Morisani (AmaReggio): "Un modello e un ruolo per Reggio"

"La condizione sistemica della politica e dei partiti, induce a qualche considerazione nell'approssimarsi di una campagna elettorale che appare "frontaliera" per il delinearsi di scenari socio-economici nuovi; determinati dai flussi finanziari e dalle occasioni progettuali e programmatiche che, dall'Europa, andranno a prender corpo e valore in ogni regione d'Italia.

La transizione pandemica ha innescato stagnazione ma anche selezione di volontà e di valori in ogni campo, compreso l'alveo della politica.

E' indubbio che il recovery found ed una visione nuova dei servizi e della pubblica amministrazione innescherà, a cascata, un modello differente ed efficiente di vissuto e nuove opportunità di emancipazione professionale ed economica per i cittadini.

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In tale contesto è opportuno domandarsi se a Reggio e nel suo territorio metropolitano si potranno cogliere queste opportunità epocali, attraverso un rigenerato rapporto sinergico tra politica e dottrina, che inneschi e conclami un potere politico capace di indicare ai territori un indirizzo, una scelta, una leadership di emersione e di competizione economica e sociale.

La condizione di Reggio, nell'oggi, è quella di una Città che per popolazione e per ruolo metropolitano (che travalica quello di capoluogo di Regione, ormai desueto) , dovrebbe essere "fulcro e biga" regionale; ma che, in effetti, langue in una crisi di identità e di precipuità. Una "città senza primato" per insipienza politica. Una Reggio afflitta da un governo in cui il partito guida, il PD e suoi satelliti, appaiono privi di un modello di sviluppo, giusto o sbagliato che sia, finalizzato a determinare quegli indirizzi che "fanno scelta" nel bene e nel male del territorio.

L'assenza di un modello della sinistra reggina (ed il parossistico denigrare del modello precedente) ha determinato non solo una mancata idea di sviluppo, ma anche danni d'immagine e la perdita di "occasioni di preminenza" della Città sul restante territorio calabrese o su parte di esso.

Cosicchè l'auspicata leadership regionale della Città Metropolitana non ha trovato volano a causa di una sinistra reggina incapace a delineare una "dottrina politica del risveglio" che determinasse progettualità di emancipazione, attraverso una programmazione del ruolo di Reggio; in quanto Città-caposaldo di un processo d'identificazione nell'economia regionale di mercato e di programma, attraverso una rivisitazione dell'intero assetto politico-istituzionale.

Crediamo che il vecchio modello reggino (e poi regionale) del centrodestra, aldilà delle valutazioni contrapposte (e nella certezza che, in quanto archiviato, abbia assunto storicità) sia stato una novità, un concetto, un'idea. Presumiamo ci sia stato "un pensare politico" e lasciamo agli altri qualsiasi valutazione apologetica o denigratoria.

Si prenda, quindi, coscienza che la destra reggina ha avuto un modello politico e la sinistra reggina, incapace di avere un suo modello, si è determinata ad impantanarsi in una indifferenza di riflessione che ha innescato impotenza, incapacità, arroganza.

Nell'oggi, dando per contata la vittoria regionale del Cdx su di un Csx frazionato e privo di una visione di governo, potrà esserci per Reggio una opportunità nuova, in considerazione di una rappresentanza elettiva di valore, a fronte di liste redatte dai partiti con oculatezza etica e politica.

L'auspicio è che la rappresentanza regionale eletta nel reggino – in sinergia con le rappresentanze negli assetti regionali dei partiti – si ponga l'imperativo di dare a Reggio un modello politico in una visione che sia evolutiva del territorio ma che anche assuma – per preminenza Metropolitana – facoltà e principi consultivi in Calabria.

Invero l'attesa non è sciovinista ma dottrinaria, nella consapevolezza che i tempi politici e gli scenari socio-economici impongano la creazione di mix valoriali finalizzati alla produzione di innovazione identitaria negli assetti di potere regionale.

In tale progressione valoriale non si può prescindere da una rigenerazione del patrimonio elettorale, identificabile negli operatori politici di base e nei cittadini elettori. Vi è quindi una necessità "cronologica" della prevalenza dei militanti della politica sui "questuanti" della politica, al fine di fare la differenza e di valorizzare chi è destinato a tracciare modelli di sviluppo.

Creare, quindi, modi nuovi ed adeguati per muoversi dentro le mutate e mutevoli condizioni di contesto, al fine di adottare il principio che governare il cambiamento può essere possibile attraverso la radicalizzazione ideologica e territoriale.

Su tali considerazioni in punta di penna vorremmo confrontarci con candidati ed assetti partitici, convinti della realizzabilità di un progetto politico di sviluppo, che sia modello militante forte e vivace; che sia modello solidaristico in quanto improntato ad offrire possibilità e pari opportunità ad ogni cittadino, in un'ottica – "baricentrica reggina" – che inauguri un cammino nuovo per Reggio, restituendo fiducia a tutti noi".

E' quanto si legge in una nota di Pasquale Morisani, portavoce di AmaReggio.