Dalle liste “eretiche” di Giacomo Mancini a oggi. Intervista a Giosi Mancini

mancinigiosidi Francesca Gabriele - Produttore esecutivo Rai Cultura, vive a Roma da anni, ma Cosenza e una parte del Cosentino, rimangono nel cuore. Con Giosi Mancini abbiamo ricostruito la storia di una famiglia, la sua, che ha scritto una pagina importante di Cosenza, della Calabria e non solo. "Nel 1993 – ci ha raccontato Giosi Mancini parlando di Giacomo Mancini senior - erano in pochi a credere che potesse affermarsi, era considerato 'vecchio', provato da delusioni e smarrimenti. Con Arnaldo Golletti, valida risorsa amministrativa di primordine, a elementi della sinistra estrema, Franco Piperno, a Paride Leporace, in lista con Ciroma un insieme, composito e molto vivace, a Giacomo Mancini riuscì di scompaginare e di rompere il potere dominante a Cosenza, città dove convivono da secoli estremismi, parassitismi, grandi intellettuali, innovatori di azione e di pensiero". Oggi, Cosenza, si avvia a eleggere il nuovo sindaco e Giosi Mancini aspetta di conoscere i programmi e i progetti dei candidati. Intanto, da cinque anni, è impegnata "a conservare la dimora storica di Aria Rossa, affrontando emergenze naturali, frane e infrastrutture interrotte, emergenze criminali e furti".

I Mancini hanno fatto storia e sicuramente, a Cosenza, l'era manciniana rimane indimenticabile. Ci racconta a grandi linee gli anni di sindacatura del vecchio leone?

I Mancini hanno contribuito a fare la storia, certo questo è indubbio. Una pagina lunga scritta nei secoli, di cui sono orgogliosa, che appartiene a tutti noi, ai calabresi e ai cosentini. Perché era soprattutto la Calabria a essere centrale. A scrivere I capitoli di un bel romanzo realista sono stai i cittadini che hanno preteso una rappresentanza politica e istituzionale di alto livello, che pesasse sulle scelte del governo nazionale e sulla scena internazionale. Prima Pietro Mancini, prefetto di Cosenza, designato dagli inglesi nel 1944, e in seguito membro attivo e ascoltato nella Costituente. Restano di grande interesse documentale i suoi interventi nella discussione su temi, ancora oggi cruciali e non risolti, quali la regolamentazione dei partiti politici. Ritorniamo a Giacomo Mancini che decise a settantasei anni di mettere a disposizione della sua città l'esperienza politica maturata nelle dieci legislature al Parlamento italiano, dal 1948 al 1992. Protagonista di un periodo storico denso di avvenimenti per la crescita e lo sviluppo del paese, ma anche anni difficili, cruenti, fatti di trame e di attacchi personali violentissimi. Eppure l'esperienza nuova dei sindaci d'Italia lo affascinava, mala scelta di candidarsi a sindaco della sua città fu difficile e sofferta. Lo svolgimento delle elezioni politiche dell'aprile 1992, che decretarono la fine dell'esperienza parlamentare, suscitarono interrogativi e istanze inascoltate di chiarimento ai vertici del Psi, locale e nazionale. Era ormai innestato il processo irreversibile della fine di quei partiti previsti nella Costituzione. Come l'antico partito socialista nato nel 1892 che dopo un secolo di attività, si estinguerà nel 1992. Questa è un'altra pagina di storia.

Immaginiamo suo padre raccontasse in famiglia dei progetti per Cosenza. Qual era quello che gli stava più a cuore?

Certo partecipavamo alla scelta per Cosenza. Nel 1993, erano in pochi a credere che potesse affermarsi, era considerato 'vecchio', provato da delusioni e smarrimenti. Era finita un'epoca e la confusione era alta. In quel momento di crisi, politica e personale, mio padre seppe esprimere il massimo della sua capacità di analisi politica, di anticipazione di un quadro politico nuovo, che a livello amministrativo poteva essere sperimentato. I riferimenti del passato erano ormai irrecuperabili , i blocchi chiusi di destra da una parte e di sinistra dall'altra erano arnesi per un museo della Storia. Si preparò alla campagna elettorale, creando liste eretiche, composte da elementi sempre rimasti fuori dal Palazzo.Da Arnaldo Golletti, valida risorsa amministrativa di primordine, a elementi della sinistra estrema, Franco Piperno, a Paride Leporace, in lista con Ciroma. Con tutto questo insieme, composito e molto vivace, a Giacomo Mancini riuscì di scompaginare e di rompere il potere dominante a Cosenza, città dove convivono da secoli estremismi, parassitismi, grandi intellettuali, innovatori di azione e di pensiero. Riuscì - anche in questo fu precursore - per il peso dato alla comunicazione, alla tv, alla pubblicità . Ebbe accanto giovani uomini di grandi capacità, impegnati nella comunicazione, come Pino Di Donna, Massimo Celani, Nunzio Scalercio. Ecco credo che nell'intuizione di rompere e di creare nuovi assetti e nuovi connessioni, siano stati contenuti i germi dei progetti che più staranno a cuore al sindaco Mancini. Il recupero del centro storico, la cura del paesaggio urbano e delle colline dei paesi che proteggono Cosenza, la città dei ragazzi, il ponte Calatrava, suo ultimo sogno

