Per ordine della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, il procuratore aggiunto della Direzione Nazionale antimafia, Alberto Cisterna, è stato trasferito, in via cautelare, al tribunale di Tivoli, dove svolgerà funzioni di giudice. Lo ha comunicato oggi il Csm con una nota in cui si legge ''la Sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura, accogliendo la richiesta della Procura generale della Corte di Cassazione, ha disposto il trasferimento, in via cautelare, di Alberto Cisterna dalla Procura nazionale antimafia al tribunale di Tivoli, con funzioni di giudice''. Cisterna, che fino ad oggi è stato uno dei vice del procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, è finito sotto procedimento disciplinare per aver avuto contatti con Luciano Lo Giudice, appartenente ad una famiglia di ndrangheta di Reggio Calabria. Per questa vicenda è indagato dalla Procura reggina per corruzione in atti giudiziari, un'inchiesta aperta l'estate scorsa dall'allora procuratore capo Pignatone e del sostituto della Dda, Beatrice Ronchi, per i quali troppe sarebbero state le telefonate tra il collega e Luciano Lo Giudice, l'anima commerciale dell'omonimo clan, che lo avrebbe contattato spesso nel momento del bisogno. Proprio l'informativa trasmessa da Pignatone al Csm, con cui si comunicava a Palazzo dei Marescialli l'apertura dell'inchiesta a carico di Cisterna, avrebbe messo al lavoro la Prima Commissione dell'organo di autogoverno della magistratura, che si occupa di profili non disciplinari. Il 19 marzo scorso, i magistrati della Commissione - con la sola astensione del togato di Magistratura Democratica, Vittorio Borraccetti - avevano deciso di proporre al plenum il trasferimento d'ufficio per incompatibilità funzionale, ritenendo che per il magistrato vi fosse "l'impossibilita' a svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità". Ma Il procedimento già avviato nei confronti del magistrato reggino è dovuto ripartire da zero, per decisione della Procura generale della Cassazione, che ha disposto una nuova istruttoria. La precedente richiesta di trasferimento avanzata dalla Commissione disciplinare al Plenum del Csm, infatti, si era svolta seguendo la procedura riservata ai casi di trasferimento "senza colpa", che consente di operare il trasferimento d'ufficio del magistrato anche senza poterlo incolpare di alcun illecito disciplinare, ma che non lascia spazio al contradditorio da parte del togato oggetto di procedimento. In seguito all'intervento della Procura generale della Cassazione, gli atti sono già stati trasmessi alla Commissione disciplinare del Csm che ha ripreso l'istruttoria da zero, dando a Cisterna la possibilità di produrre atti e confutare gli elementi posti a suo carico. Elementi che però sembra non siano serviti a modificare la decisione dei colleghi che oggi per l'ormai ex procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia, hanno disposto in via cautelare l'immediato trasferimento a Tivoli.