Sentenza Consulta, Bevilacqua (Cambiamo!): "Sanità torni in mano ai calabresi"

«La sentenza con cui la Corte Costituzionale ha parzialmente dichiarato illegittimo il commissariamento della sanità calabrese rafforza quanto andiamo sostenendo da diverso tempo». Lo afferma il coordinatore regionale di "Cambiamo la Calabria", senatore Francesco Bevilacqua, che aggiunge: «Abbiamo sempre affermato che la decisione di commissariare la nostra fu una scelta assolutamente infelice. Adesso ne siamo più convinti. Rafforzeremo la nostra battaglia per fare in modo che il sistema sanitario regionale, dopo anni nelle mani di uomini lontani anni luce dalle problematiche nostrane, torni in mano ai calabresi. La nuova legislatura regionale dovrà cominciare il suo corso con il ritorno al pieno controllo di gestione della Sanità al nuovo presidente eletto della Regione Roberto Occhiuto che sosteniamo con le nostre liste nella coalizione di centrodestra. Il ritorno della gestione della Sanità alla Regione è una delle priorità del programma di 'Cambiamo!', che presto sarà oggetto di condivisione con il candidato presidente, Roberto Occhiuto nonché con le forze politiche del centrodestra.

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Ora più che mai – prosegue Bevilacqua - punteremo a marce forzate sull'idea che il debito anteriore all'intervento vada sostenuto dalla regione mentre quello successivo debba essere a carico dello Stato. Dal canto suo il senatore Gaetano Quagliariello, vicepresidente nazionale di 'Coraggio Italia' sottolinea come «la sentenza della Corte Costituzionale sul commissariamento della sanità in Calabria dà ragione a quel buon senso che abbiamo cercato di esprimere in una mozione parlamentare trasversale: mettere un commissario statale per limitare il debito col risultato di farlo crescere esponenzialmente, nel migliore dei casi è un fallimento che richiede il ricorso a differenti soluzioni».

Quagliariello aggiunge: «Oggi, grazie alla sentenza della Consulta, la ricerca di queste soluzioni è più attuale di ieri». Poi conclude annunciando che «nei prossimi giorni chiederemo che la nostra mozione venga discussa».