Si è concluso con dieci condanne - a pene comprese tra i 4 ed i 10 anni di reclusione - e sei assoluzioni il rito di giudizio abbreviato a carico di sedici imputati coinvolti nell'operazione "Hydra" condotta nel gennaio 2011 contro presunti appartenenti alla cosca di 'ndrangheta Vrenna-Ciampa'- Bonaventura di Crotone. La sentenza è arrivata dal giudice dell'udienza preliminare distrettuale, Tiziana Macrì, cui il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, aveva chiesto sedici condanne a pene comprese fra i 3 e i 18 anni di reclusione. Il gup ha condannato Domenico Bevilacqua e Salvatore Ciampà a sei anni di reclusione, Claudio Covelli a otto anni e otto mesi, Pasquale Crugliano a quattro anni, Agostino Frisenda a quattro anni, Carmelo Iembo a nove anni, Antonio Manetta a quattro anni, Giuseppe Passalacqua, considerato il capo della criminalità rom locale, a dieci anni, Leonardo Passalacqua a sei anni, Gaetano Antonio Vrenna a nove anni. Assolti Giuseppe Mesoraca, Francesco Passalacqua, Francesco Pugliese, Armando Aschena, Zani Joues e Massimo Zurlo. Secondo l'impianto accusatorio gli imputati, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, porto e detenzione di armi, traffico e spaccio di droga, sarebbero stati le nuove leve della cosca, che avrebbero sostituito i vecchi vertici arrestati nelle precedenti operazioni della Dda denominate operazioni "Heracles" e "Perseus". Erano costituiti parte civile i collaboratori di giustizia che sarebbero stati vittime, assieme ai loro familiari, di pesanti intimidazioni da parte dei componenti del gruppo criminale, la Camera di Commercio ed il Comune di Crotone. Al termine dell'inchiesta "Hydra" 23 sono state le persone raggiunte da un avviso di conclusione indagini, tra le quali l'ex assessore allo Sport della Provincia di Crotone, Gianluca Marino, accusato di scambio elettorale politico-mafioso. Nell'agosto scorso, proprio in seguito al coinvolgimento di Marino nell'inchiesta antimafia, l'allora ministro dell'Interno, Roberto Maroni, dispose l'accesso antimafia nella Provincia di Crotone. Alcuni indagati hanno però scelto la strada del rito ordinario, che si è concluso a dicembre con il rinvio a giudizio dello stesso Marino, di Damiano Bevilacqua, Luigi Spagnolo, Giovambattista Morabito e Michele Cava, tutti di Crotone. In sedici hanno chiesto invece l'abbreviato.