di Anna Zaffino - Proseguono una serie di collaborazioni e sinergie dell'Ordine dei biologi di Reggio con alcuni rappresentanti istituzionali quali il Corpo forestale dello Stato, il Servizio prevenzione e protezione dell'Asp di RC e l'Arpacal. Sì perché l'Ordine dei Biologi ha, tra gli altri, come obiettivo per il 2014 una serie di interventi volti a creare nuove opportunità di lavoro per gli iscritti, oltre che corsi di formazione di aggiornamento e seminari, soprattutto per i giovani. "Il nostro obiettivo – dice il Commissario provinciale reggino Domenico Laurendi – è quello di proseguire il cammino intrapreso attraverso la rete di sinergie create in questi mesi con tutte le realtà competenti nel settore scientifico biologico del territorio provinciale". Con il Corpo Forestale dello Stato, per esempio, si è firmato un protocollo d'intesa per avviare una serie di collaborazioni perché, come sottolinea il comandante provinciale di Reggio Calabria, Giorgio Maria Borrelli "abbiamo bisogno di figure professionali altamente specializzate così come lo sono i biologi". Corpo Forestale che ha avviato una collaborazione anche con l'associazione Libera. Con quest'ultima si è avviata una cooperazione per ciò che riguarda, per esempio, la tutela delle attività imprenditoriali legate al settore agricolo che nascono in terreni confiscati alla 'ndrangheta. Con l'agenzia beni confiscati, che ha sede a Reggio, il Corpo forestale monitora le aree sottoposte a sequestro per far in modo che esse vengano rese fruibili dalla collettività attraverso l'associazionismo e libera impresa. Borrelli spiega, inoltre, che molte volte i reati ambientali si realizzano non solo per motivi di lucro illecito ma anche per forti deficit conoscitivi che imprese e soprattutto Enti Locali hanno in materia ambientale.
E sono soprattutto questi ultimi a non avere nelle proprie professionalità biologi che possano fare da consulenti. Anche il Direttore scientifico dell'Arpacal, Oscar Renato Ielacqua, denuncia questa situazione che vede i biologi scavalcati, in settori lavorativi che dovrebbero essere di loro competenza, da altri professionisti. L'agenzia regionale calabrese è una struttura che dovrebbe avere delle professionalità molto tecniche come chimici, biologi, ingegneri, architetti. Invece– ma è un dato che si rileva a livello nazionale – le agenzie sono state dei "carrozzoni dove sistemare gli amici e i partenti del politico di turno, il che ha comportato danni enormi". Nell'agenzia regionale calabrese nata dal 2000, per esempio, quasi il 60% delle assunzioni fatte hanno interessato laureati in legge. Figure amministrative quindi e non tecniche. Una situazione che forse starebbe per cambiare. Infatti, dal primo gennaio, l'Arpacal avrà una nuova pianta organica e, come sottolinea Ielacqua, si cercherà di "riparare i danni di qualche anno fa quando si sono assunti tanti amministrativi contrabbandandoli per tecnici". Le agenzie regionali per la protezione dell'ambiente lavorano grazie a dei fondi ricevuti dalla sanità, circa l' 1% delle risorse. Tale parametro non verrebbe però rispettato.
La Regione Calabria avrebbe trasferito all'Arpacal solo lo 0,47% delle risorse ma dal gennaio 2014 si arriverà al 0,70% . Nuove assunzioni quindi potranno essere effettuate e ad aprile ci sarà un bando di concorso. Ielacqua poi si sofferma sulla situazione reggina dei depuratori. La città di Reggio facendo riferimento agli esami dell'Arpacal, ha dovuto emettere un divieto di balneazione in alcune aree per la presenza di scarichi abusivi o di depuratori mal funzionanti. Si tratta della zona di Reggio che va dal Lungomare fino alle zone di San Gregorio (Sabbie bianche) e quella di Bocale. E la zona di Melito Porto Salvo? "Circa 15 giorni fa – dice Ielacqua – si è fatta una conferenza stampa in cui abbiamo attuato per la seconda volta, con l'assessore regionale all'ambiente Pugliano, una campagna denominata "Sos mare" che ha visto protagonista il cittadino. La gente – sottolinea Ielacqua – ci ha fornito delle segnalazioni su cui noi siamo intervenuti assieme alla Capitaneria di porto". Melito ha avuto, assieme a San Lorenzo, un buon numero di chiamate degli utenti. Ma cosa è stato rilevato? "Abbiamo sgomberato il campo da equivoci e criticità – dice Ielacqua – perché abbiamo rilevato non esserci inquinamento fecale, né alghe tossiche né nient'altro di importante ma solo presenza di "schiumetta" dovuta a un processo fisico e chimico che si instaura nel periodo dell'anno in cui le acque sono molto calde. Si può stare tranquilli secondo Ielacqua. L'ordine dei biologi ha avviato anche una collaborazione con Asp di Reggio Calabria, rappresentata oggi da Domenico Bova, con cui si istaureranno delle sinergie a livello di eventi formativi .