"Giustizia per l'ospedale della Locride", la protesta dei sindaci e la paura per una possibile ondata di Covid

LOCRI-SANITaDAYdi Mariateresa Ripolo - «C'è una volontà politica di smantellare questo ospedale». È la denuncia del sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, nella "Giornata dell'Indignazione", così come è stata definita la manifestazione che si è tenuta davanti al Palazzo di Giustizia di Locri. Una protesta di sindaci e cittadini - presenti anche le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil con i loro segretari provinciali - per chiedere un intervento e risposte concrete sulla difficile situazione in cui riversa ormai da anni l'ospedale di Locri.

Problemi atavici, che in tempi di Coronavirus si acuiscono. Sembra esserci un'unica consapevolezza: «Se dovesse arrivare un'ondata di Covid come al Nord, non saremmo preparati ad affrontarla».

Sette i mesi dall'inizio della pandemia per provare quantomeno a cercare delle soluzioni. A quanto pare, però, la situazione rimane sempre la stessa.

«Abbiamo chiesto l'intervento della politica e non lo abbiamo ottenuto, abbiamo ottenuto solo tante belle parole e chiacchiere, ma noi abbiamo bisogno di risposte - tuona Calabrese - Rivendichiamo il diritto alla salute».

A protestare molti sindaci dei 42 comuni della Locride con loro fasce tricolore, anche se non tutti presenti.

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I sindaci, insieme ai sindacati, chiedono «assunzioni a tutti i livelli e concorsi per l'individuazione di primari». La carenza di personale è una delle problematiche più importanti del nosocomio operante nella Locride, a causa del quale molti reparti vengono chiusi e i servizi interrotti. Un altro punto cruciale è quello che riguarda l'utilizzo dell'elisoccorso, inattivo nelle ore notturne, e che potrebbe essere di vitale importanza per i casi che richiedono il ricovero immediato in altre strutture. «Chiediamo inoltre l'utilizzo immediato dei 15 milioni già stanziati per la ristrutturazione di una parte dell'ospedale - afferma Calabrese, che accusa: «La mala gestione dell'ospedale e della sanità nella Locride rappresentano un evidente crimine nei confronti della collettività».

Ancora più difficile la situazione ora che i casi di Covid-19 nella Locride si stanno intensificando. Nel periodo di maggiore difficoltà, quando al Nord Italia si stava combattendo una vera e propria guerra con centinaia di morti ogni giorno, al pronto soccorso di Locri, file interminabili per eseguire prima dell'eventuale ricovero, i tamponi. Le foto del pronto soccorso con decine di pazienti nei lettini ad aspettare l'esito dei test hanno suscitato enorme sdegno.

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«Chiediamo l'autorizzazione per la lavorazione dei tamponi Covid presso il laboratorio analisi ospedaliero». I tamponi di Locri devono ancora essere inviati a Reggio Calabria per essere processati. Nessun passo in avanti, anche se in un primo momento sembrava vicina la possibilità che potessero essere analizzati direttamente nel laboratorio di Locri, attraverso una richiesta inviata dal direttore sanitario Antonio Bray al dipartimento Tutela della Salute della Regione. Ma nulla di fatto, la situazione è rimasta invariata. Leggi qui

Molte le accuse nei confronti dei commissari straordinari, che si sono insediati dopo lo scioglimento per 'ndrangheta dell'Asp reggina nel 2019, ma soprattutto nei confronti di Saverio Cotticelli, il generale incaricato di risollevare le sorti della sanità calabrese. Di ieri è la notizia che il Commissario per la sanità della Regione Calabria avrebbe intenzione di presentare le dimissioni dopo le perplessità sul suo operato durante l'ultima seduta del tavolo interministeriale che vigila sulla situazione economica del comparto. Un vero e proprio fallimento insomma.

«Pretendiamo giustizia - gridano i sindaci in coro - vogliamo l'intervento delle competenti Autorità nei confronti di chi si è reso responsabile di tale vergognoso scempio».