Negli anni dopo la gestione Mancini chi l'ha delusa?

Ho sempre provato indulgenza nei confronti di chi ha amministrato dopo mio padre. Quindi nessuna delusione. Mi pare che Eva Catizone abbia dimostrato capacità e fermezza, nonostante la conclusione del suo mandato , determinata da quei partiti in via di estinzione. Non ho mai considerato la figura di mio padre un monumento da venerare , sono stata educata a mantenere uno spirito critico e libero nei giudizi. Sempre. Proprio mio padre mi esortava a guardare oltre, a non serbare rancore . 'Fricatinni' con questo smorzava i miei impeti verso chi lo attaccava e lo offendeva.

Cinque anni fa la città è stata "conquistata" dal centrodestra. Che idea si è fatta della gestione Occhiuto?

Sulla fine della contrapposizione destra sinistra ho detto prima che è ormai superata . Mario Occhiuto è stato scelto dai cittadini, ha partecipato ad elezioni e ha vinto. Per chi vive a Roma e scende a Cosenza scopre una città accogliente, con il castello riaperto e con esposizioni di alto valore artistico, come le sculture di Giuseppe Gallo. Le installazioni dei Brics box, sono una formula apprezzata dai giovani artisti che hanno la possibilità di sperimentare e di vivere a contatto e incontrarsi con i cosentini. Cultura significa anche questo, mettere in contatto, far conoscere, trasformarsi, aprirsi e migliorarsi. Mi pare un riuscito esperimento.

Tra qualche mese si andrà al voto e si sfideranno il sindaco sfiduciato, Lucio Presta sostenuto da una parte del centrosinistra e l'avvocato Enzo Paolini del Pse. Come valuta i tre candidati?

Vorrei conoscere prima i programmi, i progetti completi con relativa sostenibilità ambientale e finanziaria. Interrompere quanto già avviato mi pare molto sbagliato, nonché antieconomico per i contribuenti.

Lei sta tentando di ristrutturare "Aria Rossa'', nel comune di Malito, dimora storica da oltre due secoli della famiglia Mancini, ai piedi di Potame. Uno degli impegni di Lucio Presta se dovesse vincere è proprio recuperare questa parte di "Sila" incontaminata, selvaggia se vogliamo. Questo obiettivo non dovrebbe essere anche nei programmi degli altri candidati di Cosenza e di chi amministra nel Cosentino?

La cura del territorio e la difesa del paesaggio sono obiettivi vitali, in termini di salute , per la cura dell'alimentazione e delle coltivazioni. Da quasi cinque anni sono impegnata a conservare la dimora storica di Aria Rossa, affrontando emergenze naturali, frane einfrastrutture interrotte, ed emergenze criminali, furti. Resistere è stato molto gravoso. il sindaco di Malito ha condiviso le finalità dei progetti dell'associazione 'Amici dell'Aria Rossa' e per il futuro vorrei insieme ad associazioni e imprese della zona della Valle del Savuto e dei paesi vicini, Rogliano, Cleto, Potame, Nocera Tirinese avviare una collaborazione perla conservazione e la creazione di un parco . I privati devono consolidare quanto esiste già, valorizzando le eccellenze diffuse nel settore archeologico e dell' agroalimentare.

Ha mai pensato di candidarsi a sindaco della sua città d'origine?

No, mai. Spalla sempre.

Qual è il suo appello ai cosentini?

Andate a votare, superate la tentazione dell'astensione. Scegliete il candidato capace di disegnare la città, il sindaco che propone e spiega come interverrà sui bisogni e sui desideri di tutti i cittadini, anziani e giovani, bambini e donne. Fate domande precise ed esigete risposte puntuali, documentate. Il sindaco è al vostro servizio, e non viceversa! Come si attraverserà Cosenza da Sud a Nord, in quanto tempo? Soprattutto chiedete cosa ha fatto prima di volersi candidare a guidare la nostra città.