Le aziende sanitarie calabresi, tranne il Gom di Reggio Calabria, non forniscono i dati sui “medici imboscati” al Consigliere Regionale Davide Tarvenise, che questa mattina ha scritto ai Responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza delle Aziende Sanitarie calabresi (8 su 9) che non hanno dato seguito al suo accesso agli atti, per chiedere il riesame dell’istanza.
“A pensar male si fa peccato – incalza Tavernise – ma appare quantomeno strano il silenzio su questa mia richiesta, che riguarda due aspetti fra loro complementari: quanti sono i medici e gli infermieri che si “nascondono” dietro una scrivania invece di espletare il loro lavoro in corsia? E quanti di questi hanno veramente le carte in regola per poter stare davanti a un monitor? La risposta a queste semplici domande potrebbe finalmente farci addivenire ad una soluzione per la grave carenza di personale che affligge i nostri ospedali”.
“Dal Gom, per esempio – spiega Tavernise – sappiamo che in tutto sono 8 (tra medici e infermieri) gli operatori che pur potendo lavorare in corsia, di fatto sono stati dislocati altrove. E sempre 8 sono le unità che per diversi lassi temporali, risultato essere inidonei al ruolo per il quale sono stati assunti”.
“Mi preme constatare, comunque, che anche la politica ad oggi non sembra intenzionata a risolvere pienamente la questione – continua il consigliere regionale -. Non è un caso, allora, se la mia proposta di legge anti-imboscati, presentata in data 14 ottobre 2022, non sia ancora stata calendarizzata. Eppure non tocca le casse della Regione: è a costo zero”.
“Voglio rinnovare l’invito al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per una giusta collaborazione sui temi più importanti per i cittadini calabresi – chiosa Tavernise – e la sanità è la madre di tutte le questioni in questa terra. È arrivato il momento di mettere in atto azioni concrete e responsabili”.