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Ecco la Catanzaro del futuro: viaggio tra le istanze sociali e le opere pubbliche che cambieranno l’anima del Capoluogo

di Gaia Serena Ferrara – “Noi pensiamo che il deficit principale di questa città sia l’assenza di discussione e di partecipazione, un deficit che ha radici molto profonde, che ha delineato nel tempo quello che è l’attuale modus operandi sulla cosa pubblica, ma che rappresenta il motivo per cui siamo qui oggi”.

Sono le parole con cui Roberto Rizza ha inaugurato ieri a Catanzaro quello che si spera sia il primo di un ciclo di incontri, di appuntamenti, sottoscritti dalla sigla “Al lavoro per Catanzaro”, finalizzati ad accentuare l’attenzione sull’importanza della partecipazione e del confronto, promuovendo un modo di fare politica più virtuoso rispetto al passato. Oltre a voler dar seguito alle promesse fatte in campagna elettorale, lo scopo dichiarato del gruppo di lavoro è innanzitutto quello di stimolare il più possibile un contributo critico, propositivo e costruttivo della cittadinanza nei confronti dell’amministrazione per ciò che attiene alle istanze più urgenti e sensibili del territorio.

“Il confronto è essenziale per arrivare a costruire” ha affermato l’assessore ai lavori pubblici Raffaele Scalise, in qualità di primo ospite protagonista di questo tavolo di confronto. Il tutto ambientato in una cornice informale com’è quella del “Don Giovanni”, un locale del centro storico che ieri ha svolto la funzione di salotto letterario aperto al confronto, alla critica, e alle domande dei partecipanti. La scelta dell’assessore Scalise come primo ospite non è affatto casuale, spiega Rizza: “Rappresenta quella parte di città che per troppo tempo è rimasta fuori dall’impegno diretto dell’amministrazione pubblica e che ha visto progressivamente allargarsi questo gap fra la politica e la comunità”.

Ed è proprio per provare a colmare questa distanza, questa disaffezione del cittadino verso la cosa pubblica, che si è colta l’occasione ieri di portare sul tavolo una serie di tematiche particolarmente calde, quali la programmazione di opere pubbliche, la riqualificazione di aree strategiche della città, il ripensamento e la riorganizzazione degli spazi.

Le aree strategiche prioritarie

“Ci troviamo di fronte a una città che sta morendo: ci assestiamo intorno agli 85.000 abitanti, al netto di circa 12.000 abitazioni vuote presenti sul suolo comunale” spiega Scalise brevemente. Una premessa fondamentale per comprendere le ragioni per cui nel nuovo PSC, infatti, non si prevede alcun uso di suolo zero ma bensì di rivitalizzare quello che già c’è.

La riqualificazione del quartiere Aranceto (allo scopo di ricucire uno strappo ormai atavico e riparare al degrado), così come dell’area di Catanzaro Sala, la previsione di piste ciclabili (come quella che si sta progettando fra Lido e Sala), la costruzione della metropolitana che possa collegare meglio Germaneto con il centro, il recupero di aree dismesse in stato d’abbandono come l’area della funicolare.

“A Catanzaro va ripristinato ciò che già avevamo, per minimizzare gli sprechi ripensando in modo virtuoso gli spazi” continua Scalise. Si pensi, ad esempio, alla rivitalizzazione della Stazione di Catanzaro Sala, zona che al netto dei 4 milioni che abbiamo da destinarle, potrebbe essere riconvertita in nodo intermodale dei bus per decentrarli dalla città e contribuire alla costruzione di una mobilità più sostenibile.

“Ancora, per quanto riguarda l’area dell’ex gasometro, abbiamo già in cantiere un bando, una gara di progettazione che prevede di recuperare la piazza centrale in modo che possa ospitare manifestazioni, eventi e incontri dedicati alla promozione del territorio e dei suoi prodotti” prosegue l’assessore, che spiega che per quanto riguarda il Gasometro i soldi ci sono già.

La questione “parcheggi”

I finanziamenti dunque non mancano, così come le proposte, le idee e l’impegno anche per ciò che riguarda quella che a Catanzaro è forse fra le questioni più spinose e attenzionate dai cittadini: la problematica dei parcheggi.

