di Francesca Gabriele - Il nome del suo bisnonno è storia per Cosenza, ci riferiamo a Tommaso Arnoni più volte eletto in Parlamento e senatore del Regno, già Podestà nella città dei bruzi. A lui si devono opere importanti tra le quali l'acquedotto del Merone, l'ospedale civile, solo per citarne alcune. L'avvocato Michele Arnoni che ha militato nel Fronte della gioventù, nel 2011, è stato promotore di una lista con Mario Occhiuto sindaco, ottenendo quattrocento preferenze. Il suo spirito assai critico l'ha sempre distinto dalla mera adulazione. Nel 2014 ha fondato Rivolta ideale e da qui l'alleanza con "L'Italia del Meridione", il movimento politico fondato dal consigliere regionale Orlandino Greco. L'avvocato Arnoni alle imminenti amministrative sarà candidato alla carica di consigliere comunale con la coalizione civica che sfiderà l'ex sindaco.
Avvocato, alla fine, Mario Occhiuto, è stato sfiduciato e mandato a casa. Questa scelta dei diciassette consiglieri comunali è stata quella giusta per il bene della città?
Se è stata una scelta giusta o sbagliata non spetta a me giudicarlo, noi semplici cittadini possiamo non conoscere e non percepire alcune dinamiche. Ritengo che i diciassette consiglieri si siano assunti determinate responsabilità e abbiano fatto le loro valutazioni. Le dimissioni volontarie sono un atto politico previsto nella nostra democrazia e dalla Costituzione, è tutto nella norma e nella regola, accade in Parlamento, nei consigli regionali e nei consigli comunali di tutto il Paese. Mario Occhiuto è caduto per un'implosione della sua stessa maggioranza, che negli ultimi anni già scricchiolava in più di un'occasione, sempre sul filo del rasoio con uno o due consiglieri. Poi con l'elezione a presidente della Provincia era riuscito a "puntellare" la sua maggioranza, altrimenti era caduto già da diverso tempo. Anche questo rientra nelle regole della politica, e nessuno allora aveva gridato allo scandalo o alla corruzione elettorale.
Si parla di complotto...
Io non parlerei di complotto, di persecuzione politica o peggio di particolari accordi politico-elettorali. Prova ne è il fatto che quei diciassette consiglieri non hanno trovato una stessa collocazione elettorale, se vi erano accordi di diversa natura premeditati, probabilmente avrebbero deciso tutto prima o contestualmente alla firma. In ogni caso, per tornare alla sua domanda iniziale, con la sfiducia, sicuramente, non è stato causato nessun danno alla città, posto che con il commissario tutto sta funzionando (raccolta rifiuti, potatura alberi, pulizia del verde con le cooperative, ecc.), così come stanno proseguono regolarmente tutti i lavori e tutte le opere avviate.
Lo chiedevo anche all'avvocato Marco Ambrogio, uno dei diciassette consiglieri che hanno firmato la sfiducia, che spiegava che l'ex esecutivo in realtà era già fuori da Palazzo dei Bruzi sin da novembre, quando sul filo del rasoio è stato approvato il bilancio. Lei che oltre a far politica è attento osservatore: come ci commenta quel momento? Si aveva già sentore che questo esecutivo già da novembre, se non prima, fosse giunto al capolinea?
Si confermo. Ripeto da diversi anni la maggioranza scricchiolava e si è puntellata con la Provincia. Certo se la sfiducia all'ex sindaco fosse avvenuta allora in consiglio comunale, non approvando quel bilancio, la stessa sfiducia non si sarebbe prestata a strumentalizzazionicosì forti. All'epoca, infatti, vi sarebbe stata anche una motivazione amministrativa, oltre che politica, poiché ricordo che su quel bilancio era stato espresso un parere negativo dallo stesso collegio dei revisori dei conti del comune.
Dopo la sfiducia si aspettavano le primarie e invece è andato com'è andata. Il candidato a sindaco del Pd e di parte del centro – sinistra è Lucio Presta. Una scelta giusta?
