Trasformiamo in cantieri di pace le nostre città. Senza pace non c'è futuro e si cancella il passato. Dobbiamo difenderla perché la pace è sempre minacciata dal male, erosa da tanti individualismi, dai semi di intolleranza, dalla violenza ordinaria, dall'aggressività nei pensieri e nelle azioni, dall'incapacità a dialogare e riconoscere il prossimo. Con questo spirito il Centro Studi "Giorgio La Pira" di Cassano All'Ionio, sostiene e prenderà parte alla terza Giornata della Pace e dei Popoli, organizzata dalla Diocesi di Cassano il prossimo 5 gennaio, a Sibari presso la Chiesa Gesù Buon Pastore, nell'ambito della 52esima Giornata Mondiale della Pace.
Per Francesco Garofalo, Presidente del locale Centro La Pira, la pace richiede ponti sempre nuovi, perché altrimenti si costruiscono muri che impediscono anche fisicamente di vedere il prossimo e per questo ci riempiono di paure. La contrapposizione – ha sottolineato - c'è quando noi non sappiamo più chi siamo, quando noi non ci riconosciamo più, quando abbiamo parole di divisione per l'unità del Paese o inquiniamo le fonti della convivenza fomentando la paura anziché costruire la pace, seminando violenza. Siamo figli del nostro Paese con la sua storia e la sua cultura e proprio per amore a questo lo vogliamo aperto al futuro, grande come l'umanesimo che contiene, consapevole e forte della sua identità. Per questo la pace non è una preoccupazione accessoria. È una lotta drammatica per la vita, contro le terribili sorelle delle guerre che sono la povertà, le malattie, la distruzione, la disperazione, la fame. Non c'è futuro se i disequilibri non sono combattuti. La pace è affidata sì ai responsabili delle nazioni ma è anche sempre artigianale e passa per le nostre persone. E per prima cosa dobbiamo essere noi in pace con noi stessi. Anche nelle nostre realtà dobbiamo sforzarci – ha concluso Garofalo –, ad essere sempre più costruttori di pace e la buona politica deve concorrere al bene comune.
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