La filiera della foresta e del legno si ritrova a discutere a Progetto Fuoco, il più importante trade-show mondiale dedicato al settore del riscaldamento a biomasse promosso da Piemmeti e in programma in fiera a Verona fino a sabato 7 maggio. L’occasione è stata questa mattina il convegno “Il sistema foresta-legno in Italia. Promuovere il settore forestale come elemento strategico dell’economia circolare, garantendo la multifunzionalità delle foreste e coordinando le filiere dei prodotti legnosi” promosso da Aiel – Associazione Italiana Energie Agroforestali, Progetto Fuoco e Mipaaf – Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
La tavola rotonda
Nella tavola rotonda moderata da Annalisa Paniz, direttore generale di Aiel, i rappresentanti della filiera foresta-legno sono intervenuti su strategie e utilizzazioni forestali, economia circolare e cooperazione con le altre filiere. Hanno parlato Angelo Luigi Marchetti – Assolegno di FederlegnoArredo, Michele Passarini – Cia, Marco Bonavia – Conaf, Livio Bozzolo – Conaibo, Enrico Allasia – Confagricoltura, Raoul Romano – Crea, Antonio Di Cosimo – Ebs, Andrea Zaghi – Ef, Gabriele Calliari – Federforeste, Vanessa Gallo – Fiper. Per le organizzazioni di settore sono intervenuti Giustino Mezzalira – Anarf, Gianpiero Sammuri – Federparchi, Ilaria Dalla Vecchia – Fsc Italia, Antonio Nicoletti – Legambiente, Antonio Brunori – Pefc Italia, Renzo Motta – Sisef, Marco Bussone – Uncem, Antonio Pollutri – WWF Italia.
Annalisa Paniz ha sottolineato come le biomasse legnose impiegate nel settore residenziale rappresentino la principale fonte energetica rinnovabile italiana, garantendo alto rendimento, efficienza energetica e bassa emissione di particolato. Per Paniz si potrebbe più che raddoppiare la quantità di energia termica prodotta in Italia. «Il settore può puntare a raggiungere i 16,5 Mtep di energia termica prodotta da biomassa contro gli attuali 7, di cui 8,5 Mtep di biomasse legnose pari a circa 146 GW della potenza installata – ha spiegato Paniz –. Le bioenergie potrebbero arrivare a coprire fino al 68% dell’energia da FER nel settore termico e fino al 37% dei consumi finali lordi nel 2030».
Il negoziato tra i ministeri
«Il decreto sulle politiche per le biomasse a uso energetico contiene molte problematiche, trascura la valutazione d’impatto delle politiche energetiche e non ha dati sulle biomasse legnose; inoltre non tiene conto dei grossi impianti a biogas e biomassa, che produrrebbero 600 MegaWatt di energia elettrica, poco meno di quanto realizzava la centrale nucleare di Caorso (750 MegaWatt), con costi decisamente inferiori». L’ha detto oggi a Progetto Fuoco in Fiera a Verona Attilio Tonolo, funzionario del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali al convegno “Il sistema foresta-legno in Italia”. L’esperto ha parlato di un difficile negoziato in corso con il Ministero della Transizione Ecologica sul tema.
Alessandra Stefani, anch’essa funzionaria del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha insistito sul valore della Strategia Forestale: «È il principale degli otto decreti attuativi del Testo Unico, scritto con le persone e non contro le persone – ha spiegato Stefani –. Il testo ha avuto una concertazione molto allargata ed è in perfetta sintonia con la Strategia Europea licenziata solo qualche giorno prima». A proposito delle politiche sui boschi l’esperta Stefani ha ribadito l’importanza di guardare molto avanti senza fermarsi agli effetti immediati, ricordando il riconoscimento che il Consiglio di Stato ha dato al Testo Unico delle foreste, considerato uno strumento che rappresenta tutti gli interessi pubblici.
Il professor Pettenella e i dati incerti del settore
Davide Pettenella, professore dell’Università di Padova – Dipartimento TeSAF, ha parlato dei rischi relativi sia a un eccessivo uso delle riserve forestali sia al loro mancato utilizzo, e di come a livello europeo vi siano differenti approcci ai metodi di approvvigionamento. L’assenza di dati nazionali sui prelievi (fermi al 2013) appare colmata solo dall’imminente aggiornamento Istat (atteso per la prossima estate) al 31 dicembre 2020. «Ma i dati non tornano né a livello locale né a livello Eurostat o Unece – ha detto Pettenella –. Per averne di attendibili bisognerà allora partire dai consumi finali distinguendo le fonti forestali dalle altre».
Impianti a biomassa, in testa Alto Adige, Lombardia e Calabria
In Italia gli impianti di teleriscaldamento e cogenerazione presenti soprattutto in area alpina (il 51% si trova in Alto Adige, l’11% in Lombardia), consumano 787.451 tonnellate di biomassa forestale (sui 475 impianti che utilizzano biomasse solide) per produrre 453 MegaWatt. I 32 impianti che producono energia elettrica da biomasse forestali consumano 1.954.080 tonnellate e vedono la Calabria in testa con l’impiego di oltre un milione di tonnellate di legna (51%) seguita da Veneto (9%), Sicilia (8,4%), Emilia Romagna (7,8%).
Altri dati riguardano utenze domestiche e commerciali: gli impianti al 2021 sono 8.352.465 con consumi di oltre 10 milioni 900.000 tonnellate di legna e 1.300.000 di pellet. In Italia il consumo di biomassa legnosa è così ripartito: per reti di teleriscaldamento e cogenerazione 1,57 milioni di metri cubi pari al 5%, per impianti che producono corrente elettrica 3,91 milioni di metri cubi pari al 12% e per utenze domestiche e commerciali 26,21 milioni di metri cubi pari all’83%: totale 31,69 milioni di metri cubi.
Il docente ha ricordato quanto il mercato sia condizionato dalla guerra, da fenomeni climatici ormai sempre più abituali (la tempesta Vaia in 3 giorni ha abbattuto 10 milioni di metri cubi di alberi) e dalla recessione.