La coalizione civica è stata allargata a forze di centro - destra che non ritengono prioritarie ed indispensabili le primarie per la scelta di un candidato a sindaco. Sia Presta sia Enzo Paolini sono due auto-candidature autorevoli, ed in entrambi i casi credo che non si possa parlare di candidati imposti da Roma o da Renzi o da nessun altro. Lucio Presta, per esempio, si era autocandidato già da diversi anni. Oggi attorno alla sua candidatura si sono raccolte diverse forze politiche, di diversi schieramenti. Da quando si è ufficializzata la sua candidatura si parla di Cosenza su tutte le testate e siti nazionali. È poco? Non mi piace il Governo nazionale, ma vedere in pochi giorni i suoi massimi esponenti nella mia città (forse anche grazie ai rapporti personali di Lucio Presta), ritengo che sia un'attenzione non indifferente da parte del Governo per la nostra città, come non c'è mai stata negli ultimi decenni. Il presidente nazionale del Coni, Gianni Malagò, fa sapere che scenderà a Cosenza per sostenere la candidatura del suo amico Presta, è poco anche questo? Immaginiamoci Lucio Presta sindaco di Cosenza, con queste premesse credo che potrebbe portare enormi benefici, in termini di crescita economica, visibilità, attrazione turistica, ecc. Governare significa anche detenere rapporti con gli enti sovra comunali: Presta, oltre ai rapporti personali, ha dalla sua parte un Governo regionale e nazionale.
Lei ritiene che Occhiuto nel gestire la città abbia sbagliato su tutti i fronti?
Voglio essere sincero ed obiettivo, l'ex sindaco ha fatto anche cose buone per Cosenza, ma le ha fatte quando aveva una squadra unita, quando c'era un governo regionale amico con tanti assessori di Cosenza, che hanno sbloccato fondi e finanziamenti. Aveva un governo nazionale amico con Berlusconi e quando questi decade, nel governo Monti, entra un suo amico come ministro (Clini), è stato fortunato ed è riuscito a realizzare tante opere, perché godeva di rapporti anche personali, che oggi non ha più. Se ridiventasse sindaco sono sicuro che non potrebbe realizzare ciò che ha fatto negli anni precedenti.
Ritornando a Presta è come se tanti cosentini lo vedessero distante dalle problematiche della città. Lei percepisce questa sensazione?
Certo, ancora oggi alcuni cittadini sentono "distante" Lucio Presta, perché ancora non l'hanno conosciuto e "toccato con mano". Lui ha dimostrato da sempre un contatto ed un legame con la sua città d'origine.Ha dimostrato con azioni concrete di tenere alla sua città, ad esempio da tre anni paga il fitto del Teatro dell'Acquario che stava per essere sfrattato ed è sempre sceso in città. Si è fatto da solo, dalla strada, dal quartiere Riforma, diventando un leader nazionale nel management televisivo, non dimenticando mai però le sue origini e questo gli fa onore.Anche Mario Occhiuto quando si è candidato cinque anni fa non era conosciuto, o almeno io e tanti miei amici non lo conoscevamo, aveva vissuto per anni fuori, aveva interessi professionali a Roma ed in Cina.
Presta ha abbozzato il programma che da qui a qualche settimana presenterà ai cosentini. In primo piano le politiche sociali. Cosenza di che cosa ha bisogno?
