di Francesca Gabriele - Affascinante, acuto, di grande cultura e sempre sulla notizia il direttore del quotidiano "La provincia di Cosenza", Domenico Martelli. Grande firma del giornalismo calabrese e maestro di chi scrive, con lui abbiamo voluto fare il punto sulle amministrative a Cosenza ad ampio raggio partendo dal blitz della Guardia di Finanza al Comune della città dei bruzi e soprattutto ci siamo concentrati sui pentiti, sulle indagini e sui rapporti tra criminalità organizzata, politici e istituzioni. Col direttore Martelli abbiamo parlato anche dei protagonisti di questa campagna elettorale: Mario Occhiuto, Enzo Paolini e Carlo Guccione.
Direttore, nel tuo editoriale di domenica scorsa, scrivevi di questo strano silenzio che è calato subito dopo il blitz della Finanza al Comune di Cosenza. Un silenzio per certi versi inquietante. Dobbiamo aspettarci dell'altro?
Dove ti ho "lasciata", nel senso puramente giornalistico s'intende, ti ritrovo cara Francesca. Appuntita e provocatoria. Strano silenzio scrivevo domenica. E lo ribadisco. Dopo l'incursione della Finanza a Palazzo dei Bruzi le parti se le sono date mediaticamente di santa ragione, ma all'alba di sabato è scattato silenzio. Tombale. Credo che gli avvocati più pesanti della città abbiano consigliato questo, il silenzio. Credo anche che quelli con il pelo sullo stomaco più consumato degli altri abbiano fatto questa riflessione: quanto conviene gettarsi fango in faccia? Chi può permettersi di scagliare la prima pietra? Ecco la ragione del sabato del silenzio, secondo me. Ma è temporaneo, vedrai. Anche perché, e vengo alla seconda parte della tua domanda, il "meteo" non promette nulla di buono. Non lasciarti ingannare da questo "sole" effimero. Questa che si è appena aperta non è una settimana banale...
Le ipotesi di queste ultime settimane guardano anche a Catanzaro, alla Dda, alle confessioni dei pentiti., che come tu mi hai insegnato, lasciano sempre tanti punti interrogativi. Quanto potrebbe influire quest'altro filone d'inchiesta su Cosenza?
Sono contento che tu abbia sottolineato che i pentiti portano sempre con sé punti interrogativi. Guai se così non fosse. Dopo di che, però, sono "pentiti" giustappunto nel senso che hanno sottoscritto un patto con lo Stato. Collaborare in cambio di una posizione diversa sotto il profilo della pena. E collaborare non vuol dire parlare in libertà ma dire cose che poi gli inquirenti debbono verificare. E non credo che i pentiti abbiano convenienza nel dire cose totalmente false, irreali. Pagherebbero il conto di questo e di quello nel senso che peggiorerebbe il loro status criminale davanti allo Stato. Questo per dire che è sbagliato incassare le confessioni dei pentiti come fossero oro colato ma è anche irragionevole non tenerne conto. Per svariate ragioni. Detto questo credo che siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Ci siamo Francesca. Questa non è una stagione politico-criminale che può essere ancora tenuta sospesa per molto. Per cause che divido esattamente a metà (perversioni e superficialità dei media ma anche di taluni magistrati o forze dell'ordine) queste benedette confessioni circolano da quasi un anno. Troppo. E gli attori protagonisti di questo "romanzo politico-criminale" sono tutti in campo per la conquista del futuro. C'è qualcosa che non va, il paradosso è insopportabile. Mi chiedi se l'inchiesta di Cosenza è intercettata o intercettabile da quella di Catanzaro, della Dda. Ti dico di più, Francesca. Sono episodi diversi di un'unica strategia investigativa. Ogni Procura ha i propri fascicoli e le proprie prerogative, soprattutto. Il "caso Cosenza" a mio avviso non può essere trattato a compartimenti stagni. Sì, lo penso. Cosenza e Catanzaro agiscono insieme.
Al di là dei pentiti è sbagliato dire che c'è un filo sottile che in Calabria lega la criminalità organizzata con i politici e le istituzioni?
C'è sempre stato e mi meraviglierebbe se non ci fosse. Perché la Calabria dovrebbe essere immune da questo che è il primo "mercato" del consenso su scala nazionale? Proprio qui, in Calabria, dove ha il proprio "codice fiscale" l'organizzazione criminale più petente e lungimirante d'Europa? Certo che la criminalità organizza il consenso e lo "offre" alla politica del momento. Che poi va a governare a sa bene come "ringraziare". È uno schema classico, consolidato. Che va dalle elezioni del più piccolo dei comuni fino alle regionali. Tutte le regionali.
