‘Ndrangheta, niente sconti di pena per ex capo ultrà della Juve

Niente sconti di pena per Giacomo Lo Surdo, 44 anni, l'ex capo degli 'Arditi', gruppo di tifosi organizzati della Juventus, condannato in processi di 'ndrangheta. La Cassazione ha respinto la richiesta della difesa di ricalcolare l'entità delle condanne in base al principio della "continuazione" tra i fatti. Lo Surdo, attualmente detenuto a Voghera, dovrà dunque scontare più di sette anni di reclusione. L'ex capo ultrà era stato coinvolto a Torino in vicende emerse nel corso dell'inchiesta di 'ndrangheta San Michele.

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Tra queste figurava una estorsione ai danni di Set Up Live, una delle più note società organizzatrici di grandi eventi in Italia. Il 23 giugno 2015 patteggiò sei mesi di carcere in abbinata con una sentenza precedente. Nel 2014 fu condannato dal tribunale di Catania per un'altra presunta estorsione commessa nella città siciliana. La Cassazione ha preso atto che "Lo Surdo ha ammesso di avere fatto parte della 'ndrangheta e ha dichiarato che il suo ruolo era quello di effettuare estorsioni e che vi provvedeva rivolgendosi ove si creavano occasioni utili". Gli avvocati difensori, Wilmer Perga e Gaeatano Scalise, avevano chiesto la "continuazione", sostenendo che i fatti di Torino e Catania dovevano essere considerati all'interno di un unico "contesto associativo".