Molinari (IdV): “Massima attenzione sul processo per l'autobomba di Limbadi”

"Ricordiamo tutti bene quanto è successo a Matteo Vinci il 9 aprile dello scorso anno e a suo padre Francesco a Limbadi.
Ci si è aspettato e augurato che quella brutta storia, che ha visto la morte di un cittadino perbene e il ferimento del padre per mano di una bomba, e che ha visto individuati i presunti autori, giungesse presto nella aule del tribunale per dare giustizia alla vittima e ad una madre e un padre che da allora continuo a chiedersi il perché di tutto questo, il perché di questa morte assurda.
Con Salvatore Borsellino, don Giacomo Panizza ed altri ho firmato – dichiara L'Avv. Sen. Francesco Molinari ex componente della Commissione antimafia in Senato e attuale componente del Direttivo di Italia dei Valori – un appello per chiedere che intorno al processo per l'autobomba di Limbadi ci sia la massima attenzione, formale e sostanziale, della società civile, delle istituzioni e della magistratura inquirente autorevolmente rappresentata dalla Procura diretta da Nicola Gratteri".

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"Sembra il colmo che in questa epoca da ipersovraesposizione mediatica – continua l'esponente di Italia dei Valori - vi sia bisogno di istanze di questo genere, specialmente trattandosi di un caso cosi efferato che tanto ha scosso l'opinione pubblica, ma pare che in Calabria politica e associazionismo, messi notificatori e giudici cassazionisti siano parecchio distratti in questo periodo: svegliamoli un pò".
Una sveglia che deve riguardare chi deve garantire l'applicazione della legge, e che non può crogiolarsi in sterili problemi burocratici. Non doveva infatti succedere che l'udienza preliminare a carico dei cinque imputati ritenuti appartenenti al clan Mancuso (fra i più potenti della 'ndrangheta) saltasse a causa di un'omessa notifica ad una degli accusati.
"Quante altre volte questo tipo di Stato deve massacrare Matteo, la sua famiglia e i cittadini che hanno diritto alla Giustizia?" afferma Molinari.
"Spero che ora a seguito della diretta richiesta al ministro della Giustizia Bonafede da parte dell'avvocato Giuseppe De Pace che assiste Francesco Vinci e Sara Scarpulla, genitori di Matteo si possa scongiurare un ulteriore rinvio – continua l'ex componente della commissione antimafia – nonché il rischio che gli imputati il 26 giugno, termine di scadenza della custodia cautelare, possano essere rimessi in libertà".