"Gotha", il messaggio del pm Musolino alla città: "Ci sono donne che si sono opposte al Sistema, Reggio deve saperlo"

gotha-processo-fotodi Claudio Cordova - C'è tanto "cuore reggino" nell'intervento odierno del pm antimafia Stefano Musolino, che sta proseguendo la propria requisitoria nell'ambito del maxiprocesso "Gotha", che vede alla sbarra la masso-'ndrangheta reggina. L'intervento del rappresentante dell'accusa si sta concentrando sulla capacità del gruppo facente capo all'avvocato ed ex parlamentare Paolo Romeo di penetrare la Pubblica Amministrazione, non solo attraverso la politica, ma anche attraverso la burocrazia e i funzionari pubblici.

Musolino, reggino d'origine, sta trattando le ingerenze della presunta associazione segreta nelle dinamiche relative ai lavori del Lido Comunale di Reggio Calabria, ma anche il potere esercitato dall'allora Provincia di Reggio Calabria, che avrebbe dovuto acquistare, a prezzi esorbitanti, diverse decine di libri dell'ex magistrato Giuseppe Tuccio, oggi deceduto, ma considerato inserito nell'associazione segreta di Romeo.

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Musolino ha parlato della accondiscendenza di diversi burocrati ad aprire le porte al gruppo Romeo: "In quest'aula abbiamo visto di tutto" dice facendo riferimento alla deposizione del prefetto Bagnato, già capo di gabinetto del presidente Giusepp Raffa, quest'ultimo imputato di corruzione proprio per la vicenda del libro di Tuccio.

Ma il discorso di Musolino ha preso poi una piega sociale: "C'è gente che tiene la schiena dritta, nonostante tutto e questo la città deve saperlo". Poi si rivolge alla stampa: "Riprendete spesso le nostre parole, allora scrivete anche questo". Non è vero, per il magistrato, che la Pubblica Amministrazione possa essere solo quella delle complicità e dell'affarismo. E le sue parole accorate sono dedicate alle donne. Dal dibattimento, infatti, è emerso il ruolo dell'allora sovrintendente ai Beni archeologici, Margherita Eichberg, della sua collaboratrice Giuseppina Vitetta, delle dipendenti della Provincia, Giuseppina Attanasio, Amelia Crucitti. Queste donne, avrebbero rappresentato l'argine ai desiderata di Romeo & co. nelle vicende contestate: "Queste donne calabresi, che spesso sono custodi della mentalità mafiosa, ma che in questi casi, in un contesto generale di sciatteria, imperizia e a volte dolo, si sono opposte".

Quello di Musolino è un vero e proprio messaggio alla città: "Bisogna dare dignità a queste donne calabresi che combattono il Sistema. Donne che dicono 'anche se tutti, io no'".