Sono 21 i provvedimenti di fermo eseguiti stamane dalla squadra mobile di Croton enell'ambito dell'operazione "Tisifone", coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
Le accuse sono, a vario titolo, quelle di associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, tentata rapina, incendio, porto e detenzione illegale di armi e munizioni.
Le persone coinvolte sono ritenute dagli inquirenti legati alle cosche di Isola Capo Rizzuto, Crotone e Petilia Policastro
I fermati sono:
Salvatore Arena (27 anni, di Isola Capo Rizzuto), Brook Seyoum Asrat (31, di Isola Capo Rizzuto), Gianfranco Calabretta (31, di Isola Capo Rizzuto), Antonio Capicchiano (41, di Isola Capo Rizzuto), Orlando Capicchiano (25, di Isola Capo Rizzuto), Salvatore Capicchiano, detto Porcedduzzu (43, di Isola Capo Rizzuto), Cesare Carvelli (33, di Crotone), Rosario Curcio, detto Pilurussu (58 anni, di Petilia Policastro), Antonio Gentile (50, di Crotone), Giuseppe Gentile, detto Pepe' (44, di Isola Capo Rizzuto), Alessandro Giardino (20, di Crotone), Tommasino Ierardi (41, di Petilia Policastro), Antonio Lentini (19, di Crotone), Francesco Macrillo' (25, di Crotone), Antonio Manfredi (19, di Crotone), Luigi Manfredi (21, di Crotone), Giovanni Muccari (30, diCrotone), Antonio Nicoscia (31, di Isola Capo Rizzuto), Santo Claudio Papaleo (30, diCrotone), Carmine Serapide (31, di Crotone), Antonio Sestito (40, di Crotone).
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I provvedimenti eseguiti sono stati 21 su 23 emessi dalla Dda di Latanzaro. L'operazione e' frutto di una complessa indagine svolta dai poliziotti della squadra mobile di Crotone con gli investigatori del Servizio Centrale Operativo, che ha fatto luce sulle nuove dinamiche criminali operanti sul territorio di Isola di Capo Rizzuto determinatesi a seguito delle recenti operazioni di polizia e in particolare l'operazione Jhonny, svoltasi lo scorso anno, che ha colpito decine di persone riconducibili al "locale" di 'ndrangheta degli Arena di Isola di Capo Rizzuto, tra cui gli stessi vertici della cosca.
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Sono emersi due fronti contrapposti sulle dinamiche tra cosche: da un lato i Capicchiano, con a capo Salvatore Capicchiano, desiderosi di affermare il loro monopolio nella gestione del lucroso settore del gioco illegale mediante l'imposizione e la gestione delle loro slot machine in diversi bar ed esercizi commerciali, dall'altro i Nicoscia, con a capo Antonio Nicoscia, figlio di Pasquale Nicoscia, alias Macchietta; i Manfredi e i Gentile non concordi su tale esclusivita' e sull' ascesa dei Capicchiano. La conseguenza di questi attriti e' stata un'escalation di violenza che ha visto le parti contrapposte ipotizzare e pianificare degli omicidi sventati dall'intervento della Polizia. Proprio la pianificazione di questi gravissimi reati ha portato all'accelerazione dell'indagine con l'adozione di un provvedimento di fermo nei confronti degli indagati. L'indagine ha consentito peraltro di documentare i rapporti fra le diverse famiglie di 'ndrangheta e in particolare fra la cosca Megna di Papanice e con le cosche del Petilino. L'esecuzione delle catture disposte dalla Procura, che ha impegnato dalle prime ore dell'alba decine di uomini e donne della Polizia di Stato, ha coinvolto, oltre alla squadra mobile di Crotone e al Servizio centrale Operativo, anchela Squadra Mobile di Catanzaro e i Reparti Prevenzione Crimine di Cosenza, Vibo Valentia e Siderno.
C'e' anche la celebrazione di diversi riti di affiliazione alla 'ndrangheta fra gli episodi documentati dagli inquirenti nell'ambito dell'operazione "Tisifone" con cui la squadra mobile di Crotone e lo Sco della Polizia hanno bloccato lo scoppio di una faida fra i clan del Crotonese. Secondo quanto emerso, ai riti di affiliazione dei nuovi adepti hanno partecipato, seguendo precisi rituali, i vertici delle cosche del Crotonese: Grande Aracri, Arena, Gentile, Lentini, Megna. Gli inquirenti hanno documentato anche gli affari tra i Nicoscia la cosca Megna, fra cui l'estorsione e l'imposizione di un servizio di sicurezza e guardiania ai danni di un locale di Le Castella, nota localita' turistica della costa ionica.
"Con gli arresti di oggi si da' cosi' un duro colpo alle famiglie della 'Ndrangheta di Isola Capo Rizzuto. Le cosche della provincia di Crotoneerano pronte a scatenare una nuova guerra di mafia per assicurarsi il controllo del territorio. E' quanto ha accertato la Polizia al termine di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro che ha portato all'arresto di alcuni esponenti di spicco delle famiglie della 'Ndrangheta crotonese". Lo afferma in una nota il sottosegretario all'Interno Luigi Gaetti. "Sono stato a Isola Capo Rizzuto nel mese di ottobre per confrontarmi con le Forze di Polizia e visitare lo stato dei beni confiscati in un territorio che e' il teatro di ripetuti atti criminali importanti - sottolinea l'esponente di Viale Arenula - verso i quali vi e' stata pronta e forte reazione di tutte le Forze di Polizia, costantemente impegnate in prima linea in questo territorio. Gli arresti di oggi non fanno altro che confermare come la presenza costante e la continua collaborazione delle Forze di Polizia siano la risposta piu' efficace contro ogni forma di criminalita' organizzata. Lo Stato e' presente, grazie a tutte le Forze di Polizia", conclude Gaetti