Raid in carrozzeria Milanese:presi 9 criminali della Comasina legati a doppio filo alla 'ndrangheta

Non una semplice rapina ma un "avvertimento" che aveva scatenato gia' una catena di minacce, tra macchine bruciate e colpi di pistola alla porta. Il raid del 12 marzo 2018 alla New Car, ex Ambro Car, luogo di ritrovo dei criminali della Comasina, legati a doppio filo alla 'Ndrangheta, ha sullo sfondo il controllo del principale nodo di spaccio e traffico di droga di Milano. Ne sono sicuri gli investigatori dei carabinieri di Milano e la procura, che hanno arrestato 9 pregiudicati, tutti facenti parte del commando che ha sequestrato e procurato lesioni gravissime a Massimiliano Toscano, attuale titolare della carrozzeria. Il capo del commando pero' era proprio il suo ex socio Rocco Ambrosino (46 anni). La collaborazione economica tra i due si era interrotta e sarebbe questo, insieme a questioni legate alla droga, il motivo dell'aggressione, durante la quale i criminali hanno persino tentato di tagliare il braccio alla vittima con una roncola. Nonostante la gravita' della situazione pero' nessuno ha collaborato alle indagini: un "grave clima di omerta'" ha reso difficile risalire ai responsabili, come ha specificato il pm titolare del fascicolo Francesca Crupi.

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I due avevano anche cercato di "conciliarsi" incontrandosi qualche tempo dopo in un bar. Un silenzio giustificato dal "contesto criminale di grande spessore in cui si muovevano la vittima" e i suoi avversari, ha illustrato l'aggiunto Laura Pedio. L'unico a collaborare e' stato un cittadino cinese titolare di una ditta nella zona, che ha riconosciuto alcuni volti fra coloro che quella notte si presentarono alla carrozzeria, confermando quanto gia' rilevato dalle telecamere e dalle intercettazioni telefoniche. Nei gruppi whatsapp in cui organizzavano l'agguato la foto profilo era quella di uno dei personaggi della serie tv Gomorra, denominato "Sangue Blu", nome poi dato al complesso fascicolo. La catena di ritorsioni dopo l'aggressione e' cominciata con la gambizzazione di Michelangelo Raffaello Lo Bue, 27 enne, che risulta oggi fra gli arrestati, avvenuta nell'aprile del 2018: l'inizio di una "faida" per il controllo della crimanilita' di Comasina e Bruzzano, che sta vivendo una fase di "riorganizzazione per la gestione del potere" dopo le numerose indagini (non ultima l'operazione 'Red Carpet' della Mobile milanese); con addentellati nella gestione della cocaina da parte della mafia calabrese, come dimostrato dall'indagine Capo Saldo del 2012. In completo stile mafioso gli altri "avvertimenti" accertati dagli investigatori: l'incendio dell'auto di uno degli indagati, che si e' verificato fuori dal carcere di Bollate, dove tornava la sera, trovandosi in semiliberta'; poi i colpi di arma da fuoco alla porta dei genitori Ambrosino; fino all'incendio della macchina del padre. "Un'escalation criminale che poteva finire con eventi ancora piu' gravi" secondo il tenente colonnello Michele Miulli, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, che ha condotto le indagini. (AGI)