Elezioni metropolitane, retroscena e spaccature. Falcomatà e Salvini in difficoltà

salvini-falcomatadi Pasquale Romano - Liti, conferme e anche qualche sorpresa: le elezioni per il rinnovo del consiglio metropolitano non hanno fatto mancare niente all'appello. Secondo quanto riportato da 'Il Dispaccio' a 48 ore dal voto (https://ildispaccio.it/reggio-calabria/263687-elezioni-citta-metropolitana-i-possibili-eletti-tra-sorprese-e-fuggitivi) tutto o quasi è andato come anticipato. Dei quattordici i consiglieri eletti, su quattro liste che si sono presentate ai nastri di partenza, otto sono andati al centrosinistra, cinque al centrodestra e uno al listone civico dei sindaci della Piana. Sono quindi 1 o 2 i posti in meno che la coalizione del sindaco Falcomatà ha ottenuto rispetto alle previsioni, differenza non da poco e che ha già causato i primi scossoni.

CENTROSINISTRA, DELUSIONE E MAL DI PANCIA

Il primo, e forse più eclatante, è legato al mal di pancia espresso pubblicamente (via Facebook) dal consigliere comunale delegato Patrimonio ed Erp Giuseppe Sera. Mancato eletto, Sera non ha nascosto i malumori per il mancato supporto da parte della maggioranza (0 i voti ottenuti dai colleghi consiglieri) e sembrerebbe pronto a lasciare la maggioranza. La 'stampella' che avrebbe potuto aiutare Sera, ovvero il voto trasversale di Filomena Iatì, non è arrivato e di conseguenza le porte di Città Metropolitana si sono chiuse. La stessa Iatì e Angela Marcianò, il giorno prima delle elezioni (anche per fugare ogni dubbio relativo al possibile appoggio a Sera) avevano anticipato la mancata partecipazione alle urne.

La seconda grana per il sindaco Falcomatà deriva dal possibile mancato voto espresso dai consiglieri Angela Martino e Filippo Burrone, rispettivamente eletti con Partito Democratico e Primavera Democratica. I due, pur recandosi alle urne, sembrerebbe non abbiano espresso alcuna preferenza disattendendo in maniera palese quanto previsto dagli accordi di coalizione. Uno strappo vero e proprio che potrebbe riverberarsi anche a Palazzo San Giorgio.

Previste le elezioni di Giuseppe Marino e Armando Neri (quasi certamente il prossimo vice sindaco Metropolitano) tra i delusi del centrosinistra c'è il consigliere di Italia Viva Giovanni Latella. Pur ottenendo il voto della collega Deborah Novarro, Latella non è riuscito ad ottenere i consensi dovuti in provincia, perdendo così la possibilità di accedere a Palazzo Alvaro.

Discorso inverso per Antonino Zimbalatti: l'ex Assessore e attuale consigliere fa bingo nel territorio metropolitano e si guadagna così l'elezione, alla vigilia non scontata. Domenico Mantegna, sindaco di Benestare, si guadagna l'elezione anche grazie al sostegno di Saverio Anghelone, che ha preferito non sostenere alcun candidato di centrodestra nonostante il suggerimento del leader nazionale di Cambiamo, Giovanni Toti. Due su due per i candidati in quota Nino De Gaetano: oltre al già citato Mantegna, elezione anche il consigliere comunale Filippo Quartuccio.

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CENTRODESTRA: RIDE FRATELLI D'ITALIA, LEGA SPACCATA

E il centrodestra? La sorpresa è legata all'elezione di Rudi Lizzi, consigliere comunale di Gerace. Il lavoro di tessitura portato avanti con pazienza dal commissario provinciale del partito di Fratelli d'Italia Denis Nesci ha portato ad un risultato che alla vigilia appariva complicato. Il partito di Giorgia Meloni entra così in consiglio metropolitano con Rudi Lizzi, candidato che è espressione del consigliere regionale Peppe Neri.

Mancata elezione invece per Caterina Chiara Macheda, presente nella lista 'Centrodestra Metropolitano'. Nonostante la sinergia tra il consigliere regionale Nicola Paris (che ha all'interno di Palazzo San Giorgio come rappresentante il consigliere Guido Rulli) e il consigliere comunale Demetrio Marino, il vicesindaco di Montebello Ionico non è riuscita a entrare in consiglio.

Tripletta (come da previsioni ) per Francesco Cannizzaro, che si conferma uomo forte del centrodestra sul territorio reggino. Rielezione da consigliere metropolitano per Giuseppe Zampogna, sindaco di Scido che non ha ottenuto voti nella sezione reggina ma ha fatto il pieno di consensi in provincia. Entrano a Palazzo Alvaro anche Domenico Romeo (primo cittadino di Calanna, supportato dai consiglieri comunali Nicola Malaspina e Antonino Caridi) e Pasquale Ceratti (sostenuto dai consiglieri comunali Federico Milia e Antonino Maiolino), completando così il tris di eletti in area Cannizzaro.

Lega spaccata. Il partito di Salvini, nonostante il recente tentativo del leader di disegnare nuovi equilibri sul territorio calabrese, al momento appare ancora diviso in due. Nonostante il diktat di Salvini prevedesse, ovviamente, di votare consiglieri metropolitani espressione del partito (Nino Minicuci, Francesca Anastasia Porpiglia e Roberto Gaudioso) l'asse formato dal consigliere comunale Giuseppe De Biasi e il consigliere regionale nonchè capogruppo Lega Tilde Minasi sembrerebbe aver preso altra direzione, in favore di Rocco Campolo. Quest'ultimo però non è riuscito a guadagnarsi l'elezione, a differenza del capo dell'opposizione in sede di consiglio comunale Nino Minicuci.

Seppur senza supporto all'interno di Palazzo San Giorgio, Minicuci è riuscito a spuntarla grazie al prezioso sostegno di Roy Biasi (sindaco di Taurianova e nuovo Commissario Lega per la Calabria) e della giunta di Rosarno. Va da sè quindi che quanto richiesto dal leader della Lega ha visto una sua corrispondenza in provincia ma non a Reggio Calabria, palesando le difficoltà e le frizioni intestine presenti in Calabria nel partito di Salvini.