Scontri al carcere di Arghillà: un agente ferito

"Dapprima un'aggressione, l'ennesima, ai danni di un poliziotto penitenziario - riferiscono i portavoce Viglianti e Barbera, Segretari di questa Organizzazione Sindacale - e poi una rissa tra detenuti che ha messo a ferro e fuoco un'intera sezione". Questo è ciò che viene riportato dalla Segreteria Regionale del Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria, riferito a un episodio avvenuto ieri, presso il penitenziario reggino di Arghillà.

"Alle ore 12.00 circa, dopo aver assunto la terapia, un detenuto si recava presso la saletta socialità pur non essendone autorizzato. L'agente - si legge nel comunicato Sinappe - faceva notare l'anomalia al detenuto che reagiva in maniera brusca affermando, con tono minaccioso e avvicinandosi pericolosamente al collega, spingendolo".

"Il collega, compresa la criticità del momento, si recava in fretta presso il box agenti per far uscire l'infermiere, presente per la terapia, e l'educatrice, impegnata in un colloquio. Un attimo dopo - continua la nota - il detenuto lo spintonava violentemente e strappava dalle mani dell'agente il telefono con cui stava chiamando i soccorsi. Non contento danneggiava sedie e tavolo presenti all'interno del box mentre, all'arrivo degli altri poliziotti, afferrava l'estintore con l'intenzione di svuotarlo addosso all'agente, verso il quale rivolgeva precise minacce". "Riportato l'ordine, il poliziotto aggredito veniva curato presso l'ospedale cittadino, che lo dimetteva con una prognosi di 10 giorni".

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La nota riportata da Sinappe riferisce come durante il pomeriggio della stessa giornata "due detenuti, seguiti a ruota da altri, riuscivano a raggiungere la sezione 'Artemide e Minerva', provocando una rissa che ha coinvolto circa 60 ristretti che, armati di gambe dei tavoli con chiodi, bastoni, pezzi di ferro e gli stessi estintori, hanno provocato danni ingenti a suppellettili e mobilia".

"I poliziotti in servizio, non coinvolti nella colluttazione, hanno cercato con non poca fatica di riportare l'ordine con il supporto di altri colleghi, immediatamente accorsi".

"È indubbio - dichiarano Viglianti e Barbera - che il pericolo vissuto all'interno dei penitenziari dai poliziotti sia ormai giunto a livelli incontenibili. Nonostante ciò - continuano i sindacalisti - i nostri colleghi espletano il compito affidato in maniera encomiabile e professionale, come dimostrano i casi appena riportati, in cui il poliziotto, pur subendo l'aggressione, ha innanzi tutto messo al sicuro i civili presenti e poi ha tutelato la propria incolumità, senza comunque rispondere alla violenza del detenuto e, dal canto loro gli altri agenti, hanno saputo arginare una violenta lite che avrebbe potuto degenerare".