Nella Locride la “guerra” contro il Covid si combatte con un ospedale da campo: il primo sopralluogo dell’Esercito

locri-ospedaledacampodi Mariateresa Ripolo - Una struttura allestita dall'Esercito e dalla Protezione civile a pochi metri dall'ospedale di Locri. È questo il "piano di combattimento" anti-Covid pensato dal presidente ff della Regione Calabria Spirlì per la Locride e che, salvo imprevisti, verrà realizzato nei prossimi giorni. Ma i dubbi sulla reale necessità di importare ospedali da campo dal Libano (come quello che verrà allestito a Cosenza), però, ci sono. Per di più posizionati in prossimità di ospedali funzionanti, come nel caso di Locri.

Una soluzione tampone che si è resa necessaria per far fronte all'emergenza Covid dopo le polemiche che nelle ultime settimane si sono abbattute sulla gestione della sanità in Calabria. Nomine su nomine, sono già tre i commissari straordinari ad aver dato forfait in soli dieci giorni: Cotticelli, Zuccatelli e per ultimo Gaudio che, appena nominato nuovo commissario ad acta, ha subito rimesso il mandato a causa di «motivi personali».

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La carenza dal punto di vista strutturale dei presidi ospedalieri calabresi e l'impreparazione dal punto di vista organizzativo sono stati e rimangono oggetto di discussione: le cause della dichiarata "zona rossa".
Una situazione che si fa via via sempre più complessa e delicata, nella Locride così come in tutta la Calabria, dove i casi di positività al Covid-19 aumentano. Un incremento di contagi, e di conseguenza di ricoveri, che ha messo alle strette la Regione, con Spirlì che ha deciso di ricorrere a rimedi di fortuna.

«O si allestisce un ospedale attrezzato e con personale adeguato per affrontare l'eventuale emergenza o questa struttura non ha nessun motivo di essere montata». Durante il primo sopralluogo dell'Esercito in prossimità del nosocomio della Locride, il sindaco Giovanni Calabrese ha esternato tutte le sue perplessità su una struttura che «servirà ancora non è chiaro a cosa». «Staremo a vedere - ha detto il primo cittadino di Locri - quel che accadrà nelle prossime ore, perché una tenda senza attrezzature e strumenti è un altro problema che si aggiunge e non un supporto. Ribadisco che avremmo preferito una soluzione diversa, a mio avviso ancora perseguibile, su Locri, Siderno o Gerace".

Sulla questione degli ospedali chiusi è intervenuto anche Nicola Gratteri, rispondendo a una domanda su Gino Strada, il fondatore di Emergency che nei giorni scorsi è stato proposto dal M5S e dalle Sardine come nuovo commissario alla sanità, ma che in queste ore ha annunciato la sua presenza in Calabria per la gestione degli ospedali da campo e il supporto all'interno dei Covid Hotel.

"Il problema in Calabria - ha detto il procuratore capo di Catanzaro - non sono gli ospedali da campo, ma le ruberie e l'acquisto dei materiali medici. C'è bisogno di un manager, non di un medico. E non c'è bisogno nemmeno di ospedali da campo come se fossimo in Afghanistan: in Calabria ci sono 18 ospedali chiusi, meglio riaprire quelli".

Gino Strada con Emergency, l'Esercito che allestisce gli ospedali da campo, e poi c'è ancora chi afferma che la lotta contro il Covid non può essere paragonata a una guerra. Ma in Calabria, nonostante i mesi che avremmo potuto sfruttare per evitarlo, è esattamente così.