La Corte d'appello di Catanzaro ha annullato la condanna per assenteismo che era stata inflitta in primo grado a tre impiegati della Regione Calabria, Emilio Barone, Fioravante Levato e Francesca Maimone, ai quali erano stati comminati dieci mesi di reclusione ciascuno. L'annullamento deriva dalla dichiarazione di non punibilità da parte dei giudici d'appello nei confronti dei tre impiegati, così come era stato chiesto dal loro difensore, l'avvocato Giuseppe Fonte, per "la tenuità del fatto contestato". I fatti risalgono al 2013.
--banner--
Dopo la condanna in primo grado i tre impiegati della Regione erano stati licenziati. La Corte d'appello ha dichiarato inoltre inammissibile, accogliendo anche in questo caso la richiesta del difensore, l'appello che era stato proposto dalla Procura della Repubblica di Catanzaro contro la sentenza di primo grado con il quale era stato chiesto l'aggravamento della pena inflitta a tutti gli imputati. Richiesta alla quale si era uniformato, nel corso del processo d'appello, il procuratore generale, Raffaella Sforza. "In attesa di conoscere nei 90 giorni le motivazioni che hanno indotto la Corte d' Appello di Catanzaro a riformare la sentenza di condanna emessa dal giudice di primo grado - ha detto, in una dichiarazione, l'avvocato Fonte - non v' è dubbio che la declaratoria di esclusione della punibilità nei confronti dei tre imputati, all'epoca condannati e nel contempo licenziati dal posto di lavoro, rappresenta un traguardo difensivo di fondamentale importanza al fine di garantire, anche in autotutela, i diritti dei dipendenti regionali".