Reggio, D’Agostino (Ancora Italia): “Superficialità nei lavori di Via Zecca”

"Abbiamo avuto modo di toccare con mano cosa è accaduto nei lavori del miglioramento manto stradale in via Zecca, il risultato finale sintetizza la poca capacità a realizzare cose ben fatte e belle, deturpando anzi l´ambiente circostante.

Di seguito riportiamo gli errori più vistosi sintomi di superficialità e scarso amore per città.

Cosa non andava fatto e cosa invece si doveva fare in via Zecca

Non andava fatto
1. Il manto bituminoso più idoneo ai battistrada delle automobili che alle suole delle scarpe dei cittadini soprattutto nei torridi mesi estivi.
2. Il colore "Terra di Siena" nulla ha a che vedere con i colori storici delle pavimentazioni del centro, la sovraintendenza beni artistici in questo caso non sovraintende, tralasciando il fatto che il manto è stato completato in tempi diversi e con colorazioni diverse.
3. Pendenza per il displuvio delle acque meteoriche realizzate a 'schiena di asino', un sistema che non può più funzionare in quanto non esistono più le "bocche di lupo", pietre posate a margine del marciapiede appositamente tagliate per permettere all'acqua di incanalarsi negli appositi canali sotto quota calpestio.
4. Occultamento dei tombini di ispezione, (acqua, gas, energia elettrica e cablaggi vari), avremo grossi problemi quando sará necessario fare uso dei tombini.
5. Un foglio di lamiera "mandorlata" affogato nell'asfalto a giustificare un intento di superamento di barriere architettoniche come neanche nei migliori pollai il che ci dà un indice del quoziente intellettivo di chi ha la responsabilità del lavori GALLINA

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"Cosa andava fatto
1. Una pavimentazione in pietra, bastava proseguire quella già esistente al tapis-roulant con pavimentazione a pavimento vedi via Filippini.
2. Un nuovo sistema per il displuvio delle acque meteoriche, per esempio fare delle nuove caditoie al centro della strada con relativi canali di scarico si sarebbe evitata la pendenza esagerata che creerà difficoltà ai gestori nel disporre i tavolini.
3. Messa in quota dei pozzetti, non vanno occultati in quanto necessari per l'ordinaria ispezione e manutenzione.

Le responsabilità sono ascrivibili a Castore in quanto il lavoro è stato gestito in toto dalla suddetta ed ai dirigenti e assessori che hanno approvato questa frittata di pessimo gusto. Basterebbe poco a fare le cose ben fatte, invece continuiamo nella superficialità ed approssimazioni, e questi stessi soggetti vogliono illuderci che sono in grado a fare opere grandiose".

E' quanto si legge in una nota di Francesco D'Agostino, presidente della sezione Reggio Calabria di "Ancora Italia".