Si è svolto il 28 febbraio 2020 il Consiglio Generale della Femca Cisl Calabria, alla presenza del Segretario Organizzativo della Femca Cisl Nazionale Giovanni Rizzuto e del Segretario Generale della Cisl Calabria Tonino Russo. Molti gli argomenti affrontati ad iniziare dalla tematica relativa al riordino del ciclo integrato delle acque in Calabria, che come dal dibattito è emerso e per come oramai la federazione sostiene da tempo, non si riscontrano passi in avanti sostanziali alla sua realizzazione. La Legge 18/2017 che istituì l'AIC l'ente di governo d'ambito stenta a decollare e a rispettare i tempi definiti che avrebbero dovuto portare nelle intenzioni all'individuazione del soggetto unico gestore in Calabria. Sono stati confermati tutti i dubbi e le perplessità sulla reale possibilità che la stessa potesse essere una legge innovativa di svolta e che quindi avesse i presupposti dirimenti necessari sul riordino del servizio idrico integrato della Calabria. Non si può infatti pianificare nelle intenzioni un percorso simile senza capire come si finanzierà e che tipo di piano industriale avrà per poter essere veramente funzionale. La conferma che nella nostra Regione c'è una grave mancanza di cultura organizzativa e di programmazione, e se si continua così, senza prendere provvedimenti seri per gestire quella che non esitiamo a definire un'emergenza, si rischia di non garantire alle future generazioni l'accesso all'acqua potabile. Così come in seguito ai cambiamenti climatici sarà assolutamente necessario indirizzare finanziamenti per interventi futuri, che dovranno servire per la realizzazione di invasi e acquedotti, come grandi dighe infrastrutture preziose per l'agricoltura ma anche per fronteggiare i periodi di siccità sempre più frequenti. In Calabria la situazione è a dir poco paradossale: in una regione ricca di corsi d'acqua, sono circa 24 le grandi dighe e di queste funzionano regolarmente, solo quelle date in gestione ai privati, come a Enel e a A2A che le utilizzano per ricavare energia idroelettrica. Delle 24 presenti, 10 dighe non erogano acqua in quanto non sono state programmate e realizzate le opere di canalizzazione. Si è affrontato anche il tema del servizio della depurazione nella città metropolitana di Reggio Calabria dove si sta lavorando, in seguito a verifiche sui costi di gestione da parte dell'amministrazione comunale, ad una internalizzazione del servizio attraverso una gestione pubblica mediante la società in house Castore. Si tratterebbe di una riforma profonda e importante, con un percorso non semplice e scontato. Come Femca Cisl, è stata ribadita, la richiesta già fatta all'amministrazione comunale, del mantenimento degli attuali livelli occupazionali, con applicazione del contratto di riferimento del Gas Acqua e la salvaguardia dei diritti e garanzie acquisite, senza incorrere ad una selezione pubblica. I lavoratori attualmente impiegati nel servizio a nostro parere hanno il sacrosanto diritto di continuare a lavorare alla luce delle professionalità acquisite che giorno per giorno dimostrano nello svolgimento del servizio.
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Sono state affrontate anche le tematiche afferenti i depositi costieri di Vibo Valentia, la Eni R&M e la Meridionale Petroli, a seguito delle continue strumentali cicliche prese di posizione per una loro delocalizzazione, che antepongono lo scontro ideologico precostituito della esclusiva tutela ambientale, ad un percorso condiviso e più equilibrato, che tenga conto anche della salvaguardia dei siti produttivi. È stata ribadita la posizione chiara della Femca Cisl, nel sostenere la salvaguardia dei due importanti siti produttivi industriali, che per una realtà come quella di Vibo Valentia, l'ipotesi di un eventuale delocalizzazione, scatenerebbe un danno economico rilevante.