di Claudio Cordova - Sarà in Canada, dove è nato o chissà dove, all'estero. Fatto sta che dallo scorso 10 marzo, Giuseppe Vincenzo Infusini, per tutti Joe, è irreperibile. E' lui uno dei soggetti per i quali Carabinieri e Guardia di Finanza non hanno potuto eseguire il fermo disposto dalla Dda di Reggio Calabria. L'indagine curata dal procuratore aggiunto, Nicola Gratteri, e dai sostituti Antonio De Bernardo e Simona Ferraiuolo, si avvarrà delle dichiarazioni di un imprenditore della Locride, Nicodemo Panetta, che deciderà di denunciare il sistema usuraio messo in atto da soggetti ritenuti a vario titolo vicini alle cosche della fascia jonica reggina. Le persone coinvolte sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura ed esercizio abusivo del credito, con l'aggravante del metodo mafioso. L'indagine, condotta sotto la direzione della D.D.A. di Reggio Calabria, prende le mosse dalla denuncia di Panetta, imprenditore operante nel settore tipografico, ora residente unitamente al suo nucleo familiare in località protetta, il quale ha delineato una complessa attività di usura posta in essere ai suoi danni da soggetti contigui alle cosche di 'ndrangheta del luogo: gli Ursino–Macrì e Jerinò di Gioiosa Jonica, i Rumbo–Galea–Figliomeni di Siderno, i Bruzzese di Grotteria, i Mazzaferro di Marina di Gioiosa Jonica.
E nelle dichiarazioni di Panetta finisce anche il nome di Infusini. Dalle carte d'indagine: "In denuncia risulta che il 10.02.2009 concesse un prestito di €10.000 al denunciante applicando interessi del 15% mensile progressivo costituito da un 10% riconducibile a soggetti terzi cui lo stesso farebbe da intermediario e un 5% direttamente a lui quale rischio di insolvibilità. Il debito è stato estinto in data 10.12.2009 cosi come pattuito. Analoga operazione per un prestito di € 10.000 in favore del denunciante sarebbe avvenuta in data 11.07.2009 con le medesime modalità di interessi progressivi pari al 15% mensile progressivo. Il debito è stato estinto in data Il.05.2010 così come pattuito. Analoga operazione per un prestito di € 10.000 in favore del denunciante sarebbe avvenuta in data 25.05.2010 con le medesime modalità di interessi progressivi pari al 15% mensile progressivo. Il debito è stato estinto in data 23.03.2011 cosi come pattuito. Analoga operazione per un prestito di € 6.000 in favore del denunciante sarebbe avvenuta in data 16.03.2009 con le medesime modalità di interessi progressivi pari al 15% mensile progressivo. Il debito è stato estinto in data 16.12.2009 così come pattuito. Analoga operazione per un prestito di € 10.000 in favore del denunciante sarebbe avvenuta in data 12.10.2009 con le medesime modalità di interessi progressivi pari al 15% mensile progressivo. Il debito è stato estinto in data 12.10.2010 così come pattuito. Analoga operazione per un prestito di € 10.000 in favore del denunciante sarebbe avvenuta in data 18.09.2010 con le medesime modalità di interessi progressivi pari al 15% mensile progressivo. Il debito doveva essere estinto in data 18.08.2011 a 4 assegni non poterono essere incassati. La restituzione dei prestiti è tutt'ora in corso".
Personaggio noto nella Locride, Infusini, essendo anche editore di un organo di stampa, Il Fatto Online.
Una conoscenza, quella con Panetta, che Infusini farà risalire - quando sarà sentito dagli inquirenti – al 2003, proprio all'editoria, per via della comune esperienza professionale per "La Riviera", celeberrimo giornale della Locride: Infusini quale agente pubblicitario, Panetta attivo nella distribuzione. Per gli inquirenti, però, Infusini avrebbe approfittato dello stato di bisogno economico dell'imprenditore facendosi consegnare, dal febbraio 2009 al settembre 2010 – in diverse occasioni – interessi usurai sul capitale prestato proveniente da "altre persone". Interessi che, le indagini della Dda di Reggio Calabria, ritengono essere superiori al 400%. Fatti aggravati dall'aver approfittato di un soggetto in stato di bisogno, ma anche dalle circostanze mafiose, in quanto Infusini si sarebbe avvalso della capacità intimidatoria derivante dalla vicinanza alla cosca Rumbo-Galea-Figliomeni di Siderno; assoggettando ed intimorendo Panetta con frasi quali "c'è gente in galera che aspetta i soldi che servono per il loro mantenimento" e "se non provvedi ti devo lasciare nelle loro mani" evocative di un possibile intervento di appartenenti alla criminalità organizzata.
Ma, prima ancora di diventare noto a quelle giudiziarie, Joe Infusini sarà noto a quelle politiche per la sua vicinanza agli ambienti del Partito Democratico. La foto che pubblichiamo a corredo dell'articolo, infatti, lo ritrae con gli occhiali da vista neri, sorridente, con l'attuale assessore regionale al Lavoro, Federica Roccisano, esponente del Pd "made in Sebi Romeo". Agli atti del Dispaccio, però, vi è traccia anche del ruolo attivo di Infusini all'interno del Pd. E questo non un lustro fa, ma appena otto mesi fa, nella campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale di Siderno. Una campagna elettorale che culminerà con le elezioni che incoroneranno, con un plebiscito, l'ex senatore Pietro Fuda, esponente del centrosinistra. Infusini parteciperà a un incontro pre-elettorale con Fuda, proprio in rappresentanza del Partito Democratico e su delega di Maria Teresa Fragomeni, segretaria del circolo Pd di Siderno, altra donna assai vicina politicamente a Sebi Romeo. Una incombenza che - è ragionevole pensare - non dovrebbe essere affidata a qualcuno che non è tesserato con il partito.
Il tutto mentre le indagini della Dda di Reggio Calabria erano in corso (l'interrogatorio di Infusini risale al 2014). Indagini che porteranno all'emissione di oltre 30 fermi, alcuni dei quali, tra cui quello di Infusini, non eseguiti. Condotte gravi, dalle quali Infusini ha scelto di non difendersi, essendo irreperibile da oltre due settimane ormai. Per lui, infatti, il Gip non si è potuto pronunciare circa l'efficacia o meno del provvedimento di fermo. E non potrà farlo fin quando non rientrerà in Italia.