Anas, "Corruzione, tangenti quotidiane": 10 arresti e 31 indagati. Meduri ai domiciliari

medurigigiansa"Se dovessi dire la sensazione che mi ha dato la lettura di queste carte è proprio la quotidianità della corruzione vista come una cosa normale. Una situazione deprimente. La nostra principale indagata, la dirigente Anas Antonella Accroglianò, capo dell'associazione a delinquere, va in ufficio per lavorare ma il suo principale lavoro è quello di gestire il giro di corruzione". Sulla principale indagata, Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del coordinamento Tecnico Amministrativo Anas, Pingantone ha detto: "Ha sempre la borsa aperta, tratta male chi ritarda i pagamenti e anche i suoi collaboratori che fanno male non le pratiche, ma la riscossione delle mazzette dagli imprenditori". Lo stesso procuratore ha poi sottolineato l'importanza delle intercettazioni nelle indagini per corruzione, affermando che: "Senza intercettazioni i processi per corruzione non si possono fare". Il procuratore Capo della Procura della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, apre così la conferenza stampa presso la sede del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma sull'inchiesta relativa agli appalti Anas.

Una inchiesta che ha svelato un sistema criminale articolato e ben complesso, denominata "Dama nera", e che ha consentito di disarticolare una vera e propria cellula criminale, costituita da dirigenti e funzionari "corrotti" di Anas spa i quali, secondo la ricostruzione degli investigatori, abusando dei poteri derivanti dall'incarico ricoperto nell'ambito della predetta azienda pubblica, sono riusciti ad ottenere utilità e provviste corruttive da imprenditori, titolari di società di rilievo nazionale, in alcuni casi con l'intervento di un "colletto bianco" (un avvocato di Catanzaro) e del citato esponente politico.

Associazione per delinquere, corruzione per l'esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri d'ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e voto di scambio. Questi i reati per i quali, a seconda delle singole posizioni processuali sono state arrestate dieci persone dalle fiamme gialle.

Dei dieci arrestati sulla base di un provvedimento cautelare firmato dal gip Giulia Proto, cinque sono finiti ai domiciliari, cinque in carcere. Sono invece 31 complessivamente le persone indagate.

In particolare sono finiti in carcere: Antonella Accroglianò, classe 1961 dirigente Responsabile del Coordinamento Tecnico Amministrativo di Anas Spa; Oreste De Grossi classe 1956 dirigente Responsabile del Servizio Incarichi Tecnici della Codirezione Generale Tecnica; Sergio Serafino Lagrotteria classe 1967 dirigente Area Progettazione e Nuove Costruzioni; Giovanni Parlato classe 1967 funzionario; Antonino Ferrante classe 1961 funzionario. Ai domiciliari invece sono finiti Eugenio Battaglia classe 1962 avvocato; Concetto Albino Bosco Lo Giudice classe 1963 imprenditore di origini calabresi; Francesco Domenico Costanzo classe 1962 imprenditore di origini calabresi; Luigi Giuseppe Meduri, classe 1942 già Presidente della Regione Calabria, dal gennaio 1999 all'aprile 2000, Deputato nella XIV legislatura (Margherita Ulivo) e, dal maggio 2006 al maggio 2008, Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture (Governo Prodi); Giuliano Vidoni classe 1945 titolare della Vidoni Spa, con sede legale a Travagnacco. Eseguito un sequestro per equivalente delle somme corruttive allo stato accertate nei confronti di tutti i dipendenti pubblici infedeli, fino a concorrenza di 200.000 euro.

Oltre 90 le perquisizioni effettuate in Lazio, Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Piemonte, Veneto e Abruzzo, con il supporto anche dei Nuclei di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza alle sedi di Bari, Arezzo, Catanzaro, Catania, Gorizia, Cosenza, Padova, Messina, Siracusa, Udine, Torino, Vercelli e Venezia.

L'indagine ha svelato uno scenario in cui la corruzione ed il pagamento di tangenti sono un "sistema assolutamente strutturato e per nulla episodico". Così gli investigatori della Guardia di Finanza hanno descritto il contesto che hanno trovato indagato all'interno dell'azienda. Secondo gli uomini delle Fiamme Gialle in Anas c'era una vera e propria cellula con un rapporto diffuso rapporto di connivenza in tutta Italia" e che utilizzata, come nei contesti mafiosi, dei pizzini per scambiarsi le informazioni tra gli imprenditori ed i funzionari pubblici corrotti, "in modo da non lasciare traccia di quelli che erano gli accordi corruttivi". Insomma, "un sistema collaudato, tutt'altro che episodico".

"Ciliegie", "libri", "topolini" e "farmaci antinfiammatori". Così nel linguaggio dell'associazione criminale venivano chiamate le tangenti per gli appalti Anas.

La promessa di assunzione lavorativa in Anas ovvero in società collegate in cambio del sostegno elettorale. Questa la contestazione formulata nell'ambito dell'inchiesta che coinvolge l'Anas e che ha portato all'arresto di dieci persone. In particolare ad Antonella Accroglianò, dirigente Responsabile del Coordinamento Tecnico Amministrativo di Anas Spa finita in carcere, è contestata la promessa di assunzione lavorativa in Anas o in società collegate in favore di un soggetto calabrese, in cambio del sostegno elettorale fornito al fratello, candidato (non eletto) alle elezioni regionali in Calabria dello scorso novembre 2014.

Gigi Meduri invece era "un oscuro faccendiere" e interfaccia politica della 'dama nera', il dirigente dell'Anas Antonella Accroglianò, considerata dagli investigatori al vertice dell'organizzazione all'interno dell'Anas. È la ricostruzione fatta dagli uomini delle Fiamme Gialle sul ruolo di Luigi Meduri nei confronti del quale sono stati disposti gli arresti domiciliari.

"Mi pare giusto sottolineare - continua Pignatone - l'estraneità del nuovo presidente dell'Anas, che si è insediato da poco, a queste vicende. Il nuovo presidente dell'Anas non ha nulla a che vedere ed è ovviamente una parte offesa dal punto di vista giuridico". (Foto Ansa)