di Claudio Cordova - Quasi un milione e quattrocentomila euro sottratti e indebitamente acquisiti solo dal Comune di San Lorenzo. Un'infinità di soldi pubblici di cui sarebbe appropriato Rocco Giovanni Maesano, oggi 67enne, e per anni onnipotente Responsabile dell'Area Economica Finanziaria del Comune di San Lorenzo. Il dettaglio delle movimentazioni economiche è compendiato in un'informativa che i Carabinieri hanno redatto e inviato al procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci, e al sostituto Roberto Di Palma. Ora, però, quell'informativa è entrata a far parte del procedimento "Ultima Spiaggia", che vede alla sbarra la 'ndrangheta di San Lorenzo e lo stesso Maesano: sono stati infatti i pm della Dda, Antonio De Bernardo e Antonella Crisafulli, a depositare l'informativa dei militari dell'Arma, che metterebbe nero su bianco inconfutabili elementi concernenti le condotte illecite porte in essere dall'indagato Maesano il quale, avvalendosi della sua funzione di Responsabile dell'Area Economica Finanziaria del Comune di San Lorenzo, si sarebbe indebitamente appropriato, direttamente e indirettamente, di rilevanti somme di denaro in danno delle casse del prefato Ente pubblico. A tal fine, Maesano, avrebbe emesso numerosi mandati di pagamento viziati da falsità di contenuto (beneficiari inesistenti, false e/o inesatte causali di pagamento in merito alla natura degli accreditamenti riferiti a fatti di gestione), provvedendo alla sostituzione degli stessi con altri artificiosamente creati, al solo scopo di far corrispondere quanto annotato sulle scritture contabili tenute dal Comune e il contenuto dei mandati stessi. I Carabinieri avrebbero riscontrato numerosi casi di non corrispondenza tra quanto annotato sui libri contabili dell'Ente e i reali beneficiari dei mandati di pagamento ovvero i relativi importi contabilizzati sul "Giornale di Cassa" tenuto dall'Ente Tesoriere.
Del resto, squarci di luce sull'allegra gestione economica di Maesano erano emersi già dalla prima documentazione acquisita dalla Dda di Reggio Calabria nei procedimenti "Ultima Spiaggia" e "ADA": entrambe culmineranno con decine di arresti tra San Lorenzo e Melito Porto Salvo. Nei procedimenti che metteranno sotto la lente d'ingrandimento i due noti comuni dell'Area Grecanica era già stato evidenziato che il ruolo rivestito da Maesano in seno alle amministrazioni comunali di San Lorenzo e Bagaladi, gli avesse consentito di divenire punto di riferimento della cosca Paviglianiti, non solo attraverso una spregiudicata gestione di entrambi gli uffici finanziari nella sua titolarità, ma anche attraverso la sua ingerenza nelle Aree Tecniche dei predetti Enti pubblici. Sarà lo stesso collaboratore di giustizia Giuseppe Ambrogio, affiliato alle cosche di quei luoghi, a tratteggiare la figura di Maesano: "Detto questo, preciso che del Maesano Rocco Giovanni mi ha parlato mio zio Marino Lorenzo, in particolare dopo che questa persona è stata arrestata di recente e messa ai domiciliari; mio zio mi disse che i Paviglianiti si erano pentiti di avergli dato troppo spazio d'interno dell'amministrazione comunale ed erano ora preoccupati che dall'episodio per cui era stato arrestato potessero poi venir fuori altri problemi che potessero coinvolgerli direttamente; il senso del discorso era, quindi, che erano stati i Paviglianiti a favorire l'importanza della posizione del Maesano all'interno dell'amministrazione comunale e di conseguenza questi doveva dar conto a loro, da cui la preoccupazione degli stessi Paviglianiti per eventuali sviluppi investigativi".