“Molti di noi si aspettano – afferma il consigliere Tommaso Serraino, anche lui partecipe all’appuntamento di ieri – non dico un qualcosa di rivoluzionario ma che almeno assesti la quotidianità delle persone”.

“In questo – spiega Scalise – la conformazione del territorio, l’orografia della città, non ci aiuta. I vincoli e i limiti del contesto territoriale ci costringono a ragionare su alcune cose con grande fatica”.

E questo è vero per quanto riguarda la possibilità di parcheggi nel centro storico, al netto di un finanziamento di 7 milioni e mezzo per l’area dei giardini Nicholas Green. Così com’è vero nel caso della scuola Mazzini (5 milioni) il cui progetto sarà inserito, afferma Scalise, nella prossima Agenda Urbana. Per niente secondari, sono poi i finanziamenti e le iniziative da mettere in campo per far fronte al dissesto idrogeologico.

La missione sociale

L’impegno per la città, tuttavia, non si esaurisce solo nell’ambito delle opere pubbliche. Un occhio di riguardo va infatti riservato alle istanze sociali che non si possono ignorare. “Si sta pensando di programmare Agenda Urbana anche sul sociale: dare finanziamenti alla gente che viene a investire nel centro storico, ai nuovi locali che si apriranno, portando avanti una politica un po’ diversa che potrebbe invertire la tendenza e rendere attrattiva la città stessa”

La presenza all’incontro di ieri dello stesso sindaco Fiorita, è testimonianza dell’apertura sincera che l’amministrazione sta dimostrando di avere e portare avanti nei confronti dei cittadini e delle istanze di cui si fanno portatori.

“Quello che abbiamo trovato al nostro arrivo non era affatto una visione razionale e logica, né complessiva, del futuro che si voleva costruire per Catanzaro e delle modalità migliori attraverso cui farlo” afferma il sindaco.

A mancare è quasi sempre, in questi casi, un disegno. “Dobbiamo fare un grande sforzo di restituire razionalità e anima a quello che abbiamo ereditato” incalza Fiorita.

Non è affatto secondaria, infatti, l’idea (che è più una necessità ormai) di “ricucire il tessuto della città, integrare la città con le sue storture e le sue virtù” allo scopo di innescare processi e percorsi virtuosi, costruttivi, che permettano anche di porre rimedio ad errori passati, figli di approcci malsani che si rivelano deleteri nel lungo periodo (come dimostra la disaffezione generale nei confronti della politica nonché l’inerzia e l’indolenza che sembra caratterizzare il catanzarese medio ).

L’elefante nella stanza

E in tale ottica, non poteva e non può mancare una riflessione su Parco Romani, uno degli incompiuti peggiori di Catanzaro che meglio di tutti testimonia le conseguenze nefaste di una malagestione reiterata della cosa pubblica (e anche privata in questo caso).

Interpellati sull’argomento, infatti, sia il sindaco Fiorita che l’assessore Scalise ammettono di trovarsi di fronte a una sorta di “elefante nella stanza” la cui presa a carico da parte dell’amministrazione risulterebbe troppo onerosa: “Si tratta di una problematica gigante su cui non è facile costruire una progettualità”.

Un’opera che richiederebbe un investimento pubblico troppo ingente, si parla di 10 milioni circa, che quindi non è possibile inserire nella programmazione comunale anche perché si tratta di una struttura in parte privata.

“Noi stiamo cercando di coltivare una strada esterna recuperando un progetto precedente e mettendoci in contatto con l’Università e provando a ragionare sui fondi ministeriali” spiega Fiorita, che continua: “La speranza è che la trasformazione dell’area circostante che abbiamo in mente di portare avanti, finisca per rendere appetibile e attrattivo anche Parco Romani”.

Numerose e diversificate, in definitiva, sia le istanze che le tematiche affrontate ieri nell’ottica di riuscire a dare vita, e concretezza, a quella famosa visione complessiva che potrebbe finalmente portare la città di Catanzaro a rivestire realmente il ruolo di Capoluogo di Regione.

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