di Claudio Cordova - E' il turno dell'ex presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Bova. Accompagnato dagli avvocati difensori Francesco Mortelliti e Giuseppe Strangio, è il decimo tra i politici a sfilare nell'ambito degli interrogatori riguardanti l'inchiesta "Rimborsopoli". Bova ha deciso di rispondere alle domande dei pubblici ministeri Ottavio Sferlazza e Matteo Centini. Da settimane, ormai gli inquirenti stanno cercando di fare luce sulle spese pazze al Consiglio Regionale della Calabria, effettuate con i soldi dei gruppi consiliari. Prima di Bova, in tutte queste settimane, sono stati ascoltati al sesto piano del Cedir, l'assessore ai Trasporti, Luigi Fedele, ex capogruppo del Pdl, Giampaolo Chiappetta, attuale capogruppo del partito di Silvio Berlusconi, Nino De Gaetano (attualmente del Pd, ma coinvolto per le vicende riguardanti Rifondazione Comunista), Sandro Principe (del Partito Democratico), Giovanni Bilardi, ex capogruppo della Lista Scopelliti presidente e oggi senatore della Repubblica nei ranghi di Grande Sud,Vincenzo Antonio Ciconte (ex capogruppo di Autonomia e Diritti), Giulio Serra (Insieme per la Calabria), Emilio De Masi (Italia dei valori), l'assessore regionale Alfonso Dattolo, dell'Udc.
All'appello mancano quindi solo tre tra i tredici politici raggiunti alcune settimane fa dagli avvisi di garanzia con l'accusa di peculato: l'ex Presidente della Giunta Regionale, Agazio Loiero (attualmente capogruppo di Autonomia e Diritti), l'assessore Pino Gentile, del Pdl, e il sottosegretario regionale Alberto Sarra, in passato capogruppo di Alleanza Nazionale.
Tredici politici regionali che, negli anni 2010 e 2011, si sarebbero fatti rimborsare di tutto: dai caffè ai "Gratta&Vinci", ma anche una serie di benefit connessi ai viaggi effettuati per "rappresentanza". Oltre 500mila euro, inoltre, sarebbero senza giustificazione nei rimborsi inseriti nei rendiconti 2010 e 2011. Una somma "scoperta" perché priva di giustificazione, dato che mancherebbero scontrini o fatture per motivare le uscite. Successivamente, le Fiamme Gialle, su input della Procura di Reggio Calabria, hanno acquisito i rendiconti del 2012, infine si è arrivati agli anni 2007, 2008 e 2009. Proprio l'acquisizione dei rendiconti degli scorsi anni potrebbe allargare ulteriormente la lista dei soggetti coinvolti.
I pubblici ministeri Sferlazza e Centini, infatti, iniziano ora ad avere un quadro più chiaro e a differenziare le varie posizioni. Secondo indiscrezioni, alcuni sarebbero riusciti a fornire un quadro lineare e documentato delle spese effettuate, mentre per altri la situazione è apparsa più nebulosa. In pochi, comunque, avrebbero restituito i fondi concessi per i rimborsi ai gruppi consiliari.