Il pentito Marando: "Partecipammo al sequestro di Cesare Casella"

casellaNel corso dell'udienza del processo "Minotauro" sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel torinese, il pentito Rocco Marando, che da una localita' segreta sta rispondendo alle domande del pm Roberto Sparagna sulle attivita' criminose della sua famiglia a Volpiano, nel torinese, tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta ha dichiarato: "Abbiamo passato anni d'oro, trattavamo in droga e partecipavamo a sequestri. Personalmente abbiamo preso parte a quello di Cesare Casella".
"Una sera - ha raccontato - sono arrivati quattro di San Luca a casa mia a Volpiano e abbiamo caricato su un camion dei mobili, lasciando uno spazio in mezzo, che serviva per trasportare Casella da Pavia alla Calabria". Marando ha poi parlato dei poteri della 'ndrangheta, soffermandosi sulla corruzione, arrivata ai massimi organi di giustizia: "La 'ndrangheta si occupa di trovare i giudici giusti da corrompere" ha deto Marando, senza tuttavia menzionare persone o fatti specifici, causando la reazione del presidente del tribunale, Paola Trovati: "Questa è una cosa di grande importanza – ha detto Trovati – Siamo noi i primi a voler sapere se ci sono magistrati corrotti". Nel corso della sua audizione Marando aveva accennato per sommi capi a una sola vicenda. Dal suo racconto era sembrato trattarsi di un presunto tentativo di corruzione non andato a buon fine. ''Bisognava fare uscire dal carcere uno dei miei fratelli dando del denaro all'avvocato difensore, Alfredo Biondi (ex ministro della giustizia - ndr), perche' se la vedesse con il giudice. Io stesso portai i soldi dalla Calabria, e li consegnai a mia cognata. Ma mio fratello non usci' e, anzi, gli aggravarono la condanna. E non lo difese nemmeno Biondi ma il figlio. Andò a finire che ci facemmo restituire il denaro''. Di altri casi, visto che il pentito non ha saputo fare altro che riferire considerazioni generiche apprese da altri personaggi, non si e più parlato.