"Merita una riflessione e un approfondimento serio e concreto l'idea di creare un centro Covid-19 regionale nella struttura denominata Villa Bianca del quartiere Mater Domini".
Lo hanno detto il presidente del Consiglio comunale, Marco Polimeni, e il consigliere regionale Sinibaldo Esposito, sottolineando come "Catanzaro, capoluogo regionale e centro dell'unica Facoltà di Medicina della Calabria, sede del più grande hub calabrese e di un Policlinico universitario che ha riconosciuti picchi d'eccellenza, ha tutte le carte in regola, professionali, logistiche e medico-scientifiche, per accrescere la sua capacità di riferimento nell'ambito sanitario e della ricerca in campo medico".
"Creare a Villa Bianca un centro di ricerca sul Covid-19, come lo Spallanzani di Roma e il Cotugno di Napoli, vorrebbe dire alleggerire il carico di lavoro che sta gravando in questi mesi, oltre che sul Policlinico universitario del quartiere Germaneto, anche sul Pugliese e sugli ospedali di Cosenza e Reggio. Significherebbe – hanno aggiunto Polimeni ed Esposito – sbloccare attività ambulatoriali che in questa fase sono state bloccate per consentire una più alta capacità di azione sul Covid, e quindi permetterebbe di salvare altre vite umane. Perché è chiaro che la priorità, adesso, ce l'hanno i malati di Covid-19, ma è altrettanto chiaro che tutti gli altri pazienti, con patologie non meno pericolose, hanno bisogno di una riorganizzazione della sanità regionale che tenga conto pure delle loro esigenze".
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Polimeni ed Esposito hanno evidenziato come la proposta abbia già trovato la condivisione di una parlamentare come Wanda Ferro e di esponenti del mondo delle associazioni di categoria come Aldo Ferrara. "A Villa Bianca, in una struttura che sul piano logistico e organizzativo avrebbe bisogno di pochissimi interventi d'adeguamento, si potrebbero organizzare sia le degenze che le lungodegenze per i malati di Covid-19 in stretta collaborazione, ci sembra il minimo, con gli infettivologi del Pugliese e degli altri ospedali hub della Regione. Tutto questo consentirebbe – hanno concluso - di concentrare nell'immobile di Mater Domini l'attività di ricerca che rappresenta, in massimo grado, la mission specifica e preminente dell'Università Magna Graecia e dell'intero mondo accademico".