte le principali attività di Reggio Calabria, le fornisce lui..." dice ancora De Rosa. Il perché è presto svelato: "Quello che so io è che siccome a Dimitri De Stefano le cose gliele comprano, per stare tranquilli diciamo. Questo qua lo so perchè lo so, perchè me lo ha detto Mico, perchè me lo ha detto un altro commerciante mezzo pazzo, Pietro (incomprensibile),che aveva un bar di fronte la cosa ... mi ha detto, come fai a non prendere le cose da Dimitri, questo è anche un po' ricchione, e, praticamente, come fai a non prendere le cose da Dimitri, almeno se ti compri i prodotti da Dimitri sei tranquillo perchè uno fa l'uno e l'altro, inteso che compri il prodotto e, in più, hai la protezione, la tranquillità che gli cacci il cappello ai De Stefano".

Ma l'indagato respinge con forza le accuse e chiede più volte al gip di fare un confronto con il "pentito" De Rosa.

Gip:" Conosce De Rosa Enrico?"

De Stefano: "No".

Gip: "L'ha mai visto?"

De Stefano: "No, guardi io conosco... Frequentando Reggio, girando a Reggio, uscendo la sera, poi con il lavoro che faccio io sono sempre in giro, può anche essere che lo conosco di vista o che ci salutiamo, ma non solo a lui, parlo con tutti quanti a Reggio".

Gip: "A noi qui lui adesso interessa".

De Stefano: "No, che io ricordi non lo conosco".

Gip: "Non l'ha mai sentito nominare? Non sa nulla di questa persona o sa..."

De Stefano: "Tramite giornali, quello che..."

Gip: "Sa che lavoro fa?"

De Stefano: "No".

Gip: "Se le dicessi che fa, che faceva l'agente immobiliare?"

De Stefano: "Guardi, io ho letto quello che riguarda me nell'ordinanza. Io vivo solo e cercavo casa, per affittarmi casa, e io ho girato parecchie agenzie a Reggio Calabria, ma parecchie, per più di un anno ho impiegato a trovare una casa per andare in affitto, ne ho girate parecchie, quindi non ricordo se realmente sono andato da questo signore, che lui dice che sono andato da lui(...)No, dottore, non ho mai compilato..., in nessuna agenzia di Reggio Calabria non ho mai compilato una carta.

Gip: "È sicuro?"

De Stefano: "Sicurissimo".

Gip: "Però le devo contestare che la Polizia è andata a fare la perquisizione da De Rosa e ha trovato la sua scheda".

De Stefano: "Ma io non ho compilato, io non ho compilato nessuna carta. Se poi c'era una carta compilata..."

Gip: "Intendiamoci, magari non l'ha compilata lei..."

De Stefano: "Se c'era una carta compilata, non l'ho compilata io. Se sarò passato da quell'agenzia a chiedere casa, può anche essere vero, ma non me lo ricordo".

Gip: "Ma quand'anche lei abbia dettato il nome e il cognome, "cerco un appartamento di cento metri o di mille metri"...

De Stefano: "Sì sì, ho capito quello che vuole dire..."

Gip: "e la compila il De Rosa".

De Stefano: "Io non ricordo di questa cosa".

Gip: "comunque abbiamo prova che lei c'è andato".

De Stefano:" Sì".

Gip: "E alla fine, però dice: "Digli che lo vuole Tizio, digli a Tizio che lo vuole Caio".

De Stefano: "Non è così dottore, non ho mai parlato con il signor De Rosa, non lo conosco".

Gip: "E a Sonsogno e a Giovanni De Stefano li conosce?"

De Stefano: "Allora, Giovanni De Stefano è mio cugino, Sonsogno l'ho conosciuta nell'ultima carcerazione che ho avuto qua, che sono stato 28 giorni.

Gip: "E poi?"

De Stefano: "Mai avuto rapporti"(...)

Pm Di Palma: "Ma dunque lei questo De Rosa e questo Franco non li conosce?"

De Stefano: "No. Può essere, dottore, che lo conosco di vista".