L'informativa depositata dai pm De Bernardo e Crisafulli arricchisce però il quadro. Gli accertamenti bancari che hanno interessato i rapporti intrattenuti da Maesano, dalle associazioni sportive dilettantistiche dallo stesso legalmente rappresentate/gestite e dalle persone a lui legate da rapporti familiari e sentimentali avrebbero evidenziato come, solo una parte, dei fondi sottratti al Comune di San Lorenzo e al Comune di Bagaladi (riscontri eseguiti in maniera marginale dai Carabinieri) sono stati direttamente o indirettamente utilizzati per sostenere le spese di gestione delle società calcistiche A.S. OMEGA BAGALADI SAN LORENZO e A.S. VALLE GRECANICA". Infatti, la documentazione bancaria di dettaglio, fornita dagli istituti di credito interessati, ha messo in luce numerosi pagamenti effettuati in favore di soggetti che, a vario titolo, hanno militato nelle due società sportive, nonché alcuni pagamenti effettuati a favore della "Federazione Giuoco Calcio - Lega Nazionale Dilettanti Calabria" che, con ogni probabilità, si riferiscono ad ammende disciplinari o iscrizioni annuali ai campionati dilettantistici cui le stesse squadre di calcio hanno partecipato: "Tuttavia, occorre precisare che tali pagamenti - chiaramente riconducibili alla gestione delle associazioni sportive calcistiche - benché siano di rilevante importo, risultano essere complessivamente inferiori rispetto all'intera somma di denaro pubblico distratta dal Maesano Rocco Giovanni" precisano i Carabinieri. Il ruolo rivestito dall'indagato nell'ambiente calcistico della zona grecanica, era già stato evidenziato, ancora una volta, dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Ambrogio il quale, nell'illustrare la figura dell'ex funzionario comunale, ha testualmente riferito: "Non conosco personalmente questa persona, ma ho capito che si tratta della persona che gestisce la squadra di calcio del Bagaladi.... OMISSIS.... Nell'ambiente era risaputo che la "fusione" tra le squadre di calcio della Melitese e del Bagaladi - che ha dato vita alla "Valle Grecanica" - è stata decisa da un accordo tra Carmelo Iamonte ed i Paviglianiti, accordo che è andato a tutto vantaggio dei melitesi; non ricordo nello specifico con chi ne ho parlato [...] Devo premettere che nella società si sapeva che la squadra di calcio della Melitese è sempre stata di proprietà di Carmelo Iamonte, che si adoperava molto per questo; ricordo che ne parlavano Angelo Minniti e Gaetano Verduci, che lo appoggiavano in questo, e "Totolino" Mazzeri che invece lo criticava; investiva molti soldi nella squadra Carmelo e tramite Gaetano si occupava anche degli sponsor, ricordo che una volta ha fatto ingaggiare anche un allenatore, tale Iannì, che era amico suo e forse era stato detenuto con lui; una volta Angelo Minniti disse a noi altri affiliati di presenziare allo stadio in modo da mostrarci compatti". Un soggetto, tale Iannì, che gli inquirenti identificano in Natale Iannì, già allenatore dell'A.S. Valle Grecanica e poi coinvolto (e condannato) nel procedimento "Alta tensione", condotto contro la 'ndrangheta del rione San Giorgio Extra di Reggio Calabria.
Ancora una volta criminalità organizzata e calcio. La proprietà "latu sensu" della locale squadra di calcio - ancorché militante nelle serie dilettantistiche - per un sodalizio criminale, rappresenta efficace strumento di prestigio e di controllo del territorio, fonte mediatica di crescente consenso popolare e di proselitismo all'ideologia mafiosa, nonché vettore privilegiato per l'instaurazione o il rafforzamento di mirate alleanze con le altre associazioni operanti nella provincia reggina. Inoltre, le associazioni sportive dilettantistiche - grazie al particolare regime fiscale di cui godono - ben si prestano a operazioni di riciclaggio - anche e soprattutto attraverso le sponsorizzazioni e la tipologia dei compensi erogati agli atleti tesserati. Numerosi i riferimenti possibili, come famoso caso della squadra di calcio dell'Albanova, considerata la squadra di calcio del "clan dei Casalesi", alla Squadra di calcio di Giugliano (NA), indicata quale espressione calcistica del potente clan Mallardo, al caso dell'Acireale Calcio, associazione calcistica indicata vicina al noto clan dei Santapaola, nonché nella realtà locale il caso delle squadre calcistiche A.S. Rosarno, A.S.D. Cittanova Interpiana e Sapri Calcio S.r.l. che, promanazione diretta della cosca Pesce di Rosarno, sono state oggetto di decreto di confisca nell'ambito dell'operazione denominata "All Clean".
Le indagini quindi avrebbero consentito di far emergere in maniera inequivocabile che Maesano avrebbe posto in essere delle condotte tali da far confluire i fondi degli Enti comunali sia sui rapporti bancari della "OMEGA BAGALADI SAN LORENZO" e della "A.S. VALLE GRECANICA", che sui propri conti correnti personali, o su quelli degli altri soggetti (come il figlio Giuseppe Maesano cl.'83, nel genero Giuseppe Pennestrì cl.'68, in Maria Lipari cl.'73 e in Carmelo Iacopino cl.'69, i quali si sarebbero consapevolmente adoperati per occultare l'illecita provenienza delle somme distratte), anche per il sostenimento delle spese di mantenimento e gestione delle predette associazioni sportive dilettantistiche, nell'interesse del rafforzamento territoriale ed economico delle consorterie di 'ndrangheta.
