Omicidio Francesco Macrì a Crotone, assoluzione definitiva per imputato 28enne

Giustizia500E' diventata definitiva l'assoluzione di Gianluigi Foschini, di 28 anni, accusato dell'omicidio del 73enne Francesco Macrì, avvenuto a Crotone nell'agosto del 2014 mentre la vittima era seduta al tavolino di un bar nel centro di Crotone. La Cassazione ha infatti confermato la sentenza di assoluzione emessa nel febbraio del 2021 dalla Corte d'assise d'appello di Catanzaro nei confronti del 28enne accusato dell'omicidio.

L'ipotesi che venne fatta fatta all'epoca dagli investigatori era che l'assassinio di Macri' fosse avvenuto in un contesto di criminalita' organizzata. A compiere l'agguato furono due persone, una delle quali venne identificata in Foschini, mentre l'altro responsabile non e' stato mai individuato. A Foschini, inoltre, veniva contestato di aver sparato i colpi di pistola calibro 22 che provocarono la morte di Macrì.

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Accusa fondata sul fatto che nel luglio precedente la vittima aveva colpito Foschini con uno schiaffo, facendo maturare in quest'ultimo propositi di vendetta. Alla base dell'arresto di Foschini ci fu anche un'intercettazione fatta nella sala d'attesa della Questura di Crotone in cui Vittorio Foschini, fratello di Gianluigi, gli chiese, parlando in dialetto, se lui ed il complice avessero usato un cappuccio per uccidere Macri'. Una frase che per gli inquirenti rivelava che Vittorio Foschini era a conoscenza che il fratello fosse responsabile dell'omicidio del 73enne.

In primo grado Gianluigi Foschini, al quale venivano contestate anche le aggravanti della premeditazione e del metodo mafioso, venne condannato a 30 anni di reclusione nel processo con rito abbreviato svoltosi davanti al Gup distrettuale di Catanzaro, Tiziana Macrì. Nel processo di secondo grado, gli avvocati Francesco Gambardella e Aldo Truncè, difensori di Gianluigi Foschini, presentarono un'istanza alla Corte d'Assise d'Appello, che l'accolse, per chiedere la riapertura dell'istruttoria dibattimentale sottolineando la difficile comprensione della frase pronunciata da Gianluigi Foschini, che rappresentava la prova più importante a carico del fratello.

La consulenza di un perito d'ufficio confermò poi la tesi dei difensori, secondo cui la registrazione del dialogo non consentiva di comprendere le parole pronunciate da Vittorio Foschini. Da qui la sentenza di assoluzione di Gianluigi Foschini, che venne cosi' rimesso in libertà.