La mia militanza politica affonda le proprie radici nel sociale. Pertanto, condivido il programma di Presta che al primo punto tratta proprio le politiche sociali. Che sono state, a mio avviso, assenti negli ultimi anni. L'amministrazione uscente si è concentrata soltanto su lavori pubblici (questi anche cresciuti a dismisura). Si è puntato solo sull'estetica: molto cemento diminuendo il verde pubblico, qualche luminaria e nient'altro. Peraltro soltanto nel circondario del ristretto centro cittadino. Si sono abbandonati i quartieri più popolari della nostra città, le periferie, creando a mio avviso un vero e proprio "muro" invisibile. Il sociale è stato abbandonato. Aver pagato i rom per andare via (che poi molti sono in altre zone della città), non è sociale. Ed i cittadini cosentini che vivono in condizioni di assoluta povertà? A loro nessun aiuto.Non si è investito in cultura: abbiamo uno dei teatri più belli d'Italia, il Rendano, che da anni non ha una stagione teatrale degna di una città chiamata "l'Atene della Calabria". Il benessere di una città si misura dalla qualità della vita: da una raccolta differenziata che funzioni (magari incentivando i cittadini con un sistema di premialità e scontistica sulla tassa); da un sistema di trasporti efficiente (disincentivando l'uso dell'auto a favore dei mezzi pubblici con particolari sconti per studenti, residenti, pensionati); da un piano sosta capillare (abbiamo molti parcheggi sotterranei vuoti perché troppo cari, e magari lo sarà anche quello di piazza Bilotti, bisogna prevedere con i gestori privati qualche scontistica particolare oppure con il bit del parcheggio l'utilizzodei mezzi gratis); dal traffico regolare; dalla salubrità dell'aria; dallo smog contenuto; dalla vivacità del commercio (aiutando e non vessando le attività commerciali). Non mi sembra che tutto sia luccicante, non bastano le luminarie. A Cosenza c'è ancora tanto da fare, e qualche piccola idea io e gli amici che mi sostengono l'abbiamo.
Enzo Paolini col suo Pse, ma anche il Nuovo centrodestra, non saranno della partita Presta. Quanto influirà questo su una vittoria che presumiamo si giocherà fino all'ultimo voto?
Oggi non darei nulla per scontato, e non vi sono vittorie scontate. Per il resto, credo che tutti i consiglieri e le forze politiche che hanno determinato la caduta dell'amministrazione uscente, dovrebbero stare dalla stessa parte. Quel gesto già non è stato capito dai cittadini per le modalità cui è avvenuto, così facendo si rischia di renderlo ancora più incomprensibile se dalla spaccatura se ne avvantaggerà l'ex sindaco da loro stessi sfiduciato. Non sono nessuno, ma mi sento di fare un appello per verificare se vi sono ancora i tempi per aprire una nuova fase. Stimo molto Enzo Paolini, per cui non mi sognerei mai di chiedergli un passo indietro. Però mi pare di aver capito, sia dal fronte Paoliniano sia dal Ncd, che non si è mai contestato la persona Presta, bensì un metodo che ha portato alla sua scelta. Ebbene, se il problema è solo di metodo, di forma più che di sostanza, forse vale la pena tentare qualcosa per il bene della città, se l'atto di sfiducia è stato fatto a fin di bene. Sento quindi il dovere di rivolgere un appello ai diciassette consiglieri e non a segretari di partito o a leader nazionali e regionali, anche perché già i diciassette sono espressione di tutte le forze politiche. I consiglieri comunali sono la più alta espressione di democrazia, avendo ricevuto il mandato popolare, sono loro che si sono messi in gioco ed hanno messo la loro faccia per far cadere l'amministrazione. Pertanto a mio avviso si devono loro autoconvocare nuovamente attorno ad un tavolo, in completa autonomia ed indipendenza, partendo proprio dalle autorevoli candidature di Paolini e Presta. Da lì procedere ad una votazione come si vota per il presidente della Repubblica, prevedendo dapprima una maggioranza qualificata per i primi scrutini e poi a maggioranza assoluta, chi ottiene anche un voto in più passa. Così è molto più democratico delle primarie, che molto spesso sono farlocche. Così facendo o si ottiene l'unità oppure la frattura resta invariata, ma non si ha più l'alibi di dire che uno dei due è stato imposto. E magari se il fronte resta diviso si procederà ad una campagna elettorale più serena, in modo tale da ritrovarsi poi in un secondo turno. Oggi stiamo andando ad affrontare una campagna elettorale in un clima non pienamente sereno, tra nessuno degli schieramenti in campo, nemmeno tra quelli che l'otto febbraio scorso erano uniti nella sfiducia.
Qual è il suo appello ai cosentini?
Non mi sento di fare appelli ai cosentini, rischierei di essere banale. Ritengo, invece, che i nostri cittadini sappiano ragionare con la loro testa. Piuttosto, ripeto, farei un appello a tutte le forze politiche ed a tutti i candidati per dare inizio ad una campagna elettorale all'insegna della serenità e dell'amore vero per la nostra città.