Locri, sedici anni fa l'assassinio di Francesco Fortugno

fortugno francesco500di Mariateresa Ripolo - Stava uscendo da Palazzo Nieddu del Rio, a Locri, dove si era recato a votare nel giorno delle primarie dell'Unione, quando un killer a volto coperto gli esplose contro cinque colpi di arma da fuoco. Immediatamente soccorso e portato d'urgenza all'ospedale di Locri, Francesco Fortugno si è spento poco dopo. La sua morte lasciò per molto tempo grandi interrogativi e provocò un'ondata di indignazione e ribellione senza precedenti contro la ferocia della 'ndrangheta.

Un omicidio voluto dalla 'ndrangheta

Era il 16 ottobre 2005. Fortugno, solo sei mesi prima, era stato eletto vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. Un incarico che - come emerso poi nel corso delle indagini sul suo omicidio - rischiava di rompere gli equilibri e minare gli interessi occulti delle cosche nel settore della sanità. Una gallina dalle uova d'oro per i clan, come dimostrano le numerose indagini e gli scioglimenti delle Asp calabresi per infiltrazioni, che hanno determinato perdite incalcolabili dal punto di vista economico.

Nel 2009, per l'omicidio di Fortugno, vengono condannati Alessandro e Giuseppe Marcianò, rispettivamente caposala e infermiere dell'ospedale di Locri, considerati i mandanti. Salvatore Ritorto, indicato come esecutore materiale dell'omicidio e Domenico Audino, conducente del mezzo che trasportava il killer.

Gli intrecci tra criminalità e politica

Dopo la morte di Fortugno gli subentra in Consiglio regionale Domenico Crea, primo dei non eletti nella lista della Margherita. Un politico che, secondo l'accusa, era al servizio delle famiglie della 'ndrangheta. Crea, tuttavia, non verrà mai indagato per l'omicidio di Fortugno, ma poco dopo, nel 2008, viene arrestato nell'ambito dell'inchiesta "Onorata Sanità". Un patto tra 'ndrangheta e politica per il controllo del settore della sanità in Calabria. È il quadro delineato dalla Dda di Reggio Calabria, che inquadra l'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale in mezzo agli intrecci e agli interessi nascosti dietro la gestione della sanità calabrese.

L'ondata di indignazione dei giovani della Locride

Il brutale omicidio di Francesco Fortugno scosse profondamente la Locride, ma non solo. Ai funerali del vicepresidente del Consiglio regionale partecipò anche l'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Nei giorni successivi all'omicidio migliaia di studenti scesero in piazza per manifestare contro la 'ndrangheta. Fu la prima vera mobilitazione di massa avvenuta in Calabria contro la 'ndrangheta ad opera dei giovani della Locride che in migliaia fecero sentire la loro voce a tutto il Paese, scendendo in piazza all'indomani di un omicidio definito dalla Direzione nazionale antimafia "uno dei più gravi delitti politico-mafiosi della storia d'Italia".

Il ricordo a Locri

Anche quest'anno a Locri il ricordo di Fortugno con la celebrazione della messa da parte del vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, e la deposizione della corona di alloro a Palazzo Nieddu e nella cappella del cimitero.

"Per il secondo anno consecutivo - afferma Maria Grazia Laganà, vedova di Francesco Fortugno - a causa dell'emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando, assieme ai miei figli, ho inteso organizzare questo momento con sobrietà e senza occasioni di assembramento per i giovani che da sempre rappresentano l'anima e l'energia vitale di questa ricorrenza. Il 16 ottobre resta, in ogni caso, una data simbolica ed estremamente significativa per questo territorio e per l'intera Calabria, quale occasione per rilanciare e promuovere con rinnovato impegno quegli ideali di democrazia, legalità e convivenza civile che hanno permeato tutta l'esistenza di mio marito. Alimentare la fiamma della memoria significa onorare la vita di Franco e contribuire a dare una speranza di cambiamento e di riscatto ai giovani e a tutti i figli di questa terra che non vogliono arrendersi alla soffocante presenza della 'ndrangheta".