Villa San Giovanni (RC), Italia dei Valori: “Dissesto, si colpiscono i cittadini ma si tutelano le grandi imprese”

"Come sempre si è scelto il modo più semplice ma anche il più sleale per avviare il risanamento del Comune Villese, colpendo i contribuenti ma salvaguardando le grandi imprese cui, negli anni, sono state concesse indulgenze e regalie a dispetto della Comunità e scostandosi da quel modo di amministrare che segue il principio del "buon padre di famiglia. Non vorremmo dover pensare che dietro queste regalie e palesi omissioni vi siano "menti raffinatissime" che sono arrivate ad occupare, direttamente o indirettamente, ruoli istituzionali, perché questo sancirebbe la fine dello Stato di diritto". Così in una nota IDV, firmata dal Commissario Regionale Francesco Molinari e dal suo omologo villese Antonio Morabito.

"Non si spiegherebbe altrimenti come una notizia ormai di dominio pubblico e resa ufficiale con fatti e circostanze attraverso la stampa, che ancora rappresenta una fonte atipica di notizia di reato, non sia stata raccolta e avviata a formare un procedimento per sanzionare i responsabili ove individuati. Responsabili e fatti circostanziati nelle carte e nella documentazione, seppur parziale, resa dal Segretario Comunale rispondendo ad una norma di legge sulla trasparenza – si legge – richieste che attendono ancora, dal 31 agosto di quest'anno, di ricevere risposte complete sul numero di pozzi esistenti a Villa San Giovanni e sulle autorizzazioni alla realizzazione delle opere necessarie per trasferire l'acqua dal pozzo di via Giudice Scopelliti fino a destinazione, ovverosia alla Società Caronte&Tourist che, con una delibera del 2015, veniva autorizzata a farne un uso gratuito".

"Documentazione che ha di fatto bloccato l'attività informativa, dal momento che la stessa Delibera di Giunta e tutti gli atti ad essa inerenti, risultano essere contraddittori e privi di una qualsiasi logica giustificazione. In particolare si gioca sulla volontà di offrire gratuitamente acqua potabile agli utenti di Caronte &Tourist ma poi si autorizza l'uso non potabile, senza fornire documentazione su chi abbia attestato si tratti di acqua non utilizzabile per uso domestico, non si comprende chi abbia autorizzato e chi abbia espletato i lavori di adduzione dal pozzo sino alle condotte della società e tantomeno se sia stato installato un contatore. Non esiste un contratto di fornitura ma solo una convenzione firmata dal sindaco, pro tempore e che invece andava sottoscritta dal dirigente. Insomma tutta una serie di anomalie che devono essere verificate – terminano – peraltro emerge chiaramente come si stia parlando di ingenti quantità di acqua, ove si consideri che una sola nave è dotata di due serbatoi per quasi 250 metricubi di acqua, che andrebbero riempiti totalmente e rabboccati ad ogni viaggio, svuotati e riempiti nuovamente ogni paio di mesi per ragione di igiene e salubrità, mentre la città rimane assetata e paga costi salatissimi. Non risulta, poi, alcuna indagine per capire quale laboratorio abbia effettuato le analisi sulla potabilità o meno dell'acqua del pozzo e quali costi sarebbero stati necessari per renderla potabile ed immessa nel circuito cittadino; ed ancora quale danno erariale possa essere stato causato dal momento che l'acqua per uso industriale, qual è normalmente il tipo di fornitura per questo genere di attività, ha un costo commerciale. Per questa ragione facciamo appello alla Comunità per aprire una sottoscrizione di un esposto, in presenza di tale immobilismo e di così tante anomali, che dia la stura ad accertamenti da parte della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti, anche per sovvertire l'attuale sistema che vede il cittadino, specie in una situazione di dissesto, vessato e triturato con conseguenti contrazioni di consumi e danni che poi si riversano sulle attività commerciali e più in generale sull'economia della città".