RossanoFutura all'Amministrazione Comunale: "Cambiare registro per sopravvivere"

"La vicenda dell'adesione del Comune di Rossano al progetto del Gruppo di Azione Costiera (GAC) che fa capo a Cariati e la mancata adesione al progetto che vede insieme Crotone, Cirò, Corigliano, Trebisacce e tanti altri Comuni segnale, al di là della rilevanza, peraltro scarsa, del singolo episodio, sottolinea l'assenza di una strategia della Città e dell'intero territorio, assenza che nel corso di un ventennio ci ha enormemente danneggiato. Già dai tempi d'oro di mani pulite veniva fatta saltare l'intesa con Corigliano sull'area urbana e sulla gestione comune dei servizi a partire dall'impianto fognario consortile negli anni 90 e si buttavo nel cestino, dopo averlo pagato, il PRG del prof. Imbesi surrogato da uno pessimo fatto in casa. Già da allora si creavano le condizioni per la progressiva emarginazione della Città che, paradossalmente, dava alla destra tanti consensi tradottosi in foltissime ma inutili rappresentanze in Provincia, Regione e Parlamento. Ad una destra incapace, demagogica e affetta da cannibalismo e familismo ha fatto riscontro una sinistra progressivamente subalterna ai poteri forti della politica regionale ed incarnata da figure deboli e, talora, da noti faccendieri servi dei potentati interni al PD ai quali va imputato il fallimento dell' esperienza autorevolmente incarnata dal Sindaco Filareto compromettendo in tal modo e definitivamente le prospettive di un cambio di passo a Rossano. Le vicende elettorali ultime sono esemplari. Il PD scende al minimo storico e gli imbecilli cantano vittoria; avanzano al suo interno i portatori di voto di scambio e si fa finta di niente fino al punto di ignorare le rimostranze di una giovane ed onesta consigliera costretta, dal silenzio assordante e complice dei vari Magorno, Guglielmelli e Madeo, a dissociarsi dal gruppo consiliare del PD, prima, e dalla maggioranza di governo nell'ultima seduta consiliare. A nulla valgono oggi le condivisibili alzate di testa del sindaco Mascaro che cerca di divincolarsi dall'abbraccio mortale dei soliti coraggiosi pronti a tutti i cambiamenti ed ai mutamenti di casacca pur di impadronirsi della Città. Giungono purtroppo al capolinea una Città, un territorio, un elettorato incapaci di dare vita e corpo ad una classe dirigente seria ed autorevole. Scontando anni di accumulo di demagogia, populismi vari, clientelismo spinto fino ai reati del voto di scambio e corruzione che, purtroppo bisogna dirlo, restano sempre impuniti. Nonostante le nostre denunce. E' per tutto questo che continuiamo a scontare e pagare i disastri di una macchina amministrativa ormai incapace anche della pur minima gestione delle cose correnti, dalle buche all'acqua, alle scuole ed agli scuolabus, di dirigenti che attestano falsamente gli equilibri di bilancio, di lavori pubblici incompleti, incompiuti e malfatti con una opaca gestione degli appalti, di una pessima gestione della vicenda alluvione, dell'assenza totale di una strategia di inclusione sociale e, persino, della incapacità di affrontare questioni grandiose e drammatiche come il dramma dei migranti pur in presenza di un esplicito deliberato del Consiglio Comunale. La coalizione che regge il Sindaco Mascaro ha mostrato da subito i limiti di un accordo di potere, benedetto dai potentati che stanno distruggendo il PD e dai soliti noti e coraggiosi di FI maldestramente mascherati, che tentano di limitare la sua autonomia fino al punto di porre veti persino alla nomina di un assessore che, al di là di legittime riserve politiche, è noto portatore di competenze ed esperienza o di avanzare, qualche ex amministratore noto politico di mestiere, pretese assurde zittite dal Sindaco in pieno Consiglio Comunale. E' da questo coacervo di vicende che deriva la totale assenza di peso politico di Rossano dentro e fuori dal territorio della Sibaritide. Possiamo continuare così di fronte al fallimento del Comune ed alla persistente negazione dei diritti costituzionali alla salute, al lavoro, alla giustizia ed alla mobilità dell'intero territorio dello jonio cosentino? Ci vuole poco a leggere quanto questo disegno destrutturante del territorio sia ben presente nell'atto aziendale dell'ASP, nel POR 2014-2020, nel Piano regionale dei Trasporti, nel Patto per la Calabria, nell'APQ difesa del suolo: in quelle carte, dove ci sono le risorse finanziarie e non le chiacchiere, si toccano con mano la carenza o l'assenza di scelte politico-strategiche per la sibaritide, di programmi di investimento certi e verificabili per la mobilità e l'economia, di piani ben delineati e concertati per lo sviluppo. Tutto ciò non potrà che produrre, in un territorio che va spopolandosi di giovani e di imprese, l' emarginazione totale della Piana di Sibari proprio nel momento della ripresa economica e nell'era delle grandi strategie del Piano Industria 4.0, di Horizon 2020, delle Smart city e smart industry, dell' espansione della banda extralarga e nella diffusione degli open e big data e delle start up. Cambia il mondo e noi restiamo al palo, magari a litigare sul GAC o sul GAL, cioè sulle briciole trascurando la necessità di un accordo di Programma o di un APQ sulla grande questione della riconversione del sito ex industriale dell'ENEL in corso di smantellamento, si badi bene, già dal 2011, cioè da ormai cinque anni senza che nessuno abbia fiatato o pensato alla necessità di far dichiarare Rossano area di crisi.

Che fare? Che facciamo? Che fanno i sindacati quelli veri non patronati e gli imprenditori, quelli non prenditori? Il volontariato vero e le cooperative non fasulle? Le associazioni di vario tipo e di vario orientamento? Forse oggi, lontani (?) dalla scadenza elettorale possiamo provare a riflettere su come mettere in piedi un nucleo di classe dirigenti che sappia lavorare assumendo il discrimine del che fare anziché quello del sei amico o sei nemico. Forse possiamo lavorare sui grandi problemi e sul dramma dei nostri figli già partiti o pronti a partire. Forse, se ci spogliamo delle bandiere e dei vessilli, dei simboli che ci dividono, pur mantenendo ciascuno di noi la sua identità politica e la sua appartenenza, se ci mettiamo intorno ad un tavolo per affrontare i nostri drammi quotidiani, forse apriremo un barlume di speranza. E qui occorre che siano i Sindaci a dar vita ad un forte movimento di lotta, proteste e governo che, assumendo obiettivi chiari e condivisibili e liberi da vincoli di sudditanza politica, avranno sicuramente il nostro sostegno. Di tutto questo vogliamo discutere con la città". Lo afferma una nota del Gruppo RossanoFutura.

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