Narcotraffico con il Sud America: quasi 350 anni di carcere sulle cosche Bellocco e Gallace [NOMI]

cocaina gdfdi Claudio Cordova - Stangata per gli imputati che avevano chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato nell'ambito del maxiprocesso "Magma". Il Gup di Reggio Calabria, Maria Rosa Barbieri, ha infatti condannato quasi tutti gli imputati, ad esclusione di Vincenzo Pesce e Simone Massidda.

Il maxiprocesso scaturisce dall'indagine che, alla fine del 2019, ha stroncato il traffico di droga messo in piedi dalla potente cosca Bellocco di Rosarno, attiva anche nel Lazio, lungo il litorale romano, nei territori di Anzio, Ardea, Nettuno, grazie all'influenza della famiglia Gallace, che in quei luoghi agisce pressochè indisturbata, anche grazie a connivenze con il tessuto sociale e politico.

L'indagine curata fin dall'inizio dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Francesco Ponzetta, culminò con il blitz, che portò decine di persone in manette. L'operazione fu eseguita dal Goa, dallo Scico e dal nucleo di polizia finanziaria delle Fiamme Gialle della Guardia di Finanza. Proprio il pm Ponzetta, nel febbraio scorso, aveva richiesto la condanna di tutti gli imputati per oltre 350 anni di carcere. Il Gup Barbieri ha accolto in toto l'impianto accusatorio portato avanti dalla Dda di Reggio Calabria e le pene complessive sfiorano di poco proprio la soglia richiesta dall'accusa.

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Le investigazioni, coordinate dal procuratore aggiunto Gaetano Paci, avrebbero di dimostrato come i Bellocco, uno dei casati storici della 'ndrangheta della provincia di Reggio Calabria, avessero ormai internazionalizzato le loro attività criminali grazie ad una forte capacità di relazione con altre cosche di 'Ndrangheta, come i Morabito e i Mollica di Africo, con cui avevano posto solide basi nell'area platense, tra Buenos Aires e Montevideo, da dove coordinavano l'acquisto e la spedizione di quintali di cocaina verso l'Italia e l'Europa. L'area platense, quella prospiciente al Rio della Plata su cui si affacciano quasi dirimpettaie Buenos Aires e Montevideo, capitale dell'Uruguay è diventata da tempo una zona su cui si sono installati vari gruppi di 'Ndrangheta che coordinano i rapporti con i narcos di Colombia, Bolivia e altri paesi Centroamericani.

A organizzare e tenere i contatti con i membri della cosca, Francesco Morano, che avrebbe svolto la funzione di collettore delle somme di denaro investite nell'importazione della sostanza stupefacente, occupandosi del recupero della droga dal Sudamerica. E' proprio Morano a coordinarsi con Mario e Domenico Bellocco ed è proprio Morano a impartire le direttive a Carmelo Aglioti per l'organizzazione di un viaggio in Argentina per garantire gli interessi dell'associazione. Insieme ad un altro membro dell'associazione, Alessandro Fonti, Morano organizza un'importazione di droga dal Costarica e un acquisto di 100 chili di droga da uno Stato straniero rimasto ignoto.

L'indagine prese avvio dopo il sequestro di 385 chili di cocaina rinvenuti in mare al largo di Gioia Tauro. Da quell'episodio la Guardia di finanza ha ricostruito la rete dei Bellocco che avevano da tempo ormai loro referenti in Sudamerica, i quale avrebbero avuto un ruolo anche nella fuga di Rocco Morabito 'u tamunga', arrestato a Montevideo e in attesa di essere estradato, ma poi riuscito ad evadere dalle carceri uruguaiane. Tale episodio sarebbe sintomatico della forza e dell'affidabilità dei Bellocco, che erano anche riusciti ad inserirsi tra i 'colletti bianchi' del Tribunale di Buenos Aires, riuscendo ad ottenere informazioni riservate su inchieste a loro carico. I Bellocco non si interessavano soltanto di importazione di cocaina dal Sudamerica, ma destinavano alcuni loro membri all'effettuazione di rapine agli uffici postali per autofinanziarsi.

Tra le condanne più pesanti, spiccano i 20 anni di reclusione comminati di Domenico Bellocco, classe 1976 e del giovane Umberto Bellocco, classe 1991. Lo stesso Gianfranco Morano viene punito in primo grado con 20 anni di reclusione. Puniti severamente anche Vincenzo Gallizzi e Carmelo Aglioti, 18 anni e 8 mesi ciascuno. Ecco la sentenza nel dettaglio:

Carmelo Aglioti 18 anni e 8 mesi

Domenico Bellocco classe 1976 20 anni

Domenico Bellocco classe 1980 16 anni

Umberto Bellocco classe 1991 20 anni

Salvatore Celini sei anni e 8 mesi

Francesco Corrao 20 anni

Marco Fiori 18 anni e 8 mesi

Alessandro Fonti 20 anni

Francesco Fortini 12 anni

Bruno Gallace 20 anni

Vincenzo Gallizzi 18 anni e 8 mesi

Vincenzo Italiano 20 anni

Francesco Antonio Loiacono 6 anni e 8 mesi

Pasquale Loiacono 6 anni e 8 mesi

Antonio Loprete 16 anni

Nicola Marinelli 3 anni e 4 mesi

Natale Martorano 8 anni

Domenico Mercuri 20 anni

Francesco Morano detto Gianfanco 20 anni

Caterina Mosciatti 6 anni e 8 mesi

Antonio Orani 10 anni e 8 mesi

Vincenzo Pellegrino 4 anni, 5 mesi e 10 giorni

Giuseppe Pirrotta 3 anni e 4 mesi

Valentina Pizzuti 8 anni

Antonio Pronestì 11 mesi

Domenico Scandinaro 14 anni

Bujar Sejdinaj 5 anni, 11 mesi e 3 giorni

Gianluca Strapucari 8 anni e 10 mesi

Assolti Simone Massidda e Vincenzo Pesce