Nello specifico, Giuseppe Maesano dal 2009 al 2012, avrebbe direttamente e reiteratamente provveduto al versamento - su conti correnti accesi a suo nome e/o cointestati con il padre presso la filiale di Melito di Porto Salvo del "Monte dei Paschi di Siena S.p.A." - di assegni circolari, emessi all'ordine di beneficiari che si sono rivelati soggetti inesistenti (frutto dell'inventiva del padre) nonché ricevuto, in data 31.10.2011, due bonifici bancari del complessivo importo di Euro 30.000,00. Il genero Giuseppe Pennestrì cl.'68 per gli anni 2008, 2009 e 2010 avrebbe effettuato plurimi versamenti di assegni circolari frutto dell'illecita condotta del suocero. Questi, peraltro, risulta essere stato intercettato nell'ambito del procedimento "Ultima spiaggia", quando parlando proprio con il dirigente Maesano, evidentemente consapevole di investigazioni nei confronti degli appartenenti alla cosca Paviglianiti confidava al genero il suo forte timore di essere, da li a poco, tratto in arresto: "...il problema sai...ine...penso...Peppe, non so che cazzo stanno studiando...ho mandato coso a vedere se c'è qualche cosa che stanno facendo...inc..ho una sensazione che qualche mattina alle cinque, cinque e mezza mi bussano...hanno parlato assai, Giuseppe...".
Le indagini bancarie condotte nei confronti dei conti di Pennestrì avrebbero consentito di rilevare un bonifico disposto, in data 12.3.2010, in favore di quest'ultimo dal Comune di Bagaladi e accreditato sul conto corrente di cui è titolare (unitamente alla moglie Pasqualina Maesano) acceso presso la filiale di Melito di Porto Salvo (RC) del Banco di Napoli S.p.A., dell'importo di Euro 7.000,00, per il pagamento del mandato nr. 99 del 2010 riportante la causale "GESTIONE SERVIZI RSU", attività di raccolta dei rifiuti solidi urbani che Pennestrì non avrebbe mai potuto svolgere, in virtù del rapporto di lavoro dipendente - con la qualifica di quadro amministrativo - in essere con il Comune di San Lorenzo.
Bonifici disposti dal Comune di San Lorenzo anche per una donna, Maria Lipari, tra il 2011 e il 2012: "Gli accertamenti bancari espletati hanno, altresì, dimostrato con chiarezza che la menzionata Lipari Maria cl.'73, a fronte di ciascun bonifico ricevuto, ha sistematicamente restituito all'indagato, direttamente o indirettamente per il tramite del figlio, Maesano Giuseppe cl.'83, le somme indebitamente ricevute, decurtate di una piccola parte che la stessa tratteneva per sé" scrivono i Carabinieri. Infine, tra i beneficiari delle somme pubbliche anche Carmelo Iacopino, detto "Papatornu", legale rappresentante della "Iacopino Costruzioni" e ritenuto dal collaboratore di giustizia Ambrogio un imprenditore vicino alla cosca Paviglianiti. Sui rapporti bancari intestati e/o riconducibili allo stesso Iacopino è stato rilevato, tra l'altro, l'accreditamento di bonifici disposti dal Comune di San Lorenzo per i quali sono emersi diversi elementi anomali: l'avvenuta emissione, in concomitanza di bonifici ricevuti a pagamento dei mandati 464 e 687 dell'anno 2009, di assegni bancari in favore dell'indagato Rocco Giovanni Maesano e del figlio Giuseppe Maesano e della "A.S. OMEGA BAGALADI SAN LORENZO" mediante i quali, appare oggettivamente evidente l'avvenuta e consapevole restituzione - in tutto o in parte - delle some ricevute; la presenza, in concomitanza di ulteriori bonifici in accredito, di uno o più prelevamenti in contante - per importi pari o di poco inferiori alle somme ricevute - e, pertanto, elementi caratterizzati indizi gravi e precisi tali da far ritenere verosimile, anche per queste ultime somme, l'avvenuta restituzione al dominus di tutto, Rocco Giovanni Maesano.