Ritornando alle amministrative a Cosenza, ti aspettavi il ritiro della candidatura di Lucio Presta e soprattutto la scesa in campo di Carlo Guccione? La scelta di Guccione potrebbe rivelarsi un autogol?
Non mi aspettavo il ritiro di Lucio Presta in quel momento ma me lo aspettavo prima. Ammetto di aver dubitato del problema familiare e mi pento di questa maliziosità. Non ritiro del tutto il mio retropensiero. Mettiamola così. Presta non ne poteva più. A questo aggiungi il quadro familiare e due più due ha fatto inesorabilmente quattro. Ma per me resta valido il Presta che non ne poteva più. Di un partito che gli ha sempre spalmato diffidenza attorno. Di un partito che gli ha sottoposto liste non esaltanti. Di un partito che gli ha presentato il conto di una gestione di potere prima ancora di gareggiare. Un minuto dopo però mi aspettavo la candidatura di Carlo Guccione. Non c'erano altre vie d'uscita, il Pd ha rischiato seriamente di non presentare né candidato né liste. Guccione non poteva sottrarsi ma non credo che abbia in tasca una buonauscita in ogni caso. Conosco Carlo e so che pensa seriamente di vincere. Alla sconfitta preventiva non sa lavorare. Se dovesse perdere, però, non credo gli si possano addebitare colpe visto che è sceso in campo a cinque giorni dalla presentazione delle liste. Non credo sia un autogol la sua presenza. Anche se non sarà per niente facile la sua corsa.
La candidatura a sindaco dell'avvocato Enzo Paolini, è un atto di coraggio o una sfida ai democrat che lo ricordiamo, dopo la sfiducia a Mario Occhiuto, gli hanno negato le Primarie?
L'uno e l'altra. Coraggio e sfida. Paolini ha l'uno, da sempre. E ha i numeri per lanciare la sfida al Pd anche perché fin qui il suo saldo non è positivo con questo partito. È noto che fin qui ha più dato che avuto e tutti ricordiamo l'intifada del 2011. È chiaro però che solo con il coraggio o con il dente avvelenato non si vincono le elezioni. Paolini è un osso duro e non mi sorprenderebbe un suo buon risultato
Che partita sta giocando Mario Occhiuto?
Della vita. Tutto in una mano di poker e dico sinceramente che è da ammirare per questo. Non tutti avrebbero rifrequentato le urne dopo quello che sta accadendo anche in termini di indiscrezioni e aggressioni mediatiche. Una delle mie sensazioni è che il suo livello di penetrazione nel consenso sia più stratificato degli avversari anche perché è sindaco uscente. L'altra, sensazione, è che questo voto e questa campagna elettorale sono al contempo un grandissimo rischio per lui. Continua a stare sotto i riflettori e non gli fa bene, di questi tempi. Per svariate ragioni. Buona fortuna...
Il sottosegretario Tonino Gentile abbiamo letto nei giorni scorsi ha "consigliato" all'ex sindaco di fare un passo indietro. Che cosa hai letto dietro queste parole? Tu che da anni ti occupi di cronaca politica calabrese in generale e cosentina in particolare, che cosa consiglieresti all'architetto?
Io posso provare a decodificarti quello che ha voluto dire Gentile, non ti dico, invece, quello che consiglierei io anche perché non ho titoli per farlo. Gentile dice questo a Occhiuto. Il clima non è buono, schizzerà altro fango. Mettiti da parte e difenditi e così consenti al voto di prendere un'altra piega, se voto dev'essere. Vogliamo tradurre anche con un "fai un passo indietro che sarà meglio anche per te"? Sì, facciamolo pure...
Cinque anni fa abbiamo seguito le amministrative a Cosenza dove in uno scenario politico diverso non si sono fatti mancare nulla. Che cosa c'è di diverso in questa campagna elettorale che io definisco"avvelenata"?
C'è l'inquietante sospetto della magistratura sul collo. Cinque anni fa si consumavano guerre tra "bande" di partito, tra cordate. Oggi, al netto delle stesse "bande" di cui sopra che rimangono lo stesso ancorché mutate nei contorni, si va alla ricerca del consenso ben sapendo, tutti, che qualcosa di estremamente importante (grave) e di non politico sta arrivando...
Direttore, glielo chiedo anche adesso consapevole che sia difficile fare un pronostico: a Cosenza si voterà?
Francesca non lo so. Credimi che ancora conservo una quota di percentuale di "non voto". Non saprei tecnicamente come motivartelo ma nutro ancora delle perplessità. Ne nutro di più anche in caso di voto. Te la immagini una città messa sottosopra dopo che i cittadini sono andati a votare?
Non riesco ad immaginarla...