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Il giudice della Corte internazionale Aitala a Trame Festival: giudicherà i crimini di guerra di Putin

Sul palco di Trame.11 il giudice della Corte Penale internazionale Rosario Aitala che ha il compito di valutare i crimini di guerra compiuti in Ucraina dai militari russi, impegnato nel mondo accademico, diplomatico e delle Forza dell’Ordine.

Il tema del terrorismo al centro del confronto con il direttore artistico Giovanni Tizian per l’incontro: “Terroristi, padrini e dittatori. Una guerra lunga trent’anni”.

“il terrorismo è il metodo di cui si serve lo stato per esercitare potere e controllo sul territorio – ha esordito – attraverso l’uso della paura”.

Il sistema di disvalori in cui si esercita il metodo della paura, teorizzato nel suo libro “Diritto Internazionale Penale” (Le Monnier Università) che viene usato come arma di liberazione, strategia eversiva, tattica geopolitica è lo stesso di cui si servono le organizzazioni criminali.

Rispetto a entrambi, terroristi e mafiosi, è stato messo in atto un processo di “normalizzazione” che nel tempo si è esplicato attraverso il dilagare di due fenomeni: la banalizzazione del male e la perdita dei parametri che caratterizzano una democrazia moderna.

“Attualmente ci sono cento milioni di sfollati costretti a lasciare le proprie abitazioni”, ha osservato il giudice, partendo dalla storia dello stragismo nazista in Italia per arrivare al jihadismo afgano-pakistano e al nichilismo dei tempi del ‘califfato’. “L’Afganistan è un paese che ha perso la speranza, lo Yemen non riesce a trovare pace”.

“Processare i crimini internazionali significa ristabilire l’umanità, il diritto delle genti è il principio della civiltà moderna. La Corte penale internazionale esiste per dare speranza alle vittime che non ne hanno, perché vivono in paesi in cui le istituzioni non funzionano e sono esse stesse le autrici delle persecuzioni

Per questo è necessario l’intervento della Corte Internazionale, il tribunale deputato a giudicare i crimini internazionali: “la Corte funziona perché non è subordinata al Consiglio di sicurezza, è indipendente. Il suo scopo è ridare speranza a chi altrimenti non ne avrebbe”.

“A distanza di 30 anni viviamo in un mondo diverso e peggiore, diseguale, fatto di diseguaglianze economiche e sociali. Il terrorismo è utilizzato dai dirigenti statali per governare, i crimini di guerra sono strumento della politica. C’è stato un decadimento della democrazia, della qualità della politica, della pulizia della comunicazione. Dalla storia impariamo che dalla storia non impariamo niente”.

L’uso della paura, denuncia Aitala, resta il metodo scelto dai sistemi di potere per soddisfare interessi politici e ideologici, che si tratti di mafia o di terrorismo.

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