Giuseppe Mastrangelo: l’avvocato che sognava di fare il giornalista

mastrangelodi Francesca Gabriele - Il titolo, forse, inganna perché se è pur vero che non svolge la professione di giornalista più volte è intervenuto su tematiche importanti dalle colonne di un quotidiano a tiratura regionale. E' tra i più autorevoli avvocati del Foro di Cosenza e dopo mesi di "corteggiamento" siamo riusciti ad avere una sua intervista. Con Giuseppe Mastrangelo abbiamo voluto iniziare la conversazione partendo dall'aggressione subita da una giovane e brillante avvocatessa, di quanto sia ancora piena d'insidie la parità di genere e soprattutto di quanto sia stato difficile emergere e diventare l'avvocato Mastrangelo, il principe del Diritto amministrativo.

Di recente una sua collega è stata brutalmente aggredita nel mentre svolgeva il suo lavoro. Quella di avvocato è una professione delicata e spesso a rischio. Quanto, però, questo lavoro è ancora più difficile per una avvocatessa?

Il fatto che una mia carissima amica sia stata aggredita nello svolgimento della sua professione conferma una tendenza a screditare il ruolo degli avvocati che è ormai in corso da anni e in cui non poca colpa hanno settori vasti e rappresentativi della Magistratura. È poi più facile prendersela con una donna, come sempre purtroppo. Solo il caso ha evitato conseguenze peggiori. La cosa preoccupante è l'assoluta assenza di qualsiasi provvedimento cautelare da parte degli inquirenti. Questo conferma la mia ipotesi iniziale. Purtroppo.

Siamo nel 2017 eppure è palese la discrimazione che poggia sul genere sessuale. Quanta strada rimane ancora da fare per una concreta parità di genere?

Le commissioni Pari opportunità sono un'idea vecchia di tren' anni. Ormai non si puó prescindere dalle donne nell'avvocatura. Nessuno si sognerebbe di fare commissioni pari opportunità nella magistratura. Perchè insistiamo noi avvocati? Sinceramente non lo so. Vedo che mediamente le colleghe sono quesi sempre più capaci a brave di noi. E questa non è una prospettiva ma un'evidenza.

Lei come vede la donna: l'angelo del focolare, l'arrampicatrice sociale, in carriera o la seduttrice? La donna contemporanea è più Penolope o più Circe?

La donna moderna non è nè Penelope nè Circe. È un essere umano che come noi uomini vive difficoltà, contraddizioni, sfide e speranza. Ha peró una possibilità in più che spesso si preclude: la sensibilità. Spesso molte donne sbagliano per voler dimostrare di essere maschili. È un errore enorme.

Lei è presente sul social Facebook da dove offre ottimi spunti di riflessione. Recentemente un suo collega e amico, l'avvocato Giovanni Quintieri, si è soffermato sull'importanza di uscire dal virtuale per riprendere i confronti vis-à-vis. Che cosa ne pensa?

Il social è il futuro. Attualmente il primo partito italiano (i 5 stelle secondo i sondaggi) ha consenso unicamente attraverso internet. Il social è il futuro. Il mio amico Giovanni Quintieri penso voglia creare un simposio di amici. Io parteciperó volentieri. Il futuro peró è nei media. Su internet. L'idea arriva prima. Certo le caverne hanno tuttora un fascino enorme perchè solo lì si puó vedere quell'ombra da cui Platone ebbe l'intuizione geniale.

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Lei a Cosenza e nel Cosentino è tra gli avvocati più affermati. Tra quelli (pochi) che come si suol dire "si è fatto da solo". Quanti sacrifici ci sono stati dietro tutto questo?

Io non volevo fare l'avvocato. Volevo fare il giornalista. Mi trovo a fare l'avvocato per caso e solo perchè conobbi appena laureato il Maestro Achille Morcavallo. Fui affascinato dall'idea di cavalcare questo nulla che è il Diritto amministrativo (per citare una famosa frase di Carnelutti) e la cosa da allora in poi mi è piaciuta molto. Quel nulla da allora si è di gran lunga allargato. Questo consente a noi avvocati, quando abbiamo ispirazione, notevoli spazi d'intervento.

Lei è molto restio a parlare della sua vita privata: chi è Giuseppe Mastrangelo nel privato?

Il mio privato è pressocchè pubblico. Sono divorziato da anni. Ho un figlio. Cerco di godermi ancora la vita se posso. E penso che credere, credere veramente in un'entità superiore, cambi la vita una volta e per tutte.