Diplomi falsi, coinvolto sindacalista: commissariata la Uil Scuola di Reggio Calabria

uilscuola bandieraE' stata commissariata la Uil Scuola di Reggio Calabria: un provvedimento assunto - rende noto la Uil Scuola nazionale - a seguito del procedimento penale che vede coinvolto Domenico Califano, un componente della segreteria regionale calabrese, responsabile territoriale della struttura di Reggio Calabria che è stato immediatamente sospeso dalla sue funzioni assunte direttamente in capo al Segretario generale Regionale.

"Dovendo garantire l'immagine e la serietà della Uil Scuola Rua Calabria e dei suoi iscritti - si legge nel documento assunto d'urgenza dalla segreteria nazionale Uil Scuola, nel quale si evidenzia come le notizie di stampa, ove confermate, ledano gravemente il lavoro meritevole della UIL Scuola Calabria - ci si riserva altresì l'ipotesi anche di una costituzione di parte civile della stessa Uil Scuola Rua Calabria ove venissero accertati dall'Autorità Giudiziaria fatti e responsabilità che possano coinvolgere anche indirettamente la segreteria calabrese per comportamenti addebitabili alle azioni emerse dalle indagini a carico del segretario reggino chiamato a chiarire, in tempi brevi, all'autorità giudiziaria la propria estraneità ai fatti contestati".

E' stato nominato quale commissario il segretario regionale, Andrea Codispoti, "affinché immediatamente attui tutte le iniziative necessarie per garantire principalmente la continuita' dell'azione politico sindacale della Uil Scuola, la tutela degli iscritti e ogni iniziativa anche di natura legale atta a tutelare l'immagine della Uil Scuola Rua Calabria atta a chiarire la completa estraneità della Uil Scuola rispetto alle indagini e ai fatti contestati dall'Autorità Giudiziaria".

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Califano è finito ai domiciliari, a seguito dell'inchiesta della Procura di Vibo Valentia sul mondo dell'istruzione, che ha scoperto un giro di miglia di diplomi e attestati falsi (leggi qui).

Gli indagati sono in tutto 23. Al centro delle indagini c'è l'Accademia Fidia di Stefanaconi, paese confinante con Vibo Valentia, gestita dalla famiglia Licata.

In carcere sono finiti: Michele Licata, 77 anni, ed i figli Davide Licata, 52 anni, Igor Vincenzo Licata, 48 anni, Dimitri Licata, 42 anni, Michela Licata, 22 anni, tutti di Stefanaconi. In carcere anche Carmine Caratozzolo, 49 anni, di San Ferdinando (Rc); Maurizio Piscitelli, 56 anni, di Casalnuovo di Napoli; Christian Piscitelli, 24 anni, di Napoli. Agli arresti domiciliari si trovano Rossella Marzano, 46 anni, di Vibo Valentia (moglie di Davide Licata); Domenico Califano, 39 anni, di Reggio Calabria. Davide Licata e Rossella Marzano, nel luglio scorso, erano stati arrestati (lui in carcere, lei ai domiciliari) per la detenzione illegale dentro casa di un arsenale (fucili, un mitragliatore e numerose munizioni).

Il reato di associazione per delinquere viene contestato a: Michele Licata, Davide Licata, Dimitri Licata, Jgor Licata, Michela Licata, Carmine Caratozzolo, Maurizio Piscitelli, Christian Piscitelli con il ruolo di promotori e organizzatori dell'associazione