"La Calabria brucia in un'apocalisse che non può lasciarci indifferenti e di fronte alla quale ci sentiamo soli e impotenti. Incendi diffusi devastano patrimoni boschivi unici, in un'estate di caldo africano. Nel pieno della stagione turistica l'accoglienza che la Regione offre a chi arriva o vi transita è l'odore acre di bruciato, le colonne di fumo che si levano verso il cielo, gli alberi che si piegano sotto le fiamme. Gli interventi immediati per cercare di contenere il dilagare del fuoco non sono sufficienti. La carenza di risorse economiche e umane per fronteggiare questa emergenza rischia di condannarci alla perdita irreversibile di boschi vetusti, veri polmoni per la nostra terra". È quanto si legge in un comunicato della Prof.ssa Anna De Gaio, Consigliere Comunale Fratelli d'Italia di Castrovillari.
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"La giunta regionale - prosegue la De Gaio - ha deliberato la richiesta al Governo di dichiarazione dello stato di emergenza.
I danni alle colture agricole, agli allevamenti, ma anche agli insediamenti civili e comunque all'intero ecosistema regionale sono ingenti. I tragici eventi di questi giorni non solo hanno devastato il patrimonio vegetale, già patrimonio UNESCO, ma stanno mettendo in serio pericolo le stesse vite umane e il patrimonio produttivo per il diffondersi di incendi di interfaccia".
"Nell'immediato è necessario e urgente un grosso intervento per bloccare il fenomeno, con il coinvolgimento del governo italiano e anche di quell'Unione Europea che spesso fa sentire proprio sulle spalle di agricoltori e allevatori il peso della sua complessa esistenza. Molteplici sono le cause che determinano lo scoppio di incendi, dai fenomeni di autocombustione, viste le temperature di caldo record registrate, all'incuria, al dolo per mano di piromani o per intervento scellerato di quella criminalità organizzata che vuole mantenere la nostra terra in condizioni di degrado e povertà economica, sociale e culturale. La soluzione - continua - non è semplice, perché prevenire il fenomeno vuol dire doverne esaminare i diversi aspetti e studiare interventi mirati.
Di sicuro però azioni di prevenzione più incisive vanno programmate, al di là delle campagne antincendio, che pure contribuiscono al tentativo di prevenzione".
"Fare della selvicoltura una priorità dei programmi politici regionali è, a questo, punto dirimente e non procrastinabile. I nostri tre parchi nazionali sono estesi e sono ricchi di biodiversità preziosa, ma, attraversandoli, ci si accorge della poca cura dei boschi, dovuta a carenza di risorse e di personale. La prevenzione non può escludere il percorso formativo ed educativo delle giovani generazioni. Le scuole di ogni ordine e grado devono farsi carico della sensibilizzazione e dell'informazione relativa alla prevenzione di incendi, considerando anche aspetti legali connessi al reato. Leggi speciali mirate ad aggravare le pene e le sanzioni verso chi viene colto in flagranza di reato non possono più essere rinviate. Il corpo dei vigili del fuoco - aggiunge la Consigliera - deve essere potenziato anche attraverso una campagna di reclutamento e formazione di vigili del fuoco volontari e attraverso la costituzione presso ogni comune di percorsi di formazione per giovani vigili del fuoco volontari a partire dall'età delle scuole secondarie di primo grado. Promuovendo ancor di più l'adesione dei nostri giovani al servizio civile nazionale, sarà possibile anche destinare alcuni di loro ad azioni utili allo scopo".
"Ma certamente, data la vastità dei boschi, devono essere previsti nuovi reclutamenti nelle fila di chi ha il ruolo di vigilanza sulla sicurezza. Le parole chiave per cercare di evitare che si ripeta ancora il dramma degli incendi dovranno essere: formazione, educazione, prevenzione, aumento di risorse umane ed economiche, interventi istituzionali, innovazione tecnologica. È necessario - si legge a conclusione - rivolgere un appello al governo nazionale e all'Unione Europea. Se nessuno si salva da solo, non lasciateci soli".