Pm Di Palma: "Sì sì, quando dico "conoscere" non intendo".

De Stefano: "Personalmente che abbia rapporti, non ho mai avuto rapporti, no. Con chi ho rapporti lo dico. Io, dottore, sono sempre stato sotto osservazione dagli inquirenti, che mi portino, credo..."

Pm Di Palma: "E il motivo per il quale De Rosa dovrebbe rendere delle dichiarazioni su di lei?"

De Stefano: "Andiamo a chiederglielo, dottore".

Pm Di Palma: "Noi glielo abbiamo chiesto, infatti, e lui ci dà delle sue spiegazioni, io chiedo a lei".

De Stefano: "Non me lo spiego perché io uscivo la mattina e lavoravo, poi tornavo la sera..."

Pm Di Palma: "E del Franco lo stesso ragionamento?"

De Stefano: "Zero totale, zero, veramente. Si può parlare con questo signore? Chiariamo questa posizione.

Anche con il cugino Giorgio De Stefano, Dimitri riferirà di non avere tutti questi grandi rapporti, pari quindi quasi al nulla.

Pm Di Palma: "Ma con la sua famiglia e con la famiglia dell'Avvocato Giorgio De Stefano avete occasione di vedervi?

De Stefano: "Quando, io mi sono visto qualche volta, dopo l'arresto di mio fratello Carmine De Stefano, perché mi diceva mia madre che siccome aveva avuto un problema di spese giudiziarie, aveva nominato l'Avvocato Giovanni De Stefano, che sarebbe mio cugino. Quindi mia madre, qualche volta mi ha detto: "Vai a vedere se ci sono novità". Allora sono andato allo studio una o due volte, ho parlato con Giovanni".

Pm Di Palma: "Di che periodo stiamo parlando?"

De Stefano: "Dopo che l'hanno arrestato, quando è stato? Mio fratello Carmine è stato arrestato a febbraio dell'anno scorso, due o tre volte, ora non ricordo bene, anche perché sono sempre in giro".

Pm Di Palma: "Ma per quanto riguarda, viceversa occasioni tipo festività, Natale, la Pasqua vi vedevate, le passate insieme?"

De Stefano: "No no, io le passo solo con mia madre, io sono andato a vivere anche solo. Io, solo con mia madre che sta male e mia sorella che sta poco bene, solo con loro(...)

Pm Di Palma: "Circa la casa di cui lei parlava, lei ha detto: "Io cercavo una casa al centro"?

De Stefano: " Sì, in centro, però poi ho trovato...Perché in centro chiedevano prezzi pazzeschi e non sono case, ho trovato una casa, diciamo casa, ad un prezzo più basso. Poi sono ad un minuto dall'autostrada, e poi siamo in centro alla fine perché in un minuto sei sul ponte Libertà e da lì vai ovunque.

Pm Di Palma: "Lei ha detto che l'ha trovato tramite una sua amica?

De Stefano: "Sì, tramite passaparola. Sì, tramite una mia amica che doveva comprare casa, aveva visto una casa e mi aveva detto: "Sai, ci sono degli appartamenti carini là..."

Pm: Ci può dare il nome di questa sua amica?

De Stefano: Sì, Omissis Foti.

Pm Di Palma: "È individuabile, come? Perché penso che forse Omissis Foti che ne sarà più di una a Reggio Calabria".

De Stefano: " È la figlia del Presidente Foti".

Pm Di Palma: "Okay".

Gip: "Il Presidente della Reggina, intende?".

De Stefano: "Sì. Scusi, noi a Reggio lo chiamiamo Presidente, lo identifichiamo".

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Le contestazioni investigative a Dimitri De Stefano: http://ildispaccio.it/dossier/102639-sistema-reggio-e-dimitri-de-stefano-disse-per-noi-si

Le parole dei pentiti: http://ildispaccio.it/dossier/102762-il-volto-pulito-inserito-nel-clan-cosi-i-pentiti-raccontano-dimitri-de-stefano