Lo Schiavo a Vibo: "Rompiamo il sistema che ha condannato la Calabria"

«Il voto del 3 e del 4 ottobre è un referendum tra la conservazione di un sistema che ha portato la regione ad essere ultima in tutti gli indicatori e chi invece vuole rompere la falsa alternanza destra-sinistra che da decenni condanna questa terra. Perché se la politica si riduce solo a trasformare i diritti in favori, vuol dire che noi siamo destinati ad essere ultimi per sempre».

È quanto ha detto Antonio Lo Schiavo, candidato al Consiglio regionale della Calabria nella circoscrizione Centro con la lista "de Magistris presidente", aprendo questa mattina il suo intervento in occasione dell'apertura della sua segreteria politica a Vibo Valentia, alla presenza del candidato alla presidenza Luigi de Magistris.

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Per il professionista vibonese, l'attuale sindaco di Napoli, è l'unico in possesso dei requisiti essenziali per il cambiamento. «Intanto - ha spiegato - ha una grande conoscenza della storia di questa regione e tutte le carte in regola per rompere il sistema. Poi ha dimostrato di essere uomo di governo: a Napoli ha fatto un grande lavoro e chi oggi lo attacca evidentemente non sa cos'era Napoli negli anni passati».

Lo Schiavo ha poi aggiunto: «La nostra coalizione è fatta da gente che ha un unico comun denominatore: essere libera da condizionamenti ed avere alle spalle una storia che parla per noi e che metterà a disposizione per il cambiamento della Calabria. Quanto di più lontano da una politica che, ad esempio, in piena campagna elettorale apre selezioni e concorsi facendo leva sul bisogno delle persone. Nella prossima legislatura regionale arriverà un fiume di denaro pubblico che potrà realmente innalzare la qualità della vita dei calabresi. Se vogliamo rimettere in sintonia i cittadini con la politica non è moralmente accettabile che questi soldi possano essere utilizzati ancora una volta per alimentare clientele e privilegi. Né può essere accettato dai calabresi che questa regione possa essere governata da forze, come la Lega, che sostengono politiche a trazione nordista, che puntano al regionalismo differenziato per impoverire ancora di più la Calabria e il Sud».

Poi, Lo Schiavo ha parlato di "dignità del lavoro". «La maggior parte delle persone chiede lavoro per i figli che, nonostante le competenze, non hanno la possibilità di lavorare qui. La politica dà messaggi sbagliati, lasciando intendere che qui vanno avanti solo i più furbi e i raccomandati. È ora di invertire questa tendenza: anche in Calabria si può lavorare grazie alle proprie competenze, senza dover bussare alle porte delle segreterie politiche. Basta con i piagnistei di chi si lamenta che le cose non possano cambiare: bisogna prendere consapevolezza che l'unico vero modo per cambiare è quello della matita in mano nella cabina elettorale. Quello è il momento di scegliere il cambiamento. Perché - ha concluso rivolgendosi agli elettori -state votato per il vostro futuro, per i vostri figli e per questa terra».

Dal candidato presidente Luigi de Magistris la consapevolezza che «un grande risultato l'abbiamo già raggiunto: in poche settimane abbiamo messo in campo una coalizione civico-popolare con sei liste, raccogliendo 21mila firme in soli cinque giorni. Molto bene che i sondaggi ci diano ultimi, perché è la prova che non sono in grado di tracciarci, noi siamo fuori radar, non apparteniamo agli schemi della politica putrefatta. Il vero sondaggio sarà il 3 e il 4 ottobre, il giorno della rivoluzione con la matita, quando la gente ci dirà se vuole mantenere la conservazione, la sudditanza, il sistema o vuole una coalizione che punta su libertà, diritti, partecipazione, cambiamento».

Gli attacchi di Amalia Bruni per de Magistris hanno l'obiettivo di «erodere un pezzo di voto d'opinione per far vincere Occhiuto. Lo scopo finale è non far vincere noi, perché noi cancelleremo il partito unico della spesa pubblica, distruggeremo la politica dei bisogni, della sudditanza, della rassegnazione. Veniamo da 40 anni di politica regionale che ha messo in evidenza una mescolanza di incapacità, inadeguatezza e di dolo. Che ha vissuto sui bisogni delle persone, che ha avuto la necessità di non far funzionare la sanità per tenere al guinzaglio i calabresi. Il magma del loro consenso silenzioso è la rassegnazione. E sono gli stessi elementi che utilizza anche la mafia, che come la politica vive di bisogni, di sudditanza, di rassegnazione. Borsellino diceva: "mafia e politica hanno in comune la ricerca del consenso". Noi non abbiamo il problema di Occhiuto che, quando gli chiedono "lei come si pone nei confronti della 'ndrangheta", risponde di aver raccomandato ai suoi candidati di "non prendere i voti della mafia". Noi non abbiamo questo problema, con noi ci sono uomini e donne che hanno le mani pulite e che vogliono una Calabria libera».

Quindi ha aggiunto: «La differenza è che noi non abbiamo governato questa terra, non ci siamo macchiati le mani di sangue, perché se le persone muoiono quando manca un presidio di assistenza, non è morte naturale, è assassinio. Noi useremo un sasso per scassare e uno per ricostruire: abbiamo scelto una colazione civica e popolare alternativa ai due blocchi, che parla a tutti, le nostre storie parlano per noi. Vogliamo scrivere la storia con voi, ma per farlo dobbiamo governare. Lo faremo con onestà, incorruttibilità, libertà, competenza, autonomia, coraggio, passione e con quello spirito di follia che non ci ha fatto fare calcoli. La storia sta bussando alle porte, ai cuori e alle teste dei calabresi: che non si dica che questa volta non c'è alternativa».
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