di Sabrina Salmeri - Sui rapporti sociali online tanto si è detto e tanto si è scritto, ma secondo me non è mai sufficiente esplorare questo particolare modo di interloquire con il prossimo sviluppatosi ormai da circa un ventennio.
Tra i suoi molti usi e benefici, Internet ha trasformato e semplificato il nostro modo di dialogare. Oltre alla posta elettronica, la messaggistica istantanea (ICQ, AIM, Yahoo!Messenger e Windows Live Messenger) ha svolto un ruolo molto importante nella comunicazione tra persone, a volte, lontanissime fisicamente. Preistoria, se si considerano gli strumenti di connessione di cui disponiamo oggi.
Nel 2003 arriva Skype, con cui si riesce a video chattare, con una qualità superiore rispetto ai predecessori, tanto da essere usato soprattutto per videoconferenze nell'ambito lavorativo. In seguito arrivarono Google Talk, Facebook (che ha incorporato Skype nel 2011) e naturalmente WhatsApp.
L'instant messaging (IM) è diventato quindi uno strumento essenziale sia per lavoro che per diletto. Consente di evitare i costi delle chiamate del nostro gestore telefonico e ci permette di avere in tempo reale la risposta di cui abbiamo bisogno.
Ma attenzione.
Come afferma Symantec – una delle più grandi aziende che si occupa di sicurezza informatica – con l'IM si ottiene un compromesso tra la convenienza e la vulnerabilità a virus e hacker. Nel momento in cui qualcosa lascia i nostri dispositivi (pc, tablet, smartphone, ecc.) può essere intercettato e letto da chiunque su internet. Questo assunto dovrebbe essere stampato e attaccato al monitor del pc per ricordarcene sempre.
Il danno però non arriva sempre da sconosciuti. C'è un modo più subdolo che ci può indurre a fornire intenzionalmente informazioni private (dati personali, foto, video ecc.) a persone che potrebbero usarle contro di noi.
Tecnicamente si parla di social engineering, ed è un modo di carpire informazioni importanti basandosi proprio sulla interazione umana. Normalmente questo termine è usato nella cyber security per definire una tipologia di attacco informatico: esempio tipico è quello dell'hacker che vuole entrare in un sistema informatico e non riuscendo a farlo in modo "tecnico" (con strumenti informatici), utilizza questa pratica di adescamento, consapevole della superficialità della sua vittima.
Una cosa che dovremmo sempre tenere presente è che su Internet non sempre le persone sono chi dicono di essere.
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C'è una trasmissione di MTV, ormai molto nota, che si chiama Catfish che racconta le storie nate in rete, tra bugie e verità. I conduttori, Nev e Max, aiutano il protagonista di turno a scoprire se la persona con cui sta parlando è reale o se appunto è un catfish ( persona che finge di essere qualcun altro).
Guardare la trasmissione potrebbe indurre a dire "ma allora non ci si può fidare di nessuno in rete?"
Nonostante il fatto che Internet renda facile costruire grandi menzogne, la maggior parte di esse sono in realtà piccole bugie, il che suggerisce che nel complesso siamo abbastanza onesti in rete.
Ciò non significa che si deve accantonare la prudenza.
Segnalo qualche regola da tenere sempre presente quando usiamo gli IM:
1. Non fornire mai la password, le informazioni sulla carta di credito o altri dati riservati;
2. Essere estremamente cauti nel rivelare informazioni confidenziali ad estranei, come ad esempio il nome del proprio luogo di lavoro
3. Non cliccare mai su link che si ricevono via chat
4. Disabilitare i download automatici
5. Mantenere i software o le App di IM aggiornati.
Ma la prudenza non ci deve certo allontanare del tutto dalle persone, come accadde in Giappone nel 2009 con il boom di vendite del gioco Love Plus (Konami), in cui l'utente ha una fidanzata virtuale sempre disponibile, amorevole e premurosa. Ma finta.