"Non è detto ancora che sia stata provata la colpevolezza delle persone coinvolte, ma il successo di un'operazione e' anche la certificazione di un insuccesso, quello della prevenzione perche' non si commettessero alcuni reati" ha detto Otello Lupacchini, Procuratore generale di Catanzaro, che ha partecipato stamattina, nel Tribunale di Paola, alla conferenza stampa con il procuratore Pierpaolo Bruni sull' un'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Paola, che stamane ha portato all'arresto di 14 persone (due delle quali ai domiciliari) da parte della Guardia di Finanza, nell'ambito dell'operazione "Merlino" su presunti casi di corruzione nel Comune di Fuscaldo, nel Cosentino, di cui sono stati arrestati il sindaco, il suo vice ed un assessore.
Sono venti persone indagate, 12 in carcere e due ai domiciliari. E' il bilancio dell'operazione "Merlino" della Guardia di Finanza che stamani ha portato all'arresto, fra gli altri, del sindaco di Fuscaldo (Cosenza), Gianfranco Ramundo, di 62 anni, del suo vice, Paolo Cavaliere, di 44 anni, e dell'assessore dello stesso Comune Ercole Paolo Fuscaldo, di 45 anni.
Al centro delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Paola, presunte irregolarita' nell'affidamento di incarichi appalti.
Nella lista delle persone colpite dall'ordinanza un funzionario pubblico, un libero professionista ed alcuni imprenditori. Si tratta di Michele Fernandez, 60 anni, funzionario del Comune di Cosenza e dello stesso Comune di Fuscaldo; Salvatore Fidotti, imprenditore napoletano di 48 anni; Robertino Perri, 52 anni, imprenditore di Cosenza; Massimiliano De Santo, imprenditore di 53 anni, di Castrovillari (Cs), al quale sono stati concessi i domiciliari; Francesco Caputo, 46 anni, di Rossano (Cs), imprenditore; Antonietta Caputo, 32 anni, imprenditrice, pure di Rossano; Giovanni Risoleo, 64 anni, di Rossano, imprenditore; Sergio Gioia, 60 anni, libero professionista di Cosenza; Luigi de Simone, imprenditore di Paludi (Cs), di 53 anni; Gianfranco Mirabelli, 64 anni, imprenditore di Rende (Cs).
Arresti domiciliari, infine, per Salvatore Montanino, imprenditore di Pomigliano d'Arco (Na), di 47 anni. Le accuse, formulate a vario titolo, sono corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative d'asta e di procedimenti di scelta dei contraenti della pubblica amministrazione e falso ideologico. Altre 6 persone sono indagate a piede libero.
Appalti perfezionati in tempi record per la farraginosa macchina pubblica, appena 4 giorni, e in un caso era un imprenditore interessato a predisporre le bozze degli inviti alle gare. E' quanto emerge dall'operazione che ha visto coinvolti anche un funzionario pubblico, imprenditori, un professionista ed altre persone. I reati contestati agli indagati, oltre alla corruzione ed alla tentata concussione, sono, a vario titolo, "indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della Pubblica Amministrazione e falso ideologico". Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Paola su richiesta del Procuratore della Repubblica Pierpaolo Bruni e dei sostituti Antonio Lepre e Teresa Valeria Grieco.
Casi molto particolari, quelli emersi, come una gara che e' stata perfezionata in soli 4 giorni con un imprenditore che predisponeva la documentazione necessaria. Diversi i casi di affidi per motivi urgenti tramite ordinanze per eludere le procedure, cosa che poi sarebbe diventata la regola, certificando situazioni che in realtà non esistevano. Uno degli arrestati, Michele Fernandez, avrebbe anche acquistato con soldi pubblici un computer di ultima generazione, che doveva andare al Comune di Cosenza ed è finito invece alla figlia.
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Il capo della procura paolana ha sottolineato che l'inchiesta riguarda appalti che si riferiscono agli anni dal 2012 ad oggi. "Per quanto riguarda il Comune di Cosenza si tratta di singole condotte che riguardano singoli soggetti e singole procedure".
Il colonnello Marco Grazioli, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, ha spiegato che l'operazione "si e' svolta grazie ad una grande sinergia con la Procura di Paola, e in questo caso abbiamo operato come polizia economico-finanziaria sulla spesa pubblica, in particolare sugli appalti, esaminando le procedure di gara e rilevando sia dei frazionamenti degli appalti che la produzione di documentazione falsa, e anche la creazione di veri "cartelli" tra imprese". Il capitano Paolo Marzano, comandante della compagnia della Guardia di Finanza di Paola, ha invece sottolineato che "le indagini sono state molto complicate e sono stati rilevati molteplici contatti tra funzionari e imprenditori, anche 900 in un solo anno, e anche molti casi che possono definirsi "doni", come varie regalie e assunzioni di personale".