Ancora un colpo di scena nel processo nato dall'operazione "Chiosco Grigio" che ha del clamoroso.
Il GIP di Torino, Rosanna La Rosa, ha rigettato giovedì scorso la richiesta di rinnovazione di custodia cautelare in carcere avanzata dalla Procura del capoluogo piemontese nei confronti di Luigi Barbaro, detto Gino.
Sul capo di Barbaro, 56enne di Gerace, catturato a Miami dopo qualche anno di latitanza in esecuzione di un titolo coercitivo emesso dal GIP distrettuale di Reggio Calabria, pendevano accuse gravissime, quali l'essere a capo di un'associazione a delinquere composta da più di dieci persone e al traffico internazionale di stupefacente e l'avere importato nel territorio nazionale un ingente quantitativo di cocaina che gli inquirenti quantificarono in almeno 500 kg.
Il motore dell'inchiesta, come è noto, fu il Procuratore Aggiunto Nicola Gratteri, che seguì personalmente oltre oceano la delicata procedura mirata all'estradizione di Barbaro.
Fu proprio in quell'occasione, in Florida, che il magistrato reggino, anch'egli di Gerace, riconobbe in Luigi Barbaro il coetaneo con il quale da ragazzo giocava a pallone, come avrebbe poi scritto in uno dei suoi libri di recente pubblicazione.
Definita la procedura con le autorità statunitensi, Barbaro veniva successivamente estradato in Italia a metà luglio dello scorso anno.
Lo scorso 23 febbraio, il GUP di Reggio Calabria, dott. Antonio Scortecci, trattando la posizione dell'imputato che nel frattempo era stata oggetto di uno stralcio, ha condiviso l'eccezione di incompetenza territoriale dell'avv. Oreste Romeo (nella foto), difensore di Barbaro unitamente all'avv. Carlo Maria Romeo del foro di Torino.
A seguito della sentenza del GUP reggino, gli atti sono stati trasmessi alla Procura di Torino che la scorsa settimana ha inoltrato al GIP piemontese richiesta per la rinnovazione della misura cautelare in carcere.
Richiesta disattesa dal GIP La Rosa, la quale non ha ravvisato elementi dimostrativi di una compagine associativa da cui desumere l'estensione del pactum sceleris dal Barbaro agli altri coimputati, comunque diversi da quelli originariamente individuati dal GIP reggino, così come, in relazione alla presunta importazione di un ingente quantitativo di cocaina (500 Kg), lo stesso giudice ha ritenuto affidabile e plausibile la versione offerta dal Barbaro agli inquirenti nell'immediatezza dell'arresto.