Il 9 novembre 2007 una raffica di vento scoperchiò il tetto di una scuola elementare a San Maurizio Canavese (Torino). Nei giorni scorsi, con una sentenza che conferma le due condanne per il reato di crollo colposo - a pochi mesi di reclusione - inflitte a Torino dalla Corte d'appello, la Cassazione ha scritto la parola 'fine' a un processo durato quindici anni. Uno dei due imputati è Mauro Esposito, 56 anni, architetto, noto alle cronache come "imprenditore antimafia" per le sue denunce contro le infiltrazioni della 'ndrangheta nel Torinese.
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In questa vicenda era chiamato in causa nella qualità di direttore di precedenti lavori di sistemazione del refettorio della scuola (il secondo imputato è un suo preposto) e quindi considerato responsabile per la "posizione di garanzia". I giudici stabilirono che il sistema di ancoraggio del tetto (benché' non esistesse una normativa nazionale) non era adeguato e, fra l'altro, evidenziarono che i chiodi utilizzati erano troppo corti.
A partire dal 2011 Esposito ha svolto numerose consulenze tecniche per conto della procura di Torino e per la polizia. Una di queste ha riguardato le carenze tecniche e amministrative all'origine di quanto accadde a Torino in piazza San Carlo il 3 giugno 2017 durante la proiezione su maxischermo della partita Juventus-Real Madrid. Le sue osservazioni sono state tra quelle che hanno portato la procura a chiedere il rinvio a giudizio di una quindicina di imputati, tra cui l'allora sindaca Chiara Appendino e l'ex questore Angelo Sanna, condannati